Alla Mint Tattoo Gallery di Novara torna “Intermediazioni Cromatiche“, una costellazione visiva che si impone come dialogo necessario fra materia, algoritmo e immaginazione.

La curatela di Marta Ballara articola un terreno di ricerca dove il colore , inteso non come semplice pigmento, ma come vettore epistemico, diviene il punto di sutura tra ciò che resta umano e ciò che ormai si innerva nei linguaggi del digitale. Una mostra che non teme le frizioni del contemporaneo: l’ambivalenza verso le nuove tecnologie, la tensione tra organicità e virtualità, la vertigine di un’interazione sempre più mediata.
In un’epoca in cui la comunicazione rischia di disgregarsi sotto l’eccesso di complessità, gli artisti in mostra scelgono invece la strada della sperimentazione come gesto politico: recuperare la dimensione della scoperta, del rischio, della trasformazione. Qui il sublime assume un volto inedito, stratificato, ibrido, persino contraddittorio, che guarda tanto alla natura quanto ai suoi doppi sintetici, intrecciando pittura, phygital, sound databending, lastre radiografiche e codici algoritmici.
GLI ARTISTI
La narrativa cromatica di Sara Paternicò si muove fra echi di memoria e surrealtà tattile. Opere come Una sera del 1917, tratte dal progetto di picture book Lenci e la fabbrica delle bambole, costruiscono microcosmi sospesi: corpi in estasi, strutture in trasformazione, una gestualità pittorica che sembra catturare l’attimo in cui la realtà si incrina e lascia filtrare un’altra dimensione.
Ruby Rhizome, con la tela Some New Worlds e le opere digitali della serie Genesis, esplora quella faglia fertile dove scientificità e intuizione convergono. Le sue immagini — al confine tra mappa genetica e paesaggio cosmico — incarnano una metamorfosi continua, quasi una cosmogonia personale che si riscrive a ogni sguardo.
La ricerca di Carlo Scarpa affonda nella materia stessa della pittura: le sue superfici dense, stratificate, sembrano trattenere l’evoluzione dell’identità come fenomeno naturale. Non c’è narrazione, ma una geologia dell’interiorità che emerge, vibra e si deposita nello spazio.
Con la serie Natural Bond, Avvassena offre un cortocircuito anatomico che coinvolge tanto l’NFT quanto il supporto fisico. Le sue composizioni rivelano una corporeità quasi archetipica, in cui ragione scientifica e distorsione cromatica convivono come due poli di una stessa urgenza espressiva: recuperare un senso di umanità viscerale.
Andrea Barbara Romita, con il trittico Würm tra NFT e opere fisiche, attinge all’immaginario di Donna Haraway, rileggendo la figura femminile attraverso un prisma pleistocenico. Le sue immagini si collocano in uno spazio di metamorfosi radicale: l’identità e la natura si sfaldano, si ibridano, si ricompongono in forme nuove, come se il corpo custodisse ancora un archetipo pronto a riemergere.
Chiude il percorso THEM (Domenico Fragata) con Callisto, dalla collezione Archetipi. Un’opera che sottrae velocità al digitale e restituisce lentezza come forma di resistenza. La fragilità della bellezza — non estetizzante, ma consapevole della propria caducità — diviene qui un atto di attenzione radicale, un invito a fermarsi dentro la trama di ciò che sfugge.
INFO
INTERMEDIAZIONI CROMATICHE
Collettiva di arte contemporanea e phygital
Andrea Barbara Romita, Avvassena, THEM, Sara Paternicò, Carlo Scarpa, Ruby Rhizome
A cura di Marta Ballara
10 dicembre 2025 – 20 gennaio 2026
MINT TATTOO GALLERY, Via San Gaudenzio 7, Novara




