Flashback inaugura una nuova narrazione di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto edizione 2020 (progetto ideato da Alessandro Bulgini e curato da Christian Caliandro) con Rubber Tire, First Lesson (2014), dell’importante artista italo-senegalese, Maïmouna Guerresi e lo fa come gesto consapevole in questo momento di emergenza, nella convinzione che dare vita a un evento culturale come questo in uno spazio pubblico della città, alla libera fruizione di tutti, sia un piccolo ma necessario gesto di resistenza, una celebrazione del senso di comunità, un delicato atto poetico in grado di accompagnare le persone nella loro quotidianità.
E’ così che da giovedì 12 marzo alle 18,30 fino alla fine dell’anno, giorno dopo giorno, artisti di tutto il mondo si alterneranno e accompagneranno le persone nella loro vita di tutti i giorni, donando a tutti, senza discriminazioni perché il fondamento della cultura, grazie alla quale alimentiamo la nostra umanità, non è l’attività pratica ma la libertà dello spirito e i Ludens (titolo dell’edizione 2020) sono tutti gli individui pienamente liberi e coscienti di poter agire sul mondo ricreandolo, giorno dopo giorno, in qualsiasi condizione, attraverso la creatività.
La fotografia di Maïmouna Guerresi Rubber Tire, First Lesson fa parte della serie M-eating (iniziata dall’autrice nel 2012), che presenta uomini, donne e bambini africani fotografati prima singolarmente e poi riuniti in una situazione conviviale; sul tavolo compare sempre, al posto del cibo, un oggetto che richiama la guerra, il conflitto, e che in questo contesto vede svanire il suo significato originario e ne acquisisce uno del tutto nuovo, più intimo e quotidiano. In questo caso, il pneumatico verniciato di bianco è uno scarto – un concetto ricorrente in Opera Viva Barriera di Milano, un tema che attraversa sotterraneamente tutte le edizioni e che ne costituisce una sorta di nucleo fondante – che diviene uno strano oggetto di studio per la lezione in corso. Sullo sfondo si legge Bi-smi ‘llah (“Nel nome di Dio”), parte iniziale dell’invocazione con la quale si inizia ogni attività quotidiana.
L’opera di Maïmouna Guerresi gioca su questa tensione tra l’aggregazione e l’isolamento che caratterizzano le figure dell’insegnante e delle alunne, tra convivialità e distrazione: insieme e separati, questi personaggi danno vita al gioco della realtà.
Maïmouna Guerresi artista Italo-Senegalese, nata in Italia. Al suo attivo ha numerose partecipazioni sia in importanti Musei stranieri come lo Stedelijk Museum Schiedam, lo Smithsonian African Art Museum di Washington, il KIASMA Museum of Contemporary Art of Helsinki, il MACAAL Museum di Marrakech, IMA Institute Du Monde Arabe e il Cultural Institute of Islam ICI di Parigi, il National Museum of Sharjah o il National Museum of Bamako; che in Festival e Biennali, come la Biennale di Venezia, Documenta, Les Rencontres de Bamako, la Dak’Art Biennial, Manifesta, 13th Cairo Biennale e l’International Festival of Photography del Bangladesh, Kyotographie, Kyoto, Giappone. I suoi lavori fanno inoltre parte di grandi collezioni pubbliche come quelle dello Smithsonian African Art Museum di Washington, del LACMA Museum di Los Angeles e del M.I.A Minneapolis Institute of Art.
Opera Viva Barriera di Milano “il Manifesto” ed. 2020
Un progetto di Alessandro Bulgini
A cura di Christian Caliandro
1° Artista: Maïmouna Guerresi, Rubber Tire, First Lesson (2014), polittico
Dal 12 marzo al 12 aprile 2020