Giovanni Boldini, Ragazza sulla spiaggia di Ostenda

Da Degas a Boldini: l’Impressionismo tra Francia e Italia in mostra a Terni

A Palazzo Montani Leoni di Terni si dipana un itinerario visivo che attraversa il tempo e i confini, ricucendo la trama spesso sottovalutata dell’Impressionismo italiano con quella ben più celebrata della sua matrice francese.

Giovanni Fattori, Sosta di cavalleggeri

Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull’Impressionismo tra Francia e Italia, a cura di Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano, è più di una mostra: è un esercizio di memoria storica, un atto di giustizia estetica.

A 151 anni dalla celebre prima mostra impressionista del 1874, l’iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni si inserisce nel solco delle “Grandi mostre” con un progetto espositivo che riunisce 45 opere tra dipinti, sculture e documenti provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali. L’obiettivo è chiaro: restituire visibilità a una generazione di artisti italiani che, pur partecipando alla temperie innovativa del tempo, sono stati troppo spesso relegati in secondo piano dalla narrazione dominante di matrice francese.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo si apre con un affondo alle radici: la pittura en plein air della Scuola di Barbizon e i suoi protagonisti, come Corot e Palizzi, tracciano il primo orizzonte di quella rivoluzione dello sguardo che si consumerà, poco dopo, nei quadri vibranti di luce di Monet, Manet e Degas. Tra le opere in mostra, uno studio preparatorio per le Ninfee di Monet e un raro disegno di Manet proveniente dalla Collezione Banco BPM offrono al visitatore un’intimità con il gesto fondativo dell’Impressionismo.

Accanto a loro, la figura luminosa e troppo spesso dimenticata di Berthe Morisot – la Magicienne dell’Impressionismo – che ritorna in Italia con tre opere già esposte alla GAM di Torino, suggellando l’importanza del contributo femminile alla nascita della modernità pittorica. Degas, con due incisioni e due sculture, rievoca invece quella Parigi danzante e instabile, sospesa tra movimento e malinconia.

Ma è nella sezione dedicata agli “Italiens” che la mostra acquista una specificità rara nel panorama espositivo contemporaneo. Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Medardo Rosso sono qui riuniti non solo come epigoni o interpreti minori del gusto parigino, ma come autori di un linguaggio pittorico autonomo, mobile, sofisticato, capace di dialogare alla pari con le avanguardie francesi. La loro migrazione artistica verso la Ville Lumière non fu mera imitazione, bensì ricerca di un respiro più ampio, cosmopolita.

Il capitolo finale è affidato ai Macchiaioli, movimento nato sulle rive dell’Arno ma accolto con interesse anche oltralpe. Le opere di Fattori, Lega, Signorini e Banti rivelano quanto il tessuto della modernità pittorica fosse già stato intessuto, in Italia, ben prima che i riflettori si accendessero sulla Gare Saint-Lazare. Chiude il percorso la pittura tardo-macchiaiola dei fratelli Gioli, ponte ideale tra la scuola toscana e le declinazioni successive dell’impressionismo nella penisola.

Da Degas a Boldini è dunque un dialogo a più voci, tra culture, stili e geografie, ma anche un invito a riscoprire un patrimonio visivo nazionale spesso oscurato da mitologie d’oltralpe. In tempi in cui la rilettura critica del canone è più che mai urgente, la mostra di Terni compie un gesto necessario: restituisce profondità storica e dignità estetica a una stagione pittorica italiana che non fu ancella, ma interlocutrice della modernità.

Luigi Gioli, Signore in riva al mare

Info

Da Degas a Boldini
Uno sguardo sull’Impressionismo tra Francia e Italia
A cura di Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano
16 aprile – 29 giugno 2025
Terni, Palazzo Montani Leoni

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