Cosa ci fanno i nostri antenati in una teca? È questa la domanda che apre — o forse squarcia — la mostra Xaxo di Nayra Martín Reyes, in corso fino al 15 ottobre al Centro Culturale Agustín de la Hoz di Arrecife, Lanzarote.

Una domanda che echeggia con urgenza come un gesto performativo, più che come un interrogativo teorico: Xaxo è infatti un progetto multidisciplinare, che unisce installazione, performance e videoarte per affrontare uno dei nodi irrisolti dell’identità canaria contemporanea — la rappresentazione museale del corpo indigeno, e con essa la ferita aperta del colonialismo.
Il titolo Xaxo rimanda direttamente alla controversia sulla mummia guance esposta al Museo Archeologico Nazionale (MAN) di Madrid, e apre al dibattito su dove e come debba essere raccontata la storia.
I musei in Europa e nel mondo sono spesso costruzioni basate su un patrimonio sottratto alle colonie. Molti discendono direttamente dai gabinetti di curiosità del Quattrocento, dove i conquistatori esponevano ciò che trovavano ‘strano’. E questo approccio persiste ancora oggi”, afferma Nayra Martín Reyes.
Per questo motivo, l’artista trasforma la sala espositiva in uno spazio di interrogazione, entrando lei stessa in una teca e offrendosi come oggetto da osservare, generando un forte disagio nel pubblico.
Perché abbiamo normalizzato l’esposizione dei corpi degli indigeni canari?” domanda provocatoriamente.
Attraverso l’installazione e il video Mestiza, il progetto affronta uno dei nervi scoperti dell’identità isolana: le ferite ancora aperte lasciate dal processo di colonizzazione dell’arcipelago. Un dolore condiviso con altri popoli arcipelagici, come quelli caraibici o delle Antille olandesi, anch’essi segnati da conquiste, mescolanze culturali e società meticce.
Il titolo della mostra riprende il termine usato dagli stessi Guanci, xaxo, per designare i corpi imbalsamati, in contrapposizione al termine europeo “mummia”. Dal 2024 la mostra è in tour nelle Isole Canarie e in Spagna. Il suo impatto ha contribuito alla rimozione della mummia guance della gola di Herques dall’esposizione permanente del MAN. Tuttavia, questa non è ancora stata restituita alla sua terra d’origine, Tenerife, da cui fu trafugata nel XVIII secolo.
Lo xaxo della gola di Herques, come tutti gli altri antenati guance conservati nei musei stranieri, deve essere restituito alla propria isola e alla propria comunità. Il continuo rifiuto da parte del museo e del governo spagnolo dimostra un atteggiamento coloniale nei confronti delle Canarie che va fermato”, dichiara l’artista.
L’artista

Nata a Tenerife nel 1979, Nayra Martín Reyes è un’artista multidisciplinare che esplora temi legati all’identità postcoloniale, all’ecologia, al femminismo e alla rappresentazione del corpo umano. Vive tra le Canarie e il Belgio, utilizzando l’arte come strumento di cambiamento sociale e comunicazione transnazionale. La sua pratica abbraccia pittura, performance, scultura e installazione, con un linguaggio che spesso mette in discussione le narrazioni coloniali per generare nuovi discorsi attraverso il disagio e la riflessione.
Tra i suoi progetti più rilevanti si ricordano Está Crudo e Unstable: The Roots of Vanity, presentati alla Biennale di Pittura del Belgio e al Vondel CS di Amsterdam. Ha inoltre esposto in sedi come Spazio Maria Calderara a Milano, Second Room Antwerpen, Instituto Cervantes di Bruxelles, Sala SAC di Tenerife e Musea Brugge.
Exhibition View
ph: David GP, others from Edgar Cerdeña, Ivan Umpierrez and Patrick Ford.
Info
Nayra Martín Reyes
Xaxo
Fino al 15 ottobre
Centro Culturale Agustín de la Hoz di Arrecife, Lanzarote