Anish Kapoor Svayambhu 2007 Wax and oil-based paint Dimensions variable Photo: Wilfried Petzi ©Anish Kapoor. All Rights Reserved SIAE, 2023

ANISH KAPOOR ‘Untrue Unreal’ a Palazzo Strozzi a Firenze

Fino al 4 febbraio 2024, Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze presenta “Anish Kapoor. Untrue Unreal”, una grande mostra ideata e realizzata insieme al celebre maestro che ha rivoluzionato l’idea di scultura nell’arte contemporanea.

La mostra, a cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, propone un percorso tra monumentali installazioni, ambienti intimi e forme conturbanti, creando un originale e coinvolgente dialogo tra l’arte di Anish Kapoor, l’architettura e il pubblico di Palazzo Strozzi.

Attraverso opere storiche e recenti, tra cui una nuova produzione specificatamente ideata in dialogo con l’architettura del cortile rinascimentale, la mostra rappresenta l’opportunità di entrare in contatto diretto con l’arte di Anish Kapoor nella sua versatilità, discordanza, entropia ed effimerità. Palazzo Strozzi diviene un luogo concavo e convesso, integro e frantumato allo stesso tempo in cui il visitatore è chiamato a mettere in discussione i propri sensi.

Nell’arte di Anish Kapoor, l’irreale (unreal) si mescola con l’inverosimile (untrue), trasformando o negando la comune percezione della realtà. Ci invita a esplorare un mondo in cui i confini tra vero e falso si dissolvono, aprendo le porte alla dimensione dell’impossibile. Le sue opere uniscono spazi vuoti e pieni, superfici assorbenti e riflettenti, forme geometriche e biomorfe. In un mondo in cui la realtà sembra sempre più sfuggente e manipolabile, Anish Kapoor ci sfida a cercare la verità oltre le apparenze, invitandoci a esplorare il territorio dell’inverosimile e dell’irreale, untrue e unreal.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Anish Kapoor. Untrue Unreal si sviluppa negli spazi di Palazzo Strozzi tra le sale del Piano Nobile e il cortile
rinascimentale, in un viaggio attraverso la variegata pratica artistica di Kapoor, che mette in discussione le
nozioni di forma e informe, finzione e realtà.

Al centro del cortile si erge Void Pavillion VII (Il padiglione del vuoto VII, 2023), nuova opera di Anish Kapoor
specificatamente ideata per il cortile di Palazzo Strozzi e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Hillary
Merkus Recordati. Il grande padiglione si pone allo stesso tempo come punto di partenza e di approdo nel
dialogo tra l’arte di Kapoor e Palazzo Strozzi. Entrando in questo spazio, i visitatori si trovano di fronte a tre
ampie forme rettangolari vuote in cui lo sguardo è invitato a immergersi, in un’esperienza meditativa su
spazio, prospettiva e tempo, che sconvolge la razionale struttura geometrica e l’emblematica armonia
dell’edificio rinascimentale.

Al Piano Nobile la mostra inizia con l’iconica opera Svayambhu (2007), termine sanscrito che definisce ciò
che si genera autonomamente, corrispettivo delle immagini acheropìte cristiane non dipinte da mano
umana. Il lavoro propone una riflessione dialettica tra vuoto e materia: un monumentale blocco di cera rossa
si muove lentamente tra due sale di Palazzo Strozzi, plasmando la sua materia informe nel rapporto con
l’architettura che attraversa. Quest’opera si pone in dialogo con Endless Column (Colonna infinita, 1992), che
fa esplicito riferimento alla celebre omonima scultura di Constantin Brâncuși. La colonna in pigmento rosso
di Kapoor sembra oltrepassare i limiti del pavimento e del soffitto della sala, creando una sensazione di fisicità
architettonica eterea, metafora del legame tra terra e cosmo. Su una diversa scala, ma con lo stesso effetto
spaziale e architettonico, si pone To Reflect an Intimate Part of the Red (Per riflettere una parte intima del
rosso, 1981), opera fondamentale nella carriera di Kapoor nella sua affermazione sulla scena internazionale
come una delle più originali voci nell’arte contemporanea: un suggestivo insieme di forme in pigmento giallo
e rosso che emergono dal pavimento, fragili, quasi ultraterrene ma potentemente presenti.
In Non-Object Black (Non-oggetto nero, 2015) – caratterizzato dall’uso del Vantablack, materiale altamente
innovativo capace di assorbire più del 99,9% della luce visibile – Kapoor mette in discussione l’idea stessa di
oggetto fisico e tangibile, presentandoci forme che si dissolvono al passaggio dello sguardo. In questi lavori
rivoluzionari e di forte impatto, Kapoor ci spinge a interrogarci sulla nozione stessa dell’essere, proponendo
una riflessione non solo sull’oggettualità ma sull’immaterialità che permea il nostro mondo. Questa forte
esperienza del non-oggetto continua in Gathering Clouds (Nuvole che si addensano, 2014), forme concave
monocrome che assorbono lo spazio circostante in una oscurità meditativa. L’arte di Kapoor offre infatti un
nuovo modo di vedere e pensare a come viviamo la “realtà”, grazie al suo uso unico di forma e saturazione,
in opere permeate da una profonda connotazione psicologica.

La carne, la materia organica, il corpo e il sangue sono temi ricorrenti e fondamentali nella ricerca di Kapoor.
Un’intera sala della mostra è dedicata a opere in cui l’artista si confronta con ciò che appare come un’intimità
sventrata e devastata in una dimensione entropica e abietta del corpo. La grande scultura in acciaio e resina
A Blackish Fluid Excavation (Scavo con fluido nerastro, 2018) evoca un incavo uterino contorto che attraversa
lo spazio e i sensi dello spettatore. Nelle opere esposte a parete Kapoor unisce invece la pittura e il silicone
dando origine a forme fluide che ci appaiono come masse viscerali, che sembrano pulsare di vita propria. Le
strutture si contorcono, si espandono e si contraggono, proponendo un senso di movimento e di
trasformazione continua, ma anche una forte sensualità tattile che emerge dall’interazione tra le sensazioni
di morbidezza e solidità, organicità e linearità. Evocano queste suggestioni gli stessi titoli delle opere: First
Milk (Primo latte, 2015), Tongue Memory (Ricordo della lingua, 2016), Today You Will Be in Paradise (Oggi
sarai in paradiso, 2016), Three Days of Mourning (Tre giorni di lutto, 2016).

La tradizionale nozione di confini e la dicotomia tra soggetto e oggetto sono temi centrali invece in opere
specchianti come Vertigo (Vertigine, 2006), Mirror (Specchio, 2018) e Newborn (Neonato, 2019), ispirato
ancora una volta alle sperimentazioni formali di Brâncuși. Attraverso le riflessioni di queste opere, ciò che si
specchia entra in una dimensione illusoria che sembra smentire le leggi della fisica. Queste grandi sculture,
infatti, riflettono e deformano lo spazio circostante e lo ingrandiscono, riducono e moltiplicano, creando una
sensazione di irrealtà e destabilizzazione e attirando lo spettatore nello spazio indefinito che emanano.
Conclusione del percorso espositivo al Piano Nobile è la sala dedicata all’opera Angel (Angelo, 1990), grandi
pietre di ardesia ricoperte da strati di pigmento blu intenso. Questi pesanti massi appaiono in contraddizione
con il loro aspetto incorporeo: sembrano infatti solidificare l’aria e suggerire la trasformazione di lastre di
ardesia in pezzi di cielo, trasfigurando così l’idea di purezza in un elemento fisico. Kapoor altera la forte
materialità dell’opera ed evoca così un senso di mistero che risponde all’ambizione di matrice esoterica di
raggiungimento della fusione degli opposti.

L’ARTISTA

Anish Kapoor è nato a Mumbai, in India, nel 1954, ha vissuto e lavorato a Londra a partire dalla metà degli anni Settanta studiando presso l’Hornsey College of Art e il Chelsea College of Art. Attualmente vive e lavora tra Londra e Venezia.

Le sue opere sono esposte nelle più importanti collezioni permanenti e nei musei di tutto il mondo, dal Museum of Modern Art di New York alla Tate di Londra, alla Fondazione Prada di Milano, ai Musei Guggenheim di Venezia, Bilbao e Abu Dhabi. Recenti mostre personali si sono tenute presso: Galleria dell’Accademia e Palazzo Manfrin, Venezia (2022); Modern Art Oxford (2021); Houghton Hall, Norfolk (2020); Pinakothek der Moderne, Monaco (2020); Central Academy of Fine Arts Museum and Imperial Ancestral Temple, Pechino (2019); Fundación Proa, Buenos Aires (2019); Serralves, Museu de Arte Contemporânea, Porto (2018); Museo Universitario Arte Contemporáneo (MUAC), Città del Messico (2016); Reggia di Versailles, Francia (2015); Jewish Museum and Tolerance Center, Mosca (2015); Walter Gropius Bau, Berlino (2013); Sakip Sabanci Muzesi, Istanbul (2013); Museum of Contemporary Art, Sydney (2012).

Anish Kapoor ha rappresentato la Gran Bretagna alla 44. Biennale di Venezia nel 1990, dove ha ricevuto il Premio Duemila. Nel 1991 ha vinto il Premio Turner e in seguito ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali.

Noto anche per le sue opere architettoniche, tra i progetti pubblici che ha realizzato ricordiamo: Cloud Gate (2004), Millennium Park, Chicago, USA; Leviathan (2011) esposto a Monumenta 2011, Parigi; Orbit (2012), Queen Elizabeth Olympic Park, Londra; Ark Nova, sala da concerto gonfiabile creata per il Lucerne Festival in Giappone (2013); Descension (2014) installata al Brooklyn Bridge Park, New York, USA (2017); le fermate della metropolitana di Napoli Traiano e Università-Monte S. Angelo a Napoli (in completamento, 2002-2023).

INSTALLATION VIEW

INFO

ANISH KAPOOR
‘Untrue Unreal’
Dal 07 Ottobre al 04 Febbraio 2024
Palazzo Strozzi
Firenze

HESTETIKA ART Next Generation

Iscriviti
alla newsletter di Hestetika