Arte Circolare in Triennale Milano

Triennale Milano presenta la quarta edizione di Arte Circolare, un progetto di CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, a cura di Spazio Taverna, studio fondato da Ludovico Pratesi e Marco Bassan.

Il Premio è stato assegnato all’artista italo-senegalese Binta Diaw, per l’opera Terrestre, con la motivazione “l’opera fotografica riflette sul legame circolare tra l’essere umano e la terra: il corpo dell’artista, fotografato come se emergesse dal suolo, rende visibile questa relazione. In un bianco e nero essenziale, questa posa sacrale, diventa un invito a riscoprire con cura il nostro rapporto di sopravvivenza reciproca con la natura.”

All’interno della mostra Arte Circolare sono esposte tutte le opere partecipanti al Premio, che riunisce dieci artisti under 35 che trasformano i temi del riciclo e della tutela ambientale in terreno di sperimentazione creativa, rivelando come dagli scarti e dalle fragilità del presente possano nascere nuove visioni del mondo.

Arte Circolare conferma il ruolo dell’arte contemporanea come veicolo di innovazione, capace di proporre visioni controintuitive e lungimiranti. Da tempo gli artisti riflettono sulle questioni ambientali più urgenti, portando all’attenzione del pubblico le sfide da affrontare per uno sviluppo sostenibile, sfide che oggi chiedono sia consapevolezza sia nuove forme di immaginazione.

GLI ARTISTI

Sono esposti i lavori di: Giovanni Chiamenti (Verona, 1992), Valerio D’Angelo (Roma, 1993), Binta Diaw (Milano, 1995), Bekhbaatar Enkhtur (Ulaanbaatar, 1994), Giulia Mangoni (Isola del Liri, 1991), Ginevra Petrozzi (Roma, 1997), Agnes Questionmark (Roma, 1995), Matilde Sambo (Venezia, 1993), Luca Staccioli (Imperia, 1988), Wang Yuxiang (Anhui, 1997).

Ogni opera è realizzata con tecnica diversa, con un’attenzione per la dimensione simbolica, intesa come visione aperta verso un mondo futuribile complesso ma ricco di stimoli.

Giovanni Chiamenti esplora il dialogo tra storia geologica e futuro antropico, dove l’impatto umano trasforma i processi naturali di fossilizzazione, mentre il quadro di Giulia Mangoni celebra la circolarità dello sguardo, dove idee e parole si incrociano e si riciclano. Le opere di Bekhbaatar Enkhtur suggeriscono un movimento continuo tra pieno e vuoto, apparizione e dissolvenza, dove ogni traccia genera la successiva in un flusso senza interruzioni. Agnes Questionmark, attraverso combinazioni di colori ad olio e silicone, esplora la permeabilità del corpo, sottolineando come l’identità sia sempre più plasmata da atti di fabbricazione, ingegneria e performance. Composta da una grande superficie riflettente, l’opera di Valerio D’Angelo trasforma lo spettatore in immagine frammentata, in eco di sé stesso, generando un dialogo continuo tra presenza e smaterializzazione.

Attraverso la fusione, Wang Yuxiang rigenera materiali di scarto in organismi luminosi, custodendo la memoria della natura e riflettendo sulla possibilità di continuità tra ciò che nasce, si consuma e si trasforma. L’opera di Luca Staccioli propone una riflessione sul riuso di scarti ed elementi quotidiani marginali, sul cambiamento di valore, e immagina un ecosistema incentrato sull’imperfezione, intesa come rigenerazione. La scultura di Matilde Sambo richiama un’economia circolare e rigenerativa: come un tableau vivant diventa simbolo di rinascita: un equilibrio sospeso tra immobilità e trasformazione. L’opera di Ginevra Petrozzi unisce oggetti trovati o obsoleti (fossile, smartphone, calcare), riattivati materialmente e simbolicamente. Per Binta Diaw il corpo diventa archivio vivente di oppressioni e memorie, ma anche luogo di rinascita: un territorio in cui le origini primordiali riaffiorano come materia pulsante.

INFO

Arte Circolare
21 novembre 2025 – 6 gennaio 2026
La Triennale di Milano
Viale Emilio Alemagna 6, 20121 Milano

HESTETIKA ART Next Generation

Iscriviti
alla newsletter di Hestetika