Il mondo dell’arte piange la scomparsa di Mimmo Jodice, morto a 91 anni. Nato nel 1934, Jodice è stato uno dei massimi protagonisti della fotografia italiana del Novecento, maestro dell’immagine come linguaggio di pensiero e di memoria.
La sua ricerca, rigorosa e poetica, ha attraversato la classicità, il Mediterraneo e il tempo sospeso delle città, trasformando il reale in visione. Nei suoi celebri scatti in bianco e nero, la luce non è mai semplice strumento, ma elemento narrativo, metafisico: una soglia tra visibile e invisibile. Il tema dell’attesa, intesa come riflessione interiore e opposizione alla frenesia contemporanea, ha attraversato tutta la sua opera, restituendo alla fotografia una dimensione meditativa e quasi sacra.
Negli anni Sessanta, Jodice si avvicinò alle avanguardie, collaborando con Andy Warhol, Joseph Beuys, Sol LeWitt e molti altri protagonisti della scena internazionale. Fu però nella sua Napoli — città d’origine e di spiriti antichi — che trovò il suo laboratorio ideale. Dal 1970 al 1994 insegnò fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, formando generazioni di artisti e contribuendo a costruire un pensiero critico e spirituale sull’immagine.
Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti: il Premio Antonio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei (2003), la Laurea Honoris Causa in Architettura dell’Università Federico II (2006) e il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres conferitogli dal Ministero della Cultura francese nel 2011.
Con la sua scomparsa, l’Italia perde un artista che ha saputo unire rigore, poesia e silenzio, insegnandoci a guardare il mondo non come appare, ma come resta.
Per Jodice, fotografare Napoli è una questione di stati d’animo. Parte dal visibile, alla ricerca dell’invisibile. Abbandona “questo” tempo, per accedere all’altrove».
L’artista
Fotografo d’avanguardia sin dagli anni Sessanta, ha attraversato le stagioni più fertili dell’arte contemporanea, mantenendo uno sguardo lucido e una costante tensione verso la sperimentazione. Fin dall’inizio, ha esplorato le possibilità espressive del linguaggio fotografico, scegliendo di usare l’obiettivo non come strumento descrittivo, ma come mezzo creativo.
Negli anni Settanta frequenta da vicino gli ambienti delle neoavanguardie che animavano Napoli, intrecciando rapporti con alcuni dei protagonisti dell’arte concettuale e sviluppando una pratica fotografica sempre più orientata alla ricerca.
Il 1980 segna un punto di svolta con la pubblicazione di Vedute di Napoli, opera in cui Jodice abbandona ogni intento documentario per avviare un’indagine visionaria sul paesaggio urbano. Nasce così una poetica di lontana ascendenza metafisica, che diventerà cifra distintiva della sua produzione e avrà un forte impatto anche sulla fotografia internazionale.
Dal 1986 si dedica a una ricerca sul Mediterraneo e sull’archeologia, che culmina nel volume Mediterraneo, edito da Aperture (New York), e in una mostra personale al Philadelphia Museum of Art nel 1995, che acquisisce le sue opere.
Nel corso degli anni, Jodice è stato protagonista di numerose retrospettive: nel 2009 al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 2011 al Museo del Louvre con Les Yeux du Louvre, e nel 2016 al Museo Madre di Napoli con Attesa 1960–2016, mostra curata da Andrea Viliani.
Il suo lavoro ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti: nel 2003 il Premio Feltrinelli dall’Accademia dei Lincei e, nello stesso anno, l’onorificenza di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura francese.
Dal 2018 al 2024 le sue opere sono state esposte in istituzioni di rilievo internazionale: dal Multimedia Art Museum di Mosca al Museo Eretz di Tel Aviv, dal Jeu de Paume di Parigi alla Triennale di Milano, passando per la Galerie Karsten Greve (Parigi e St. Moritz), il MAC di Gibellina, la Galleria d’Italia di Torino, il MAXXI di Roma, Villa Bardini a Firenze e CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino.
Nel 2022 è stata pubblicata la sua biografia, Saldamente sulle nuvole, ritratto intimo di un autore che ha saputo attraversare il tempo senza mai farsi travolgere dall’urgenza dell’attualità, restando fedele a una visione poetica e radicale della fotografia.
Di recente la mostra Mimmo Jodice. Napoli metafisica a cura di Vincenzo Trione a Napoli, Castel Nuovo




