Attraverso un ampio nucleo di opere, la mostra dedicata a Piero Fogliati alla Galleria Gagliardi e Domke di Torino si articola in cinque sale che tracciano le linee del suo più ambizioso progetto urbano: la Città Fantastica.
Un luogo immaginario, poetico e sensoriale, dove suoni, luci ed elementi naturali diventano esperienza estetica, linguaggio e visione.
Trasferitosi a Torino dopo la guerra, Fogliati trovò una città industriale, grigia e inquinata, ben lontana dai paesaggi della sua infanzia trascorsa in campagna. Da questo contrasto nacque la sua tensione più profonda: quella di inventare spazi dove gli individui potessero ritrovare una pausa, un momento di rigenerazione e meraviglia. I Liquimofoni, gli Anemofoni, i Fleximofoni, l’Aura cromatica e gli Svolazzatori cromocangianti rappresentano non solo l’espressione tecnica di un pensiero visionario, ma anche il tentativo di restituire al mondo urbano una dimensione di leggerezza, gioco e contemplazione.
L’idea di nutrire l’immaginazione attraverso elementi naturali come l’acqua, l’aria e la luce diventa così un atto politico e poetico. Le sue macchine, concepite per far suonare il vento, per colorare la pioggia o per trasformare i fiumi in strumenti sonori, delineano un paesaggio sensoriale che unisce scienza e lirismo, invenzione e sentimento.
Parallelamente, il corpus dei Disegni e delle Fissazioni racconta un’altra dimensione della sua opera: quella intima, progettuale ma anche dichiaratamente poetica. In queste carte, Fogliati traduce la complessità delle sue intuizioni in tratti essenziali e parole sospese, definendo una scrittura visiva in cui il segno è pensiero e la parola diventa luce. Questi lavori non sono preparatori, ma veri e propri spazi di affermazione poetica, luoghi dove la visione prende forma e si amplia, come in un respiro.
Accanto alle sue macchine e ai disegni, la mostra riporta alla luce anche opere giovanili e inedite, testimoni dell’evoluzione rapida e coerente del suo linguaggio. Dal figurativo al gesto astratto, fino alla costruzione di dispositivi che superano la distinzione tra arte e scienza, il percorso di Fogliati è un continuo attraversamento dei confini.
Originario di Canelli (1930), Piero Fogliati è stato un artista appartato e insieme universale. Autodidatta, animato da una curiosità incessante, ha esplorato la percezione sensoriale e i fenomeni naturali come strumenti per comprendere l’uomo e il suo rapporto con l’ambiente. Le sue opere uniscono la grazia della meccanica alla poesia della luce, suggerendo una fiducia profonda nell’immaginazione e nella capacità dell’arte di restituire stupore al quotidiano.
Dagli anni Cinquanta in poi, la sua ricerca si è mossa tra pittura, installazione e sperimentazione tecnologica, fino alla piena maturità della Città Fantastica, sviluppata dai primi anni Sessanta come un “sogno globale” di trasformazione urbana. Dopo le personali di Firenze, Roma e Torino, Fogliati partecipò a due Biennali di Venezia (1978 e 1986), alla Biennale giapponese ARTEC di Nagoya (1997) e a mostre internazionali come FASTER! BIGGER! BETTER! allo ZKM di Karlsruhe (2006).
Nel 2003 la città di Torino gli dedica la grande antologica Il poeta della luce, titolo che riassume perfettamente la sua natura d’artista: un inventore di forme e visioni che trasforma la materia invisibile in esperienza tangibile.
Le sue opere sono oggi conservate in importanti musei e collezioni, tra cui la GAM di Torino, il Museion di Bolzano, il MACRO di Roma, il Technorama der Schweiz di Winterthur, la Cité des Sciences et de l’Industrie di Parigi e la Collezione Panza di Biumo.
Piero Fogliati si è spento a Torino nel 2016, lasciando in eredità una costellazione di luci e di sogni. Le sue macchine continuano a muovere l’aria, a suonare l’acqua, a raccontare un mondo possibile — dove l’immaginazione non è evasione, ma il modo più profondo di abitare la realtà.
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Info
Piero Fogliati. Poesie di luce e suono
Fino al 16 gennaio 2026
Galleria Gagliardi e Domke
Via Cervino 16, 10155 Torino
Ph: https://ruminielle.gallery.photo/gallery/piero-fogliati/