Michele Rosa due mostre alla Tibaldi Arte Contemporanea di Roma e a Frosinone

Fino al 31 ottobre 2020, presso lo Spazio Multifunzionale della Villa Comunale di Frosinone e negli spazi di Tibaldi Arte Contemporanea a Roma, Michele Rosa (Sora, 1925) presenta le ultime produzioni e ricerche artistiche in due esposizioni personali .

Negli ambienti della Villa Comunale di Frosinone, antica tenuta della famiglia De Mattheis ed oggi cuore verde della città bassa, sono in mostra, dal 13 al 22 ottobre, I nudi di Rosa, a cura di Alfio Borghese: “donne provocanti e sensuali, peccaminose, proiettate fuori del tempo e dello spazio, (…) lontane dal mondo classico delle veneri del Giorgione e di Tiziano, dalle femmine rinascimentali dalle linee tornite e dalle forme opulenti.”, scrive il curatore. “Il malizioso pennello di Michele Rosa traccia sfrenate fantasie di giovani corpi snelli e scattanti, in apparente abbandono, dalla provocante nudità esibita. Un erotismo studiato di ragazze contemporanee, dai seni come boccioli di rosa; una sfacciata provocazione e un evidente compiacimento della propria bellezza. La voluttà dei corpi adagiati che desiderano essere contemplati e poi conquistati. (…) La modernità della sua pittura espressionista si rivela in una originalità che ha una visione del nudo come essenza della bellezza e l’inquietante sensualità come denuncia e provocazione contro preconcetti e arretratezze del mondo contemporaneo.”

Ha inaugurato invece il 15 ottobre la mostra Virulenze pittoriche. Il virus secondo Michele Rosa, a cura di Alberto Dambruoso, che sarà visitabile fino al 31 ottobre presso Tibaldi Arte Contemporanea, partecipando alle iniziative della V edizione di Rome Art Week.

Scrive il curatore Alberto Dambruoso: “Notoriamente gli artisti sono dotati di una sensibilità maggiore rispetto alle persone comuni e, probabilmente proprio grazie a questa loro peculiarità, riescono anche ad avvertire in anticipo eventi, situazioni, accadimenti della vita che, quasi puntualmente, si verificano poi in seguito. E’ questo sicuramente il caso dell’artista sorano Michele ROSA che già nel 2009, ben dieci – undici anni in anticipo rispetto al manifestarsi del Covid 19, aveva rappresentato il concetto di virus pandemico all’interno di una serie di opere pittoriche di grande forza espressiva. Poco prima di iniziare questo ciclo pittorico aveva anticipato in uno scritto, che oggi ci appare a dir poco profetico, quali erano i suoi intenti. Ne riporto qui di seguito l’incipit del testo datato 12 dicembre 2008: “E’ un fatto che la vita dell’uomo sulla terra sia breve, e quanto più passano i suoi giorni, tanto più ciascuno percepisce la provvisorietà della propria condizione. Avverto l’esistenza instabile e precaria per la suscettibilità agli agenti aggressivi, invisibili ma non per questo inesistenti. Intuisco l’incombenza di un evento sconvolgente”. Così, a distanza di una decina d’anni da quel felice momento creativo, si è riproposta un’altra occasione per riprendere in mano i pennelli e tornare nuovamente alla rappresentazione di qualcosa che purtroppo oggi, rispetto a prima, ci riguarda da vicino.

A tal proposito, si è pensato insieme all’artista di mostrare per quest’esposizione entrambe le serie di dipinti: quella realizzata appunto nel 2009 e quella invece realizzata di recente durante il periodo del cosiddetto lock down. Vi sono sicuramente e si avvertono direi abbastanza chiaramente delle differenze nelle due serie: più formali e maggiormente pittoriche le opere del 2009, più astratte e realizzate anche avvalendosi di elementi extra-artistici quelle del 2020. Un dato comune lega però entrambe le serie e questo va individuato a mio giudizio nella grande vitalità del colore, ottenuto attraverso l’utilizzo di una tavolozza nella quale alle gamme cromatiche squillanti si alternano altre più pacate, imprimendo così un senso di equilibro a tutte le composizioni.

Sorprende poi, oltre alla straordinaria creatività dell’artista di cui parlerò più sotto, la grande energia promanante da tutte le opere, realizzate non da un pittore di trenta – quarant’anni (come probabilmente a molti potrebbe sembrare) ma da uno giunto alla veneranda età di novantacinque anni! E’ questa la prova provata di come l’arte sia una categoria dello spirito che non ha alcuna età ma che anzi è in grado semmai di ringiovanire le persone o comunque non farle invecchiare. Durante tutto il periodo del lock down Michele ROSA ha avuto la possibilità di lavorare nel suo studio e fare arte per lui è stata una medicina quotidiana, una sorta di salvavita. Prendendo in considerazione i vari soggetti rappresentati pittoricamente stupisce, come anticipato poche righe più sopra, la fervida fantasia creatrice di Rosa.

Quali forme, quali sembianze assume un virus nella realtà? Rosa ha cercato di rappresentare in modi sempre diversi qualcosa che nella realtà é di fatto irrappresentabile se non attraverso la lente del microscopio. Come se avesse voluto ingrandire ciò che stava vedendo in un laboratorio, Rosa ha così cercato di individuare delle possibili iconografie del virus. La grande fortuna è che le sue opere rispetto al virus non fanno paura ma anzi ne danno un’immagine tutto sommato piacevole. Ma questi sono gli artefici della pittura e Rosa dall’alto dei suoi novantacinque anni, sa bene i trucchi del mestiere!”

INFO

Michele Rosa
Virulenze pittoriche. Il virus secondo Michele Rosa
A cura di Alberto Dambruoso
Tibaldi Arte Contemporanea
Via Panfilo Castaldi 18 – Roma
Fino al 31 ottobre 2020

MicheleRosa
I nudi di Rosa
A cura di Alfio Borghese
Spazio Multifunzionale Villa Comunale di Frosinone
Via M. T. Cicerone 31 – Frosinone
Fino al 22 ottobre 2020
Orari: tutti i gi
orni: 10.00-13.00; 15.30-18.30 – ingresso libero


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