Biennale Arte 2024. Speciale Padiglioni: ARABIA SAUDITA

L’installazione di Manal AlDowayan, Shifting Sands: A Battle Song, si ispira all’evoluzione del ruolo delle donne nella sfera pubblica dell’Arabia Saudita e al loro costante sforzo di attestare il proprio ruolo e ridisegnare i confini delle limitazioni tradizionali.

Sin dalla prima partecipazione dell’Arabia Saudita alla Biennale di Venezia nel 2011, il padiglione ha ospitato una serie di artisti e architetti diversi che celebrano varie forme di espressione creativa. La sua partecipazione mira a onorare la scena artistica e architettonica contemporanea del Paese fornendo una piattaforma dalla quale condividere il proprio lavoro con un pubblico veramente internazionale.

Il rapporto dell’Arabia Saudita con La Biennale di Venezia rientra nelle sue ambizioni di sostenere e favorire i suoi fiorenti settori artistico e architettonico. Attraverso lo scambio di idee, il pubblico sperimenterà una serie di narrazioni del Regno, stabilendo relazioni durature con il mondo.

In Shifting Sands: A Battle Song i visitatori sono invitati a percorrere un labirinto di elementi scultorei di grandi dimensioni realizzati in seta stampata che, simili a petali, assumono la forma della “rosa del deserto”, un cristallo che si trova comunemente nelle sabbie del deserto dell’Arabia Saudita. La superficie di queste sculture è serigrafata con testi sulle donne saudite, una cacofonia di opinioni mediatiche che hanno avuto un profondo impatto sulla loro percezione e hanno oscurato la loro auto-rappresentazione.
Tuttavia, al centro dell’opera si assiste a un cambiamento. Si tratta di voci delle donne saudite che si esprimono coraggiosamente. Attraverso una serie di workshop partecipativi, Manal AlDowayan ha offerto a donne e ragazze saudite una piattaforma per affermare la propria voce, lanciando un grido di battaglia di coraggio e solidarietà.

Nelle parole di AlDowayan: “Spero che quest’opera incoraggi le donne a guardarsi dentro e ad avvalersi della comunità femminile di appartenenza per trovare voce e spazio in questo nuovo capitolo della storia, in gran parte ancora non scritto”.