Parte il progetto multidisciplinare Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia, che si svolge dal 26 ottobre 2024 al 4 maggio 2025 tra il Museo di Santa Chiara a Gorizia e la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone.
Due le mostre che fanno parte del progetto: DA BOCCIONI A MARTINI. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso a Monfalcone e Giuseppe Ungaretti, poeta e soldato sul Carso, durante la Prima guerra mondiale, tra la fine del 1915 e la fine del 1917 a Gorizia.
Oltre a questo, le ricerche letterarie – compresa la ripubblicazione in forma anastatica di tutte le poesie de Il porto sepolto -, storiche, fotografiche e sulla morfologia carsica portano a una mostra con ampio utilizzo di stazioni multimediali, anche con nuovi documentari creati per la circostanza. Da uno, più ampio, di introduzione generale (a cura di Marco Goldin) ad altri con approfondimenti sulla storia delle battaglie (a cura di Lucio Fabi) e sulla stesura delle poesie, in questo caso attraverso un dialogo tra Goldin e Paolo Ruffilli.
La presenza “fisica” della guerra si mostra con le varie vetrine che contengono oggetti e uniformi di quel tempo, grazie alla collaborazione con il Museo della Grande guerra proprio di Gorizia. Oltre alla ricostruzione di un piccolo campo di battaglia.
A legare in modo compiuto l’esposizione di Gorizia con quella di Monfalcone è un vero e proprio libro prima ancora che un catalogo. Oltre 500 pagine tutte a colori, con tanti saggi specifici e un ricchissimo apparato iconografico.
La mostra nella sede di Monfalcone è il suggestivo contraltare di quella goriziana, attraverso il racconto dell’arte che nelle Venezie si sviluppò nel secondo decennio del Novecento, dunque negli anni stessi in cui il poeta si trovava sul Carso e scriveva quelle poesie così straordinariamente nuove che confluirono nell’edizione del dicembre del 1916 de Il porto sepolto, stampata in sole 80 copie a Udine.
Dire anni dieci nelle Venezie significa dire soprattutto Ca’ Pesaro, il luogo primo dell’avanguardia italiana, palazzo nelle cui mostre, dirette dal mitico Nino Barbantini, confluivano autori veneti, trentini e dell’attuale Friuli Venezia Giulia, oltre a “ospiti” esterni del calibro per esempio di Umberto Boccioni e Felice Casorati.
Non mancano nella sede di Monfalcone anche figure importanti per la regione Friuli Venezia Giulia stessa, come per esempio i triestini Gino Parin e Edgardo Sambo Cappelletto, oltre a Guido Marussig, anche lui nato a Trieste, che di Ca’ Pesaro fu una delle iniziali colonne portanti, con le sue sei partecipazioni dalle due mostre del 1908 fino a quella del 1913.
DA BOCCIONI A MARTINI. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso
L’esposizione ospitata nelle sale della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, con una cinquantina tra dipinti e le sculture di Arturo Martini, è quindi un vero e proprio affresco di un’epoca con i caratteri dell’eccezionalità per gli autori scelti, e segue quel secondo decennio del secolo.
Il punto di partenza è la figura di Umberto Boccioni, che tra l’altro nella mostra estiva del 1910 a Ca’ Pesaro fu presente con una vera e propria personale di 42 opere.
Accanto alla sua, la seconda presenza fondamentale extra vagante rispetto al territorio delle Venezie è quella di Felice Casorati, che soprattutto nella mostra capesarina del 1913 fa la parte del leone, con 41 opere. Boccioni e Casorati sono quindi il punto d’avvio della rassegna a Monfalcone.
A seguire, un panorama fatto di altri artisti che hanno reso in quel decennio la pittura nelle Venezie tra le più avanzate d’Italia. Ovviamente dai due capofila, Gino Rossi con i suoi quadri e Arturo Martini con le sue sculture. E poi altri nomi come quelli di Umberto Moggioli e Pio Semeghini, Aldo Voltolin e Nino Springolo solo per dire di alcuni.
Quello che ne risulta è un panorama alto dell’arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso, a dire come anche nel momento delle battaglie e delle tragedie la forza dell’arte continuasse a vivere nei territori circostanti.
Un’area importante della mostra è quella, in un’ampia sala al piano superiore della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, e poi in una sala più piccola al piano terra, dedicata a Gino Rossi e a Umberto Moggioli. In quest’ultima, gli splendidi paesaggi delle colline asolane dipinti dai due, assieme a una coppia di rari paesaggi, poco prima della morte improvvisa, di Boccioni. Al piano superiore invece la strepitosa stagione dei paesaggi a Burano e nella Laguna veneziana.
Si tratta della specificità maggiore e più ricercata all’interno del percorso espositivo. Gino Rossi e Umberto Moggioli come emblemi di quel momento irripetibile per la pittura italiana dell’inizio del secolo, quando Burano e le altre isole diventarono una sorta di Tahiti davanti a San Marco.
La grande sala al piano terreno della Galleria Comunale si caratterizza soprattutto per la strepitosa parte di mostra legata al ritratto. Dapprincipio, su una zona sopraelevata, con il rapporto, preciso e puntuale quanto a soggetti e date, tra i quadri di Gino Rossi e le sculture di Arturo Martini, e a seguire una selezione meravigliosa di opere che vanno da Boccioni a Casorati, da Moggioli a Piero Marussig, da Semeghini a Bolaffio, da Sambo a Parin fino a Gino Rossi ancora.
La mostra contiene anche una piccola selezione dei dipinti degli autori contemporanei che si vedono a Gorizia nel Museo di Santa Chiara, per dare così anche dal punto di vista pittorico il forte senso di una continuità tra le due sedi. Talvolta trovandosi questi pittori esattamente a fianco dei maestri storici.
A questo concetto si lega la decisione di utilizzare un’ulteriore, piccola sala della Galleria Comunale per ospitare anche a Monfalcone il, qui pur breve, racconto della vita di Ungaretti sul Carso. Tra l’altro, in una teca allo scopo predisposta, si può vedere, restaurata, la copia numero 1 del libro Il porto sepolto, prestata per la prima volta dalla Biblioteca Civica “Vincenzo Joppi” di Udine.
UNGARETTI POETA E SOLDATO. IL CARSO E L’ANIMA DEL MONDO. Poesia pittura storia
Nell’ambito dei progetti per “GO! 2025” (Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura) si staglia un ampio lavoro, ideato e curato da Marco Goldin, di carattere multidisciplinare, dedicato alla figura di Giuseppe Ungaretti e al suo doppio “ruolo” di soldato e poeta sul Carso durante la Prima guerra mondiale. E questo fin dal momento in cui lo vediamo trascorrere le prime settimane in trincea, sotto il monte San Michele, dal dicembre 1915 alla metà di gennaio del 1916.
La parte goriziana sarà il racconto quanto più possibile completo della storia di Ungaretti sul Carso, il racconto delle battaglie a cui ha partecipato, i momenti di riposo in retrovia, i congedi, il racconto dei luoghi sul Carso, fino al loro così caratteristico aspetto morfologico.
La parte storica è stata affidata a Lucio Fabi, con la partecipazione anche di Nicola Labanca, professore dell’Università di Siena, che introduce i motivi dello scoppio della Prima guerra mondiale, l’ingresso dell’Italia nel conflitto fino al fronte sul Carso.
Ci sarà naturalmente, anzi ne rappresenta il punto di scaturigine, tutto l’aspetto letterario legato alla scrittura delle poesie, e alla pubblicazione a Udine, in 80 soli esemplari nel dicembre 1916, a cura di Ettore Serra, de Il porto sepolto, quel primo libretto ungarettiano che nasce proprio dall’esperienza della guerra.
Due tra i maggiori poeti italiani contemporanei, Paolo Ruffilli e Maurizio Cucchi, si occupano dell’analisi de Il porto sepolto, il primo nella sua versione del 1916 e il secondo affrontando il tema, fondamentale in Ungaretti, delle innumerevoli varianti successive.
Ma come tutto ciò diventerà una mostra? Il percorso non partirà dal piano terra del Museo di Santa Chiara ma da un’ampia sala video da cento posti al terzo e ultimo piano del museo. Sarà quello lo spazio di avvio di uno straordinario viaggio tra letteratura, storia, geologia e pittura.
Curato da Marco Goldin, con la partecipazione anche dei vari esperti a cui sono state affidate le parti letteraria e storica, un vero e proprio documentario di mezz’ora, appositamente realizzato, racconterà la storia di Ungaretti sul Carso.
Un grande schermo di 6×3 metri accoglierà tutte le immagini – da quelle d’epoca a tutte quelle girate con i droni sul Carso nei mesi scorsi – che Alessandro Trettenero animerà e monterà, dopo averlo fatto anche per lo spettacolo teatrale collegato alla mostra.
Un vero e proprio mini-film che servirà al visitatore per conoscere e comprendere il senso della storia che la mostra vuole raccontare. In questa stessa, ampia sala al terzo piano del museo si cominceranno a vedere alcuni dei quadri che dodici pittori italiani hanno realizzato sui luoghi di Ungaretti sul Carso. I loro quadri, una novantina, tutti realizzati appositamente per la mostra, saranno presenti a ognuno dei quattro piani del museo goriziano, costituendo quel filo da non smarrire mai.
Questi i nomi degli artisti: Laura Barbarini, Graziella Da Gioz, Franco Dugo, Giovanni Frangi, Andrea Martinelli, Matteo Massagrande, Francesco Michielin, Cesare Mirabella, Alessandro Papetti, Franco Polizzi, Francesco Stefanini, Alessandro Verdi.
Lasciato l’ultimo piano del museo, il percorso sarà quindi a scendere. Al piano secondo, in una sala a questo riservata, su un grande schermo si potrà assistere alla lettura di alcune poesie de Il porto sepolto da parte dell’attore Gilberto Colla, con gli interventi critici di Paolo Ruffilli in dialogo con Marco Goldin.
Sempre in questo spazio, sulle pareti, una biografia illustrata di Ungaretti consentirà di non perdere mai di vista le vicende del poeta. E la vera preziosità sarà l’esposizione della prima delle 80 copie originali de Il porto sepolto nella sua edizione del 1916, copia appartenente alla Biblioteca di Udine, che la presta per l’occasione dopo il restauro conservativo.
Negli spazi più ampi del secondo piano continuerà il viaggio attraverso la pittura dei dodici artisti, mentre al centro delle sale saranno esposti alcuni oggetti, in apposite vetrine, per tenere insieme lo spirito della poesia con la drammatica fisicità della guerra.
Al piano primo, in una sala corrispondente a quella del piano superiore, su un altro grande schermo si vedranno e ascolteranno tutti gli approfondimenti di natura storica e militare, a cura di Lucio Fabi.
Le battaglie sul Carso saranno analizzate anche attraverso mappe e carte militari, sempre con riferimento alla partecipazione di Ungaretti e alla vita di trincea.
Negli spazi più ampi del primo piano, e poi del piano terra, proseguirà il viaggio nella pittura dei luoghi sul Carso ma anche con alcune straordinarie pitture che ritraggono Ungaretti, appositamente realizzate. Mentre al centro delle sale altri oggetti e uniformi continueranno a dare il senso della verità della guerra accanto alla poesia, grazie alla collaborazione con il Museo della Grande guerra di Gorizia. Colore della bella pittura, il suo silenzio, con il fragore delle battaglie in una mostra.
Ad accompagnare questo percorso sarà anche un libro, edito da Linea d’ombra e curato da Marco Goldin. Un libro ricchissimo, ancor più che un semplice catalogo, in cui tutti gli studiosi coinvolti nel progetto affrontano nei loro saggi, sempre ampiamente illustrati, gli aspetti della vicenda ungarettiana sul Carso.
Ovviamente è compresa anche la nutrita parte pittorica, con la riproduzione di ogni quadro esposto e una riflessione su Ungaretti da parte di ognuno dei dodici artisti. Ugualmente è inserita nel libro anche tutta la sezione di mostra che si svolgerà a Monfalcone, dunque quella legata all’arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso, gli anni dieci del Novecento.
INFO
DA BOCCIONI A MARTINI
Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso
26 Ottobre 2024 – 04 Maggio 2025
Monfalcone, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
UNGARETTI POETA E SOLDATO. IL CARSO E L’ANIMA DEL MONDO. Poesia pittura storia
26 Ottobre 2024 – 04 Maggio 2025
Gorizia, Museo di Santa Chiara