Tracey Emin, Sex and Solitude, Palazzo Strozzi, Firenze, 2025. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio © Tracey Emin. All rights reserved, DACS 2025.

Tracey Emin a Firenze a Palazzo Strozzi: la mostra ‘Sex and Solitude’

Ha inaugurato ieri, 16 marzo e sarà visitabile fino al 20 luglio 2025 a Palazzo Strozzi a Firenze la mostra di Tracey Emin “Sex and Solitude”, la più ampia retrospettiva mai dedicata in Italia all’artista britannica.

Un’esposizione che si configura come un viaggio nel suo universo espressivo, attraversando oltre sessanta opere tra pittura, scultura, video, fotografia e installazioni. Curata da Arturo Galansino, la mostra propone un’indagine viscerale su temi cardine della produzione di Emin: il sesso e la solitudine, l’amore e la sofferenza, la malattia e la memoria.

Un percorso tra intimità e denuncia

Tracey Emin, protagonista della Young British Art negli anni Novanta, ha sempre fatto della propria esperienza biografica il fulcro della sua ricerca artistica. Il percorso espositivo si sviluppa come una narrazione emotiva che attinge dal vissuto personale per restituire una riflessione più ampia e universale sulla condizione umana. L’esposizione si apre nel cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi con la monumentale scultura in bronzo I Followed You To The End (2024), un’opera che evoca il senso di perdita e di ricerca ossessiva dell’altro.

All’interno delle sale, il visitatore si confronta con installazioni emblematiche come Exorcism of the last painting I ever made (1996), che documenta una performance in cui Emin si chiuse in uno spazio per tre giorni dipingendo nuda, in un rituale catartico di affermazione identitaria. Il linguaggio della pittura emerge in opere come It – didnt stop – I didnt stop (2019) e There was blood (2022), dove gesti rapidi e colori intensi delineano figure spezzate, corpi frammentati tra desiderio e sofferenza.

Il corpo come terreno di battaglia

Il corpo femminile, da sempre elemento centrale nella poetica di Emin, è rappresentato in molteplici declinazioni: desiderante, vulnerabile, sacrificale. Sculture come All I want is you (2016) traducono questa tensione in forme tridimensionali, dove posture tese e superfici ruvide evocano una fisicità dolente e struggente. Il neon, altro medium iconico dell’artista, è presente con opere testuali come Those who Suffer LOVE (2009), in cui il linguaggio diretto e confessionale si fa grido luminoso e lapidario.

Arte e autobiografia: un’introspezione universale

Ciò che rende unica la ricerca di Emin è la capacità di trasformare esperienze personali in archetipi universali. Attraverso il ricamo, il disegno, il video e la scultura, l’artista britannica costruisce un lessico emotivo in cui la fragilità si mescola a un’urgenza espressiva primitiva e intensa. L’opera I do not expect (2002), una coperta decorata con scritte applicate, si inserisce in questa dimensione diaristica, dove il gesto artigianale diventa testimonianza di un dolore sedimentato nel tessuto della memoria.

Con il sostegno della Fondazione Palazzo Strozzi e il patrocinio di istituzioni pubbliche e private, Tracey Emin. Sex and Solitude non è solo una mostra antologica, ma un’esperienza immersiva nell’universo artistico di una delle voci più potenti dell’arte contemporanea. Un’esposizione che interroga il visitatore, lo scuote, lo costringe a confrontarsi con le contraddizioni dell’esistenza umana, tra desiderio e solitudine, tra amore e perdita.

L’Artista

Tracey Emin at Palazzo Strozzi on the occasion of the exhibition Sex and Solitude. Palazzo Strozzi, Firenze, 2025.
Photo Ludovica Arcero, Saywho.

Tracey Emin è nata nel 1963 a Croydon, Londra, ed è cresciuta nella città costiera di Margate. Nell’arco della sua carriera ha sviluppato una pratica artistica che spazia tra disegno, pittura, arazzi, ricami, film, sculture in bronzo e installazioni al neon. L’artista trae ispirazione dalla propria vita, facendo riferimento a esperienze profondamente intime: dalla sua storia sessuale agli abusi subiti, dall’aborto alle relazioni affettive, fino, più recentemente, al cancro e alle sfide legate alla sua salute.

Nel 1999 ha attirato enorme attenzione mediatica quando è stata candidata al Turner Prize e ha esposto My Bed alla Tate Gallery di Londra. L’opera, realizzata l’anno precedente durante un periodo di forte instabilità emotiva, mostra il letto sfatto dell’artista circondato da oggetti personali e altri resti, come preservativi, biancheria macchiata di sangue, bottiglie di alcol vuote e mozziconi di sigaretta.

Da quel momento la carriera di Emin ha conosciuto una crescita costante: nel 2007 ha rappresentato il Regno Unito alla 52. Biennale di Venezia e nel 2011 è stata nominata Professore di Disegno presso la Royal Academy, diventando una delle due prime donne a ricoprire questo ruolo nella storia dell’istituzione.

Oggi Emin è ampiamente riconosciuta a livello istituzionale. Recentemente ha inaugurato a Margate i Tracey Karima Emin (TKE) Studios, uno spazio professionale per artisti interamente da lei sovvenzionato, che include anche la Tracey Emin Artist Residency (TEAR), una residenza artistica gratuita in studio.

Nel 2024 è stata insignita del titolo di “Dame” nell’ambito dei premi conferiti in occasione del compleanno del re, come riconoscimento del suo contributo all’arte.

Exhibition View

Info

TRACEY EMIN. SEX AND SOLITUDE
Firenze – Palazzo Strozzi
Fino al 20 luglio 2025

HESTETIKA ART Next Generation

Iscriviti
alla newsletter di Hestetika