La programmazione artistica estiva di SPAZIO GRIOT si è aperta con l’inaugurazione nel Padiglione 9a del Mattatoio di Roma della mostra “SEDIMENTS. After Memory” di Victor Fotso Nyie, Muna Mussie, Las Nietas de Nonó, Christian Offman, a cura di Johanne Affricot ed Eric Otieno Sumba.
L’esposizione, aperta al pubblico fino al 4 settembre 2022, si propone di individuare all’interno di quella che il sociologo Zygmunt Bauman ha definito “modernità liquida”, fatta di flussi e tendenze effimeri e fugaci, ciò che permane, andando controcorrente e sedimentandosi al di sotto della superficie turbolenta della quotidianità.
SEDIMENTS. After Memory interroga questa testimonianza granulare depositata seguendo quattro segni distintivi della modernità liquida: rivoluzioni ostacolate, soggettività postcoloniali, consumismo vuoto e cittadinanza precaria.
La mostra mette in discussione la distinzione tra esposizioni personali e collettive, avvicinando le opere come capitoli tematici o parti di un intero, unendo trasversalmente molteplici prospettive che collegano Camerun, Eritrea, Italia, Porto Rico e Rwanda.
GLI ARTISTI
Muna Mussie (Eritrea, 1978) trascina il pubblico negli spazi liminali dell’esilio e della continua organizzazione remota per la liberazione. Nell’installazione??? ??? | ??????? ???? | Bologna St. 173 (Riverberi Roma), (2021-2022) ricorda i raduni che, tra il 1974 e il 1991, si sono tenuti a Bologna ogni agosto a sostegno della lotta di liberazione eritrea. Con questa installazione mette in scena il concetto di casa transitoria e precaria. Per Bologna St. 173 (Riverberi Roma), l’artista introduce un nuovo elemento: un video del festival in loop, accompagnato dal racconto di una giovane donna eritrea che ha abitato ad Asmara, Bologna Street.
Victor Fotso Nyie (Camerun, 1990) rielabora la percezione contemporanea delle forme scultoree africane attraverso le opere che compongono Identità Sospese. Mosso dalla diffusione globale e commerciale di maschere africane stilizzate, le sculture di Fotso Nyie riprendono le fattezze del corpo Nero, simboleggiando però l’alienazione delle soggettività africane contemporanee attraverso l’uso di inflessioni surrealiste e speculative. Superando i dibattiti in corso relativi alla restituzione della cultura materiale africana, Identità Sospese è allo stesso tempo un intervento estetico e materiale che riguarda sia un nuovo linguaggio artistico, che la riabilitazione e la riparazione di una tradizione scultorea che ha un lungo corso in molti paesi africani, compreso quello di origine dell’artista (Camerun).
Le due sorelle mapenzi e mulowayi nonó, (Porto Rico) formano il duo artistico Las Nietas De Nonó, che fondono e confondono teatro, performance, interventi artistici e vita quotidiana in processi ancorati alle loro biografie. Le sorelle hanno trasformato l’ex casa del nonno nel Barrio San Anton, a Porto Rico, nel Patio Taller (2011-2019), uno spazio comunitario e residenza per artiste e artisti internazionali che stimola i ritmi di lavoro, lo svago e la produzione della comunità. Questo impulso è documentato nella loro installazione video FOODTOPIA: después de todo territorio (2020-2021), che può essere letto come una critica nascente della disconnessione sensoriale tra il consumatore moderno, il cibo che lo mantiene in vita, e l’ambiente naturale che lo fornisce.
Christian Offman (Rwanda, 1993), nell’installazione site-specific Barocco, affronta un tema determinante della modernità liquida: la cittadinanza. Crescendo tra il Rwanda e l’Italia, attinge dalla sua esperienza di vita, nonché da una pratica artistica che fonde storia e memoria nella scultura e nell’installazione, e affronta le nozioni di base del diritto di cittadinanza attraverso gli spazi che rafforzano la non-cittadinanza: un archetipo che ricrea per l’installazione. Le barricate antisommossa di acciaio grigio, che strutturano e scandiscono i sogni e le speranze dei/delle non-cittadini in attesa presso le autorità italiane per l’immigrazione, sono intrise delle contraddizioni del sistema.
IL PROGRAMMA
Oltre alla mostra, la programmazione artistica di SPAZIO GRIOT comprende anche una serie di appuntamenti che includono performance, workshop, talk, conversazioni con le artiste e gli artisti, stand-up comedy e incontri musicali.
Venerdì 1° luglio si terrà dalle ore 10.30 alle ore 13.00, nel Padiglione 9a del Mattatoio, il workshop Storie d’Argilla, un laboratorio per bambini con lo scultore Victor Fotso Nyie, uno degli artisti della mostra SEDIMENTS. After Memory. Dopo aver tratto ispirazione dalla mostra i/le partecipanti potranno cimentarsi con l’argilla e la creta, creando una propria scultura e portarla a casa.
Martedì 5 luglio, alle ore 19.00, Liliana Mele (Etiopia, Italia, 1984), attrice, e Ilenia Caleo (Italia), performer, attivista e ricercatrice, si confronteranno nel talk Archivi dispersi e resistenza: il teatro etiope prima, durante, dopo l’impero di Hailé Selassié, nella corte esterna del Mattatoio. Il dibattito si propone di smantellare la comune e falsa concezione che l’Africa non abbia un patrimonio teatrale, un’idea che deriva per lo più dall’annichilimento culturale imposto dal colonialismo. Liliana Mele situa la sua ricerca nel contesto e nel periodo storico dell’Etiopia prima, durante e dopo la reggenza di Hailé Selassié, ultimo imperatore d’Etiopia. Il concetto di teatro verrà esaminato da una prospettiva non occidentale, confrontandolo con la tradizione teatrale europea, e cercando di valorizzare la ricca creatività della tradizione orale e performativa in Etiopia.
A seguire, alle ore 21.00 nel Padiglione 9b, sarà la volta della performance The Nothing #8: Spazio Griot @ Mattatoio di Autumn Knight (USA, 1980), artista interdisciplinare di Houston, Texas, residente a New York e attualmente artista in residenza all’American Academy in Rome, che lavora con performance, installazioni, video e testi. The Nothing #8: Spazio Griot @ Mattatoio esplora il concetto del dolce far niente, approfondendo insieme al pubblico l’idea dell’otium attraverso la pratica, la ripetizione e la sperimentazione.
Gli esiti della performance e della pratica artistica di Knight, verranno poi discussi mercoledì 6 luglio, alle ore 19.00 nella corte esterna, in una sessione di domande e risposte con l’artista Autumn Knight e la performer Silvia Calderoni (1981, Italia). Sempre mercoledì 6 luglio, alle ore 20.30 nel Padiglione 9b, Omar Gabriel Delnevo (Italia, Regno Unito, 1996) e Leila Bencharnia (Italia, Marocco, 1993) si esibiranno nella performance musicale soundskin. Il compositore cosmopolita – che ha vissuto in Brasile e oggi vive tra Italia e Inghilterra – e l’artista sonora si concentrano sulla pratica dell’ascolto attraverso i materiali e la gestualità, alla ricerca di giunture sonore attraverso spazi lontani. La performance consiste in un’esplorazione del corpo di uno strumento, di come la sua voce reagisca attraverso e con l’essere umano, sforzandosi di trovare modi diversi di ascoltare per entrare in contatto con gli strati più profondi della nostra soggettività.
Giovedì 7 luglio, alle ore 19.30 Padiglione 9B, talk e dibattito Listening to Italian Colonialism con l’antropologo della musica e studioso di canto Gianpaolo Chiriacò (Italia, 1980) e l’autrice e studiosa di Comunicazione, ricerca e innovazione Francesca Moretti (Italia, Somalia), in conversazione con la cantante e producer Karima 2G (Italia, Liberia, 1980) e il rapper e attivista Luca Neves (Italia, Capoverde, 1988). Negli anni in cui l’Italia preparava l’invasione dell’Etiopia, decine di canzoni vennero composte, pubblicate e trasmesse per dare un contributo all’impresa coloniale, ma anche per descrivere e far conoscere agli italiani in patria le terre occupate. Listening to Italian Colonialism utilizza questi suoni d’archivio come spunto di discussione e confronto tra scrittori, musicisti e attivisti per comprendere come i suoni possano riscrivere la storia e allo stesso tempo svelare connessioni profonde con la modernità.
Lunedì 11, martedì 12 e mercoledì 13 luglio: Workshop di scrittura Come As You Are con il poeta, drammaturgo e performer Inua Ellams. Come As You Are è un workshop di 3 giorni con Inua Ellams dedicato ai/alle giovani creativi/e BIPOC (Black, Indigenous, People of Color) under 35 con un forte interesse per la Live Literature. Il workshop si terrà nel Padiglione 9a ed è curato da SPAZIO GRIOT, Ohhfive – Inua Ellams per il lancio del progetto Whose wor(l)d is this? Diverse voices in urban literature in the UK and Italy. Durante il laboratorio, Inua Ellams proporrà degli esercizi di scrittura legati alla sua pratica artistica: poesia, drammaturgia e saggistica. Come As You Are è realizzato in collaborazione con Inua Ellams, Orbita Spellbound, nell’ambito di Whose Wor(l)d Is This? Diverse Voices in Urban Literature in the UK and Italy, supportato dai British Council International Collaboration Grants.
Lunedì 11 luglio, alle ore 20.00 nel Padiglione 9b, il poeta, artista transdisciplinare e teorico critico SA Smythe (UK), artista in residenza all’American Academy in Rome, presenta la performance proclivity, un’installazione sonora, attraverso cui cerca di rispondere alle esperienze occidentalizzate della modernità e alle errate rappresentazioni della “crisi” – del clima, delle migrazioni, della razza, del Sé – come punti binari fissi che potrebbero generalmente tendere verso un percorso lineare di progresso, piuttosto che rappresentare essi stessi punti di svolta e di costante sconvolgimento. Smythe mette insieme un ambiente sonoro, immersivo e intertestuale per evocare le geografie Nere e le loro tendenze trasformative. La performance lavora anche con e contro questioni di traduzione, liberazione e cattura. Chi siamo, e quando; perché ha importanza?
Martedì 12 luglio, alle ore 20.00 nel Padiglione 9b, si terrà la performance di Cherish Menzo (Olanda, Suriname, 1988) Sorry, But I Feel Slightly Disidentified…, ideata dal coreografo Benjamin Kahn (Francia, 1980): il ritratto di una donna che potrebbe essere chiunque, o che potrebbe non esistere. Un viaggio audace e ostinato con colpi di scena magistrali. Sviluppato nel 2018, e debuttato nel 2019, per e con Cherish Menzo, Sorry, But I Feel Slightly Disidentified… colpisce i mali che indeboliscono le nostre società: i pregiudizi su razza e genere, sullo status sociale e sulle culture. Il primo di una trilogia sugli stereotipi e le limitazioni (fisiche o immaginarie) che ostacolano i nostri corpi e il modo in cui ci relazioniamo con gli altri.
La performance sarà seguita alle ore 21.15 dal talk con la performer Cherish Menzo e il coreografo Benjamin Kahn.
Mercoledì 13 luglio, alle ore 19.30 nella corte esterna del Mattatoio, ci sarà il talk con il poeta, drammaturgo e performer Inua Ellams (Nigeria-UK, 1984) e la ricercatrice e traduttrice editoriale Ilaria Oddenino (Italia, 1981), nell’ambito del progetto Whose Wor(l)d Is This? Diverse Voices in Urban Literature in the UK and Italy. Supportato dai British Council International Collaboration Grants.
Giovedì 14 luglio, alle ore 19.30 nello spazio esterno ai Padiglioni, talk Audiovisivo e teatro nel contemporaneo: sceneggiatura, narrazioni ed esperienze afroitaliane, con l’attrice, sceneggiatrice e regista Daphne Di Cinto (Italia, Seychelles) e l’attore Haroun Fall (Italia, Senegal, 1995), moderato da S. Himasha Weerappulige (Italia, Sri Lanka). L’Italia è sempre stata un importante centro di produzione cinematografica e letteraria. Oggi, una scena fiorente, guidata da una nuova generazione di attori, scrittori, registi e produttori emergenti sta salendo alla ribalta, diversificando il nuovo corso della produzione culturale italiana. Quali sono le ispirazioni e il background di questi protagonisti? E quali sfide incontrano in questo ambito per cambiare e arricchire i punti di riferimento tradizionali aggiungendo nuove narrazioni? Questa discussione vuole evidenziare la vitalità, le dure realtà e le aspirazioni di questi artisti che non solo ri-creano la propria identità, ma anche quella dell’audiovisivo e del teatro italiani. Alle ore 21.00 nel Padiglione 9b l’artista Alesa Herero (Italia, Capoverde) performerà Headless and Neckless (2020), con Xullaji (Portogallo). La performance è nata a seguito della morte di George Floyd, in una sorta di evoluzione delle sue poesie in cui esplora sia il suo corpo che la sua voce. La performance è in collaborazione con Xullaji. A seguire, un talk con l’intellettuale Luca Ghiara.
Venerdì 15 luglio serata all’Aniene Festival, dalle ore 19.00 alle 23.45, Listening Session a cura di Giulio Pecci, con ascolto di dischi e talk con la DJ Mary Gehnyei.
Giulio Pecci classe ’96, scrive di musica e cultura per Zero, Il Tascabile, Esquire, Rolling Stone, DLSO, Griot Mag e altri. Organizza la rassegna mensile Quadraro in Jazz e cura la programmazione di Frissón Jazz Club, oltre a essere un resident su Radio Raheem. Le sue selezioni come Chourmo esplorano il rapporto tra le musiche afrocentriche contemporanee. Mary Gehnyei, di origini liberiane, nata a Roma, inizia come vocalist in alcuni dei migliori club d’Italia, per poi entrare a far parte del settore cinematografico lavorando come assistente costumista. Colleziona amatorialmente vinili con i quali scopre di avere un legame molto forte, tanto da volerli condividere in ogni occasione. Nel suo eclettico background musicale confluiscono varie influenze, dall’Hip Hop al reggae fino ad arrivare alla Techno Detroit, ed è funambola dell’House Music, in grado di azzardare e sperimentare diverse sonorità. Dj ufficiale di aziende sportive e dj Actress in film e serie tv nazionali ed internazionali, lavora anche nel settore della moda, registrando podcast per i caffè restaurant di Fendi e Moschino.
A seguire si terrà Il cugino di Carlo Magno, stand-up di John Modupe (1993, Italia, Nigeria), podcaster di Parma, stand-up comedian emergente, autore e conduttore di OMJ Podcast.
Durante lo spettacolo John si chiede se sia un peccato o un orgoglio essere borghese e Nero. In ogni caso, per John è diventato un chiodo fisso. Ma perché? Durante questo pezzo inedito, John Modupe trasporterà il pubblico attraverso le sue esperienze paradossali, dentro mondi ribaltati e personaggi singolari per smascherare questo paradigma. La sua prima solo performance di stand-up comedy, un monologo, risultato della residenza artistica e di formazione con la prima stand-up comedian donna, Velia Lalli, e SPAZIO GRIOT, uno show divertente e dal ritmo incalzante. Dalle ore 22.00 alle ore 23.45, Live della band romana Sinnerman, una collaborazione tra SPAZIO GRIOT e Aniene Festival.
Giovedì 1° settembre Muna Mussie presenterà l’azione performativa di chiusura Re-Turn Bologna St. nel padiglione 9a del Mattatoio, dalle ore 20.00 alle 20.30. Re-Turn Bologna St. è un ritorno circolare dell’artista Muna Mussie presso la mostra per dialogare con l’installazione, ridefinendo e decostruendo il concetto di casa.
“Come direttrice artistica di uno spazio indipendente quale SPAZIO GRIOT, che porta avanti e promuove pratiche artistiche, pensiero critico e riflessioni legate anche alla condizione di sottorappresentazione e marginalizzazione di certi corpi, essere per due mesi negli spazi del Mattatoio è un segnale molto importante per la città e il paese,” dichiara Johanne Affricot, che prosegue: “E sono felice che la nostra prima programmazione artistica di così ampio respiro stia avendo luogo nella mia città, Roma. Ringrazio per il sostegno il CdA e la direzione di Azienda Speciale Palaexpo, il nostro main sponsor GUCCI e le istituzioni partner: l’American Academy in Rome, che ha sostenuto la presenza in mostra de Las Nietas de Nonó attraverso l’Academy’s Fellow Project Fund, la British School at Rome, il British Council, Orbita Spellbound. Ringrazio inoltre Aniene Festival per aver risposto prontamente alla chiamata, letteralmente.
E ancora: “Lo sforzo titanico che sto portando avanti, specialmente negli ultimi tre anni, supportata dai miei co-cospiratori Celine Angbeletchy ed Eric Otieno Sumba (e a cui recentemente si sono aggiunte Elena Ndidi Akilo e Darya Shojai, rispettivamente Project manager e Responsabile di produzione e comunicazione di SPAZIO GRIOT, e Roberto Scalmana, che in questa programmazione è entrato in veste di curatore associato della mostra), è avere un nostro spazio artistico fisico e fisso—mantenendo sempre il nostro approccio nomade—in cui poterci incontrare, sperimentare, creare e portare in superficie le complessità che contraddistinguono la nostra contemporaneità. Ma è anche fondamentale avere sul territorio un luogo che manca a Roma, uno spazio che sia punto di riferimento e raccordo per quella comunità artistica internazionale che vive la capitale d’Italia più come un luogo di passaggio, rispetto ad altre capitali europee come Londra, Berlino, Parigi, Lisbona.”
Affricot conclude facendo un appello alle istituzioni: “In generale, partendo da questa programmazione, invito le istituzioni, sia italiane che estere, così come il settore privato, ad essere ancora più ambiziose e sperimentatrici, a sostenere con determinazione la presenza di questi spazi sul territorio adottando un approccio di lungo periodo.”
INFO
SEDIMENTS. After Memory
Victor Fotso Nyie, Muna Mussie, Las Nietas de Nonó, Christian Offman
a cura di Johanne Affricot ed Eric Otieno Sumba
Fino al 4 settembre 2022