Recensione Mostra: REBECCA MOCCIA. “Somewhere in the Room” da Mazzoleni a Torino

“Somewhere in the Room” è il titolo della prima personale di Rebecca Moccia negli spazi della galleria Mazzoleni di Torino.

Il corpus della mostra è la sommatoria poetica degli ultimi tre anni di ricerca di Rebecca.
L’artista, affascinata dal concetto di solitudine e dalle sue mille implicazioni sociali e emotive, ha esplorato ancora una volta lo stato emozionale e percettivo della solitudine inteso in senso collettivo e politico, nel tentativo di comprenderne cause e possibili strategie di riscatto.

Una ricerca che si è svolta attraverso residenze, workshop e installazioni site – specific in collaborazione con Outset England, Jupiter Woods (London), Magazzino Italian Art (Cold Spring, New York), Ambasciata
Italiana a Tokyo, Fondazione ICA Milano, Careof (Milano).

La citazione di Charles Dickens in “Hard Times” (‘I think there’s a pain somewhere in the room), che dà il titolo al progetto espositivo, scelta dall’artista e già utilizzata dal filosofo Tonino Griffero in simili contesti semantici, ben esemplifica il tipo di visione degli stati emotivi che orientano la pratica di Moccia, che si articola sulle relazioni tra spazi, corpi e contesti.

Per l’artista, luoghi e momenti portano con sé particolari atmosfere ed emozioni spazializzate che non
appartengono ad un soggetto, ma provengono dall’esterno, da quell’ambiente e dalla sua particolare
atmosfera.

A partire da questo presupposto anche la ricerca di Moccia sulla Solitudine si è concentrata su come
questo stato emotivo e la sua percezione nella società contemporanea venga formato dalle strutture
politiche e sociali in cui viviamo. Differentemente dall’opinione comune e dalla retorica pandemica,
nelle opere di Rebecca Moccia e nella sua ricerca, la solitudine emerge non come un problema
psicologico del singolo ma come un sentimento condiviso e collettivo che permea le società
occidentali.

What if loneliness was a political issue,
rather than an individual one?
A collective feeling.
By directing pain toward its actual cause,
Could we turn it into a tool of struggle?

(frammento dallo script del video Ministries of Loneliness)

Altro nodo che emerge da questa ricerca e dal gruppo di lavori presentati in mostra è quello della temperatura, che viene indagata sia come temperatura fisica che emotiva.
Se il corpo solo è un corpo stressato, un corpo che si stanca e si infiamma eccessivamente (e quindi si ammala facilmente), il risvolto della medaglia potrebbe essere, in una visione della solitudine e del dolore alle quali viene restituita la loro carica politica, che l’infiammarsi si trasformi nel calore di sentirsi una comunità, sebbene anche sofferente, o nell’ardore di una lotta anche se invisibile.

Lavoriamo con Rebecca Moccia dal 2018 – spiega Davide Mazzoleni – È l’artista più giovane con cui
collaboriamo; il rigore della sua ricerca, l’esito formale e stilistico del suo lavoro in connessione con lo
spazio espositivo, il suo impegno sociopolitico, sono sempre fonte di arricchimento e di riflessione, e
siamo lieti di presentare negli spazi storici torinesi questo nuovo importante momento del suo percorso,
dopo i premi, i riconoscimenti e le mostre degli ultimi anni, che la qualificano ormai come artista
affermata nel panorama italiano e non solo”.

L’ARTISTA

Rebecca Moccia (Napoli,1992) è un’artista la cui pratica transdisciplinare esplora la materialità degli stati percettivi ed emotivi che possono emergere da specifiche caratteristiche dello spazio fisico e sociale.
Le opere di Rebecca Moccia sono state esposte in istituzioni pubbliche e private tra cui: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), International Short Film Festival (Oberhausen), Fondazione ICA (Milano), Jupiter Woods (Londra), Mazzoleni (Londra-Torino), Istituto Italiano di Cultura (Bruxelles), Fondazione Morra Greco (Napoli), Museo del Novecento (Firenze), MACRO (Roma), Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce (Genova), ENSBA (Lione), Academiae Youth Art Biennale (Brixen).
Nel 2021 è vincitrice della borsa di ricerca internazionale promossa dal Ministero della Cultura (DGCC) nell’ambito del programma Italian Council X per il progetto “Ministry of Loneliness”, una collaborazione con Magazzino Italian Art (New York), Outset England (Londra), Nanzan University (Nagoya).
Rebecca Moccia è co-fondatrice di AWI – Art Workers Italia.

SCORE

OPERE: 8,00 – Le opere presentate sono state concepite e realizzate in maggioranza per la mostra, con la proposta di un nuovo percorso di visita negli spazi della galleria a Torino.
Oltre a Cold as You Are (2022), la serie di immagini termiche che raffigurano luoghi, corpi e situazioni oggetto della ricerca dell’artista, vengono presentate Loneliness Scales, opere in ceramica Raku concepite per la personale alla Fondazione ICA di Milano del 2023, il non-fiction film Ministries of Loneliness insieme all’inedita installazione site-specific How often do you feel heard e al grande arazzo A Body That Sets On Fire, realizzato in collaborazione con Giovanni Bonotto.

ALLESTIMENTO: 8,00 – Il percorso della mostra nelle sale della Galleria torinese si snoda in maniera fluida e concettuale e trova una perfetta armonia con la storicità dei locali della Mazzoleni. Di grande impatto è l’installazione di How often do you feel heard (2023). Il cortocircuito dei microfoni afoni in ceramica installati dentro il salone fornisce una lettura poetica di grande impatto che restituisce la concettualità dell’opera dove tutti hanno voce ma nessuna ascolta.

CONCEPT & PAROLE CHIAVE: 8,00 – Le parole chiave della mostra sono: Solitudine, Temperatura, Burocrazia, Silenzio, Sperimentazione, Comunità, Viaggio.

CATALOGO:  n.a. – Al momento non è ancora disponibile il catalogo. La mostra sarà accompagnata dalla pubblicazione sul lavoro di Moccia legato alla sua recente personale presso la Fondazione ICA Milano. Pubblicata da Humboldt books in doppia lingua (Italiano e Inglese) conterrà contributi dell’artista e di diversi autori.

COMPLESSIVO8,00 – Rebecca Moccia offre al fruitore della mostra una narrazione artistica poetica ma al tempo stesso anche politica e sociale che si addentra nei meccanismi intimi e emotivi della solitudine. La trattazione della tematica è fatta in modo delicato attraverso i suoi strumenti, i suoi materiali e le sue matrici creative.

INSTALLATION VIEW

INFO

REBECCA MOCCIA
Somewhere in the Room
Mazzoleni, Torino
Fino al 18 novembre 2023
Mazzoleni, Piazza Solferino, 2 – 10121 Torino

HESTETIKA ART Next Generation

Altre storie
Restauro del design e del contemporaneo, una sfida aperta in Triennale Milano