Dal 16 febbraio al 14 maggio 2023, Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano un’importante mostra personale dell’artista aborigena Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori.
Questa è la quinta mostra presentata nell’ambito del partenariato della durata di otto anni tra le due istituzioni, che conferma l’impegno nei confronti di artisti e geografie raramente rappresentati nei musei e nelle mostre occidentali.
Considerata una delle più grandi artiste australiane contemporanee degli ultimi due decenni, Sally Gabori ha iniziato a dipingere nel 2005, intorno agli ottant’anni di età, raggiungendo rapidamente come artista una fama nazionale e internazionale.
In pochi anni di rara intensità creativa, e prima della sua morte avvenuta nel 2015, ha realizzato un corpus di opere unico, vivace e colorato, senza apparenti legami con altre correnti estetiche, né con la pittura aborigena contemporanea.
Riunendo una trentina di dipinti monumentali, questa mostra è organizzata in stretta collaborazione con la famiglia dell’artista e la comunità Kaiadilt, inclusi i maggiori specialisti dell’arte e della cultura Kaiadilt. Alcuni di loro saranno presenti a Milano in occasione dell’apertura della mostra per rendere omaggio all’artista, le cui opere continuano ad affascinare per il loro carattere spontaneo, luminoso e profondamente originale.
L’ARTISTA
Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori è nata nel 1924 sull’isola Bentinck, nel Golfo di Carpentaria, al largo della costa settentrionale del Queensland, in Australia. Era una donna Kaiadilt che parlava la lingua Kayardilt. Il suo nome, Mirdidingkingathi Juwarnda, deriva dalla tradizione Kaiadilt, che stabilisce che ogni persona prenda il nome in base al luogo di nascita e al proprio antenato totemico.
Pertanto, Mirdidingkingathi indica che Sally Gabori è nata a Mirdidingki, una piccola insenatura situata a sud dell’isola Bentinck, e che il suo “animale totem” è lo juwarnda, ossia il delfino.
Per gran parte isolati, con una popolazione di 125 persone nel 1944, i Kaiadilt furono gli ultimi aborigeni dell’Australia costiera ad entrare in contatto con i coloni europei. Sally Gabori e la sua famiglia conducevano uno stile di vita tradizionale, affidandosi quasi interamente alle risorse naturali della loro isola.
Come la maggior parte delle donne, Sally si occupava della pesca, della manutenzione delle nasse in pietra che punteggiavano le coste dell’isola e della tessitura di ceste utilizzando fibre naturali.
Dall’inizio degli anni ‘40 in poi, i missionari presbiteriani che nel 1914 si erano stabiliti sull’isola Mornington, a nord dell’isola Bentinck, tentarono senza successo di convincere i Kaiadilt a unirsi alla loro missione. I loro tentativi furono vani.
Tuttavia, nel 1948, a seguito di un ciclone e di un maremoto che inondarono gran parte della terra dei Kaiadilt e che contaminarono le riserve di acqua dolce, gli ultimi 63 residenti Kaiadilt sopravvissuti, tra cui Sally Gabori e tutta la sua famiglia, furono evacuati nella missione presbiteriana sull’isola Mornington. Il loro esilio, che credevano sarebbe stato solo temporaneo, durerà diversi decenni. Quando
arrivarono a Mornington, i Kaiadilt furono alloggiati in campi lungo la spiaggia e i bambini furono separati dai loro genitori e sistemati in dormitori all’interno della missione.
Fu loro proibito di parlare la loro lingua madre, creando perciò una frattura profonda con la loro cultura e le loro tradizioni.
Dagli anni ‘90 in poi, dopo molti anni di lotte per il riconoscimento dei diritti territoriali degli aborigeni, l’Australia ha varato una legislazione che ha finalmente riconosciuto i diritti dei Kaiadilt sulla loro terra. Un insediamento, che viene definito un outstation, fu stabilito a Nyinyilki sull’isola Bentinck, permettendo a quei
Kaiadilt che lo desideravano, inclusa Sally Gabori, di tornare alla loro isola nativa e rimanervi temporaneamente.
Sally Gabori ha iniziato a dipingere nel 2005, a più di ottant’anni di età. I suoi dipinti, sebbene in apparenza astratti, sono tanto riferimenti topografici quanto storie aventi un profondo significato per lei, la sua famiglia e la sua gente. Sono una celebrazione di diversi luoghi della sua isola natale, che Sally Gabori e i membri della sua famiglia non hanno potuto visitare per molti anni, nonostante ne portassero il nome. I luoghi che dipinge sono anche associati alla lotta politica per il riconoscimento dei diritti sulla terra dei Kaiadilt.
Dopo la sua morte nel 2015, la Queensland Art Gallery | Gallery of Modern Art di Brisbane e in seguito la National Gallery of Victoria a Melbourne hanno presentato una grande retrospettiva del suo lavoro, rispettivamente nel 2016 e nel 2017.
I suoi dipinti sono ora presenti in molte delle più importanti collezioni pubbliche australiane e in diverse collezioni europee.
SCORE
OPERE: 8,50 – Energia, densità, colore, dimensione, potenza espressiva. L’arte di Sally Gabori è primordiale ma trasposta messaggi attualissimi. Una grande capacità di catturare l’osservatore nelle sue astrazioni e di portarlo alla riflessione sulla natura sull’attuale scempio ambientale.
INSTALLAZIONE: 7,50 – 29 opere di grandi dimensioni che, soprattutto grazie alla cromia e alle sue contrapposizioni con i colori delle pareti dell’allestimento, offrono un impatto monumentale.
CONCEPT E CURATELA: 8,00 – Ideata e curata da Fondation Cartier e inaugurata a Parigi nel 2022 presenta un viaggio concettuale che racconta una narrazione forte di un’artista il cui lavoro è profondamente radicato nelle tradizioni del suo popolo.
CATALOGO: 8,00 – Completo e dettagliato. Opere e testi.
COMPLESSIVO: 8,00 – L’opera di Sally ammaliano, catturano e ti portano nel suo mondo, semplice ma pieno di energia e di emozioni. Una voce potente che ci racconta con il linguaggio dell’arte la natura e il senso della vita.
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INFO
Mirdidingkingathi Juwarnda
Sally Gabori
16 febbraio – 14 maggio 2023
Biglietto intero: 12 euro / ridotto 10 euro / studenti 6 euro
Biglietto unico per visitare tutte le mostre di Triennale Milano: 18 euro
Orari Triennale Milano
martedì – domenica, ore 11.00 – 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Triennale Milano