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Recensione: MACTE – Irene Fenara. Le buone ombre

Qualche volta le mie scelte sono poco decifrabili, forse sperimentali o talvolta anche casuali. Questa sicuramente lo è.

Nel weekend appena trascorso, mentre l’imperativo per tutti i giornalisti d’arte più blasonati era essere a Parigi per Art Basel, io mi sono disconnesso da questo bisogno impellente di fare a tutti i costi ciò che è più hype e trendy, e mi sono addentrato in un non-luogo: il Molise.
La mia scelta è stata quella di visitare una mostra e un museo in piena provincia, il MACTE di Termoli.

Volevo uscire dagli schemi iconoclastici, snob e fagocitanti della scena milanese e immergermi in un percorso che mi permettesse di riscoprire la pura passione per l’arte e la qualità che può essere trovata anche in provincia, in luoghi lontani dai tipici percorsi del turismo culturale e artistico.
Dopo questo lungo preambolo, eccomi a Termoli, un’intima perla sul mare Adriatico.

In scena al MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli – “Le buone ombre”, mostra personale di Irene Fenara.

L’artista, un anno dopo la vittoria del Premio nella 63ª edizione del Premio Termoli, espone fino al 25 gennaio 2025 un corpus della sua ricerca artistica.

L’indagine creativa di Irene Fenara apre una riflessione profonda e stratificata sul tema della visibilità, della memoria e del significato delle immagini nell’era contemporanea. La sua arte, che utilizza le immagini registrata da telecamere di sorveglianza private non protette alle quali riesce ad accedere tramite una serie di codici, cattura frammenti del mondo naturale e geometrie astratte e ci invita a meditare sulla condizione dell’essere visti e sull’atto stesso del vedere.

Sovvertendo la funzione delle telecamere di sorveglianza, l’artista seleziona immagini astratte con sfondi naturalistici di luoghi geografici disparati e non dichiarati.

Il suo intento è poetico più che voyeuristico: Fenara realizza inoltre autoritratti privi di vanità, inquietanti nella loro solitudine, che evocano una dimensione fantasmagorica. Selezionando forme, ombre, e coni di luce nei perimetri di case isolate, salva queste immagini da un flusso di registrazione che viene cancellato ogni 24 ore. Questa scelta preserva fotogrammi dimenticati, altrimenti destinati a scomparire per sempre, portando lo spettatore a confrontarsi con immagini misteriose che richiedono attenzione e interpretazione.

Fenara trasforma lo sguardo della sorveglianza in una contro-esibizione, riappropriandosi di immagini apparentemente insignificanti, provenienti da un mondo in cui l’essere costantemente ripresi altera la nostra sensibilità e capacità di osservazione.

Le buone ombre vuole essere un’esplorazione del confine tra visibilità e invisibilità, natura e tecnologia, proponendo una riflessione sul ruolo delle immagini nell’era della sorveglianza.

Le mie sono immagini quasi astratte che mi permettono di immettermi nella visione della macchina. Quello che vede la macchina è quello che mi interessa particolarmente perché ci apre la possibilità potenzialmente infinita di sguardi differenti

Irene Fenara

SCORE:

OPERE: 7,50 – In mostra un’imponente installazione video su ledwall accompagnata da stampe fotografiche inedite tratte dall’archivio dell’artista. Queste saranno esposte accanto a opere della serie Self Portrait from Surveillance Camera, dove la figura dell’artista, come in un selfie, si inserisce in registrazioni di sorveglianza rintracciate grazie ai dati presenti nelle stesse immagini. Spinta dal desiderio di vivere fisicamente luoghi fino a quel momento conosciuti solo virtualmente, l’artista sposta il suo corpo nei siti ripresi, dando vita a un processo di appropriazione dell’immagine.

INSTALLAZIONE: 7,50 – Il MACTE è una vera e propria sorpresa: una struttura apparentemente aliena al territorio in cui si trova, ma capace di proporre e offrire progetti di arte contemporanea di alto livello, come quello di Irene Fenara. La scelta installativa sfrutta la circolarità della struttura, ricreando stanze che diventano bolle visive dell’universo concettuale dell’artista.

COMPLESSIVO: 7,50 – La visita al MACTE di Termoli e la mostra di Irene Fenara confermano che è possibile proporre un’offerta artistica di alta qualità anche al di fuori dei canonici percorsi artistici. Lo sguardo quasi antropologico di Irene Fenara non si limita a rivelare ciò che normalmente rimane invisibile, ma trasforma quei frammenti anonimi, relegati all’oscurità, in momenti carichi di mistero, curiosità e significato. Questo gesto di selezione e salvataggio diventa così un atto poetico di resistenza contro l’effimero, contro la velocità con cui la nostra società consuma e dimentica le immagini.

Classificazione: 7.5 su 10.

IL REEL

EXHIBITION VIEW

INFO

Irene Fenara
Le buone ombre

18 ottobre 2024 – 25 gennaio 2025
MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli
Via Giappone, Termoli (CB)
www.fondazionemacte.com

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