Apre il 17 dicembre 2023 al MA*GA di Gallarate (VA) la retrospettiva dedicata a Dadamaino curata da Flaminio Gualdoni, realizzata in collaborazione con l’Archivio Dadamaino, con il supporto di Galleria Arte Martinelli.
La mostra ripercorre la carriera dell’artista milanese, partendo dall’esordio della sua ricerca sulla pittura monocroma e sulla superficie spaziale della tela, avvenuto alla Galleria Prisma nel 1959, anno in cui Dadamaino abbandona l’informale per adottare quelle formulazioni astratte che caratterizzeranno tutta la sua evoluzione creativa.
LE SEZIONI
La rassegna prende avvio con l’importante ciclo dei Volumi, tele monocrome aperte su grandi perforazioni. È proprio nel 1959 che viene presentato il primo Volume, nella collettiva La donna nell’arte contemporanea alla Galleria Brera a Milano, che da subito rivela l’influenza di Lucio Fontana sul lavoro e sulle riflessioni concettuali ed estetiche di Dadamaino.
La prima sezione della mostra mette in dialogo la serie dei Volumi, realizzata tra il 1958 e il 1960, e quella dei Volumi a moduli sfasati, prodotta nei primissimi anni sessanta, con le opere della collezione del MA*GA di Lucio Fontana, Enrico Castellani e Piero Manzoni, Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Enzo Mari, Getulio Alviani, Alberto Biasi.
Il contrappunto visivo mette in luce l’importanza che ebbe per la ricerca di Dadamaino la frequentazione della compagine avanguardistica che si concentrava a Brera nel passaggio tra gli anni cinquanta e sessanta. Dadamaino espone infatti alla galleria Azimut di Milano dove, oltre ai fondatori Enrico Castellani e Piero Manzoni, incontra i protagonisti di una tranche significativa di quella che può ben considerarsi “la nuova concezione artistica”, come titola il secondo numero della rivista “Azimuth”.
L’affermazione di Dadamaino sulla scena artistica italiana prosegue negli anni sessanta con la collettiva Arte Programmata del 1962 alla Galleria La Cavana di Trieste, che definisce il suo passaggio dalla ricerca spaziale sulla tela intagliata a uno studio sul colore e sul segno come elemento ottico visivo.
Il successo arriva anche a livello internazionale quando, tramite Lucio Fontana, Dadamaino viene invitata a esporre alla mostra Nul allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1962, che metteva insieme grandi esponenti della ricerca visiva come Arman, Enrico Castellani, Piero Dorazio, lo stesso Lucio Fontana, Yayoi Kusama, Heinz Mack, Piero Manzoni, Henk Peeters, Otto Piene, Francesco Lo Savio, Jef Verheyen, Herman de Vries.
L’iniziativa al MAGA segue lo sviluppo cronologico della ricerca di Dadamaino con il ciclo su cui l’artista si concentra tra il 1963 e il 1965: si tratta degli oggetti e dei disegni ottico cinetici frutto degli incontri con gli artisti del GRAV (Groupe de Recherche d’Art Visuel) di François Morellet, con cui partecipa alle rassegne di Nouvelle Tendance. Anche in questo caso, in mostra le opere di Dadamaino dialogano con i protagonisti delle ricerche ottico e visuali presenti nella collezione del Museo MAGA: Grazia Varisco, Enzo Mari, Davide Boriani, Bruno Munari, Getulio Alviani, Gianni Colombo, Nanda Vigo.
Per l’occasione sarà riproposto al pubblico, dopo il restauro, l’ambiente Spazio elastico di Gianni Colombo del 1967, parte della collezione permanente.
Il percorso espositivo sfocia poi negli anni della maturità della poetica di Dadamaino, ove spicca l’installazione di carte di vario formato dal titolo I fatti della vita, proposta per la prima volta da Galleria Grossetti a Milano nel 1979 e successivamente, nella sua più grande estensione di 461 carte, nella personale alla Biennale di Venezia nel 1980.
La mostra si completa con le tele con lettere dell’Alfabeto della mente, e Il movimento delle cose,opera che fu presentata in una sala personale alla XLIV Biennale di Venezia del 1990.
SCORE
OPERE: 7,00 – Il corpus della mostra è composta da 80 opere che seguono le tappe fondamentali della carriera dell’artista milanese. Approfondita è la sezione dedicata ai Volumi con un dialogo artistico con una serie di opere della collezione del MA*GA delle avanguardie degli anni cinquanta e sessanta. In rapida successione si attraversa la carriera artistica di Dadamaino fino ad arrivare alle tele con lettere dell’Alfabeto della mente, e la gigantesca opera Il movimento delle cose.
ALLESTIMENTO: 6,50 – I due piani del MA*GA sono allestiti in modo lineare e senza presentare particolari novità architettoniche ed espositive rispetto ad altre mostre. Forse si potevano trovare situazioni più innovative e esperienziali. Degno di nota l’allestimento della monumentale opera “Il movimento delle cose” che occupa, con i suoi trenta metri, un intero spazio del museo.
CATALOGO: 7,00 – Il catalogo è un formato a5 edito da Nomos Edizioni e racchiude oltre che le foto delle opere in mostra i testi critici di Flaminio Gualdoni ed Emma Zanella. Alla fine i testi sono tradotti in inglese.
Impaginazione lineare con copertina che ricalca l’immagine guida della mostra e le controcopertine all’interno che rappresentano le grafiche stesse della mostra.
COMPLESSIVO: 7,00 – Mostra didattica che, rispettando la mission del museo, offre una visione completa dell’opera di Dadamaino. Forse il limite della mostra è proprio questo carattere didattico, enciclopedico e cronologico che spegne un approfondimento curatoriale più sperimentale, trasversale e all’avanguardia come è stata l’opera dell’artista milanese.
PAROLE CHIAVE: – Volumi, Rilievi, Oggetti Ottici, Movimento, Alfabeto
EXHIBITION VIEW
INFO
DADAMAINO 1930 – 2004
Gallarate (VA), Museo MA*GA
17 dicembre 2023 – 7 aprile 2024