Gianfranco-Baruchello_Primo-alfabeto_MASSIMODECARLO

Primo Alfabeto Gianfranco Baruchello da MASSIMODECARLO Milano

“Primo alfabeto” è il titolo della mostra allestita nella sede di MassimoDeCarlo Milano dedicata a Gianfranco Baruchello a cura di Carla Subrizi e Maria Alicata, in collaborazione con Fondazione Baruchello, organizzata nell’anno che celebra i 100 anni dalla nascita dell’artista.

Primo alfabeto riunisce un gruppo di opere che Gianfranco Baruchello realizza tra il 1959 e il 1962 con alcuni esempi ulteriori del 1963.

IL PROGETTO ESPOSITIVO

Questo progetto espositivo è incentrato sull’idea di alfabeto e comprende pittura, oggetti e disegni, dai quali emergono gli aspetti formali e concettuali di una ricerca che già in quegli anni era peculiare.
Baruchello, infatti, cerca l’impianto inedito di un alfabeto personale, che definisce “provvisorio”.

Come scrive Carla Subrizi nelle sue Note a margine di una storia che hanno guidato l’elaborazione di questa
mostra:

“Concepire un alfabeto tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta trova particolari forme di relazione con artisti del suo tempo: da Jasper Johns a Piero Manzoni a Jannis Kounellis. Quello che costituisce tuttavia l’aspetto peculiare dell’alfabeto di Baruchello è il fatto che tale alfabeto si riferisca al corpo e
alla sfera affettiva.
L’alfabeto parte dal corpo e anche il mentale risiede per Baruchello nella parte del cervello, l’ipotalamo, che sovraintende al desiderio, all’irrazionale, agli stati meno controllati dalla ragione. Una anatomia che individua zone tra il fisico e lo psichico, tra l’organico e l’inorganico, sia individuali che collettive, “funzione di uno nell’altro” scrive Baruchello, è attraversata da figure che diverranno i termini chiave del suo alfabeto: paura, energia errore, bisogno inappagato, entità ostile, rumore entropia, memoria di ciò che precede, figli che verranno, zone di confine tra il certo e l’incerto.

Una serie di entità-base si configura in un alfabeto che parte da situazioni affettive, dove per affetto si intende
il rovesciamento che dal razionale, dall’astrazione del linguaggio arriva al sentire del corpo, che registra,
rimanda, trattiene, respinge. L’ipotesi stessa di un “alfabeto” è intesa come “un manifesto contro la
retorica del mondo moderno, contro – se vogliamo- il dopoguerra europeo e anche americano”, dice Baruchello.
Sulla tela (o sulle carte intelate) si stratificano, si compongono o si smontano i segni di questo alfabeto.

La sintesi presente in Primo alfabeto si scompagina, come si osserva nel corso della mostra, in immagini singole, più o meno grandi, in opere di diverso formato. L’alfabeto si aggrega e si disgrega, provando varie formule di combinazione e giustapposizione. Il montaggio come tecnica finalizzata alla produzione di insiemi, più o meno
complessi, di oggetti, è già presente in queste opere iniziali. Sarà un concetto fondamentale nell’opera di
Baruchello: nella pittura, nei libri scritti o concepiti come opere, nel cinema, nelle activity o nei grandi oggetti.

Per l’alfabeto Baruchello usa oggetti da lui stesso fabbricati, pensa immagini inedite anche al proprio immaginario. Traccia attraverso linee essenziali stati di paura, errore, angoscia, necessità e desiderio, disturbi del vago, mettendo a punto un vocabolario che non si riferisce a niente se non a una “grammatica” di sentimenti provati, percepiti, emersi.

Ricorre al latino, inventa parole composte per dare un no me a queste immagini. Per altro verso non usa i colori ad olio ma smalti e materiali industriali, vernici antiruggine (il minio), resine di scambio e solventi, con i quali definisce la sua tecnica e il modo di lavorare alla ricerca di “un mondo di informazioni e di percezioni che è rifiutato dai compartimenti stagni della cultura di oggi”. (Appunto inedito 20 maggio 1962).

Questo progetto espositivo raccoglie una costellazione concettuale intorno alla tela che dà il titolo alla mostra.
Come una stele di Rosetta che detiene la chiave di lettura delle sue “immagini entità”, “pre-entità” e simboli “provvisori” Primo alfabeto è uno dei fondamentali strumenti di lettura dell’opera di Baruchello, il codice di accesso per comprendere la riflessione dell’artista sulle frammentazioni e le connessioni del pensiero umano.

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INFO

Primo Alfabeto
Gianfranco Baruchello
Fino al
MASSIMODECARLO
Viale Lombardia 17,20131 Milano
www.massimodecarlo.com

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