Amy–d Arte Spazio Milano si conferma ancora una volta luogo di ricerca e sperimentazione con “PRIMA qui ERA tutto PARADISO”, il nuovo progetto espositivo economArt curato da Kamil Sanders.
La mostra, che inaugura oggi, 12 marzo alle 18.00, riunisce le opere di Davide Masciandaro, Eleonora Molignani, Riccardo Ricca, Mariangela Zabatino e le musiche di Nicole Andrea Fontana, in un allestimento fluido e stratificato che riflette sulle dinamiche del tempo e della memoria.

Un racconto visivo ispirato a Ballard
Il progetto prende ispirazione da “Il giardino del tempo” di James G. Ballard, un racconto in cui la ciclicità del tempo si manifesta nella lenta decadenza di un paradiso perduto. Gli artisti in mostra traducono questa narrazione in scenografie immersive, dove le opere si dispongono in un dialogo dialettico con lo spazio della galleria, trasformandolo in un abitare metaforico.
La poesia di Kamil Sanders, che dà il titolo alla mostra, suggerisce fin dalle prime righe una dissoluzione irreversibile:
prima qui era tutto paradiso poi è scrosciato il tempo da ogni lato. i fiori sono morti, le stelle sono morte la terra veste ora petali e bagliori.
Il percorso espositivo
La mostra si snoda attraverso le quattro stanze della galleria, ognuna delle quali rappresenta un’ambientazione simbolica del declino e della trasformazione del tempo.
Il giardino
L’area espositiva più ampia diventa il giardino, luogo di una natura ormai metaforica. Riccardo Ricca esplora questa tematica con le installazioni Non andartene docile in quella buona notte e Se questo è il confine, che creano un ponte tra l’interno e l’esterno. Eleonora Molignani, invece, attraverso il suo Archivio d’artista, concepisce il giardino come un’evocazione nostalgica e malinconica. Un motivo floreale su carta da parati si trasforma progressivamente in un elemento kitsch, sottolineando il passaggio dalla bellezza originaria alla sua degenerazione estetica.
Il soggiorno
Nel soggiorno, il suono diventa protagonista. Le sonorità disturbate di Nicole Andrea Fontana creano un paesaggio acustico surreale, una sorta di “musica del quotidiano” che amplifica il senso di straniamento. Un televisore apparentemente guasto interagisce con le grafiti evanescenti di Molignani, mentre le Mappe del tempo che resta di Mariangela Zabatino affiorano sulle pareti come reperti archeologici di un tempo sul punto di sgretolarsi. In un angolo della stanza, un’opera di Davide Masciandaro introduce un’ulteriore distorsione della percezione.
La sala d’aspetto
Luogo di transizione e di attesa, la sala d’aspetto diventa il cuore intimo della mostra. Qui, Molignani presenta le sculture Acchiappa pulci e Scrofa di Falaise, ultime vestigia di un paradiso ormai cristallizzato in un’estetica decadente. Il senso di sospensione si fa sempre più tangibile, anticipando l’inevitabile dissoluzione.
L’epilogo
L’ultima stanza segna il compimento del ciclo. Il tempo riprende la sua corsa crudele sulle note di zenith ∧/o nero, un’improvvisazione pianistica di Fontana che simula il suono implacabile di un buco nero. Al centro dello spazio, il calco in cera di una murti di Śiva Naṭarāja del XX secolo incarna il paradosso finale: la distruzione e la rinascita che si compenetrano, proprio come nel racconto di Ballard, dove il giardino viene travolto dalla barbarie ma porta con sé i germogli di una nuova primavera.
La mostra, con la sua narrazione stratificata, invita lo spettatore a perdersi in un paesaggio in continuo mutamento, in cui ogni elemento è parte di una metamorfosi inarrestabile.
INFO
PRIMA qui ERA tutto PARADISO
EACH WORLD IS A FAILED EXPERIMENT
a cura di Kamil Sanders
Amy – d Arte Spazio
12 marzo – 28 marzo
Opening 12 marzo h. 18.00
.