A quattro secoli dalla morte di Jan Brueghel il Vecchio (1568–1625), la sala 7 della Pinacoteca Ambrosiana di Milano torna a vivere con un riallestimento che non si limita a celebrare l’anniversario del grande maestro di Anversa, ma propone un’esperienza che fonde rigore curatoriale, innovazione tecnologica e visione spirituale.
Grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo e alla progettazione dell’architetto Alessandro Colombo in collaborazione con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, il rinnovato spazio espone 32 capolavori della pittura fiamminga — oli su rame e vetro, tele, smalti su avorio — distribuiti secondo una logica monografica che restituisce coerenza, ritmo e profondità al percorso espositivo.
Jan Brueghel e la teologia della natura
È attorno alla figura di Jan Brueghel il Vecchio che si concentra la narrazione della sala. Il pittore fu non solo uno degli artisti prediletti del cardinale Federico Borromeo, ma anche un interlocutore privilegiato, come testimonia un fitto carteggio conservato nell’Ambrosiana. Borromeo lo conobbe durante il suo soggiorno romano e, tornato a Milano come arcivescovo, mantenne con lui un dialogo fecondo, fatto di commissioni e riflessioni sul ruolo dell’arte nella contemplazione del divino.
Ne è emblema la frase scritta dal cardinale:
Dio si rivela non solo nella storia sacra, ma anche nel grande e mirabile libro della natura e della creazione.”
L’approccio bruegheliano, attento al dettaglio botanico e alla resa luminosa, diviene dunque, nella visione borromaica, un’esegesi per immagini. Non semplici “quadri di genere”, ma opere capaci di svelare la gloria del Creatore attraverso i segreti della natura.
Un nuovo allestimento per una lettura più intima
Il riallestimento della sala non si limita a una mera riorganizzazione degli spazi: è piuttosto una riflessione strutturale su come esporre la pittura fiamminga secondo criteri che coniughino visibilità, comprensione e armonia architettonica. La scelta di piani espositivi a parete permette una lettura ordinata per autore, anziché per tematica o formato, favorendo così un’immersione monografica e analitica.
L’intervento si completa con una raffinata scelta cromatica: le pareti sono ora tinte di un blu profondo, studiato per accordarsi con la tavolozza degli artisti nordici e per conferire allo spazio una qualità raccolta e quasi meditativa. La sala, pur nella sua compattezza, si trasforma in un ambiente prezioso e silenzioso, dove l’opera è protagonista assoluta.
Capolavori in dialogo
Tra i capolavori ora esposti spiccano il Vaso di Fiori con gioiello, monete e conchiglie (1606) e le due allegorie degli elementi — Fuoco e Acqua (1608–1621) — che condensano la sapienza botanica e simbolica di Jan Brueghel. Di Paul Bril, amico e compagno di studi di Brueghel, si ammira la Veduta marina (1611), mentre l’acquasantiera del 1606–1607, realizzata con Girolamo Marchesini, testimonia il gusto collezionistico e devoto del cardinale.
Ogni opera è ora inserita in un contesto più leggibile, che consente al visitatore di cogliere le affinità e le variazioni stilistiche tra i singoli artisti, ma anche la coerenza profonda del progetto collezionistico borromaico.
La tecnologia come strumento di contemplazione
Accanto alla nuova distribuzione fisica delle opere, la Pinacoteca introduce un’installazione multimediale pensata per approfondire la figura di Jan Brueghel e il legame con Federico Borromeo. Realizzata da Black Srl in collaborazione con Limiteazero, l’esperienza digitale si articola su tre schermi touch che permettono un’esplorazione ravvicinata delle opere, svelandone i dettagli nascosti, le tecniche pittoriche e le simbologie.
Non si tratta di una semplice interfaccia didattica, ma di un percorso immersivo che intreccia arte, scienza e spiritualità. Il visitatore è invitato a guardare più da vicino, a soffermarsi sul particolare, a entrare nel ritmo minuzioso della pittura fiamminga come avrebbe fatto un collezionista del Seicento.
Con questa nuova Sala 7, la Pinacoteca Ambrosiana non solo onora la memoria di Jan Brueghel, ma riafferma la centralità del progetto culturale di Federico Borromeo. Il collezionista, l’intellettuale, l’uomo di fede — figura chiave del barocco lombardo — rivive oggi in uno spazio che è al contempo tributo, dispositivo espositivo e laboratorio di visione.
Come ha dichiarato mons. Alberto Rocca, direttore della Pinacoteca:
Siamo molto lieti che la sinergia con Intesa Sanpaolo ci abbia permesso di celebrare questo importante anniversario con un allestimento che non solo valorizza le opere con un nuovo stile espositivo, ma aiuta il visitatore a entrare nei dettagli di questi lavori miniaturistici grazie alle tecnologie più innovative.”
Exhibition View
info
BRUEGHEL 1625-2025
Riallestimento espositivo e installazione multimediale
Pinacoteca Ambrosiana
Sala 7
Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Milano
www.ambrosiana.it