La sala Spazio Aperto di Palazzo Ducale a Genova ospita la nuova mostra personale di Paolo Bufalini, intitolata “Argo”.
In questa esposizione, l’artista romano prosegue la sua indagine sull’interazione tra biografia e tecnologia, mettendo in scena una riflessione profonda sul passato, la memoria e le potenzialità della tecnologia generativa. Bufalini sfrutta strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale per creare una connessione ambigua tra ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere, dando vita a un “passato aumentato” che sfida le percezioni di realtà e finzione.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 5 dicembre, invita il pubblico a un’esperienza visiva unica, in cui la storicità dei materiali biografici si mescola con la potenza evocativa della tecnologia.
Un viaggio nel tempo e nell’immaginario
L’opera di Bufalini si sviluppa su un duplice piano: da un lato, l’artista porta in scena la propria memoria personale, attraverso la digitalizzazione degli album di famiglia; dall’altro, si avventura in un territorio meno tangibile e più enigmatico, quello delle immagini generate dall’intelligenza artificiale. Utilizzando i dati raccolti da questi album, che coprono un arco temporale che va dagli anni Cinquanta ai primi Duemila, Bufalini applica modelli generativi text-to-image per ricreare la figura dei suoi familiari. Il risultato è una serie di immagini che, pur sembrando “fotografiche”, sono in realtà il frutto di una manipolazione tecnologica che sfuma i confini tra verità e finzione. Attraverso questa innovativa fusione di arte e tecnologia, l’artista riflette sulla natura della memoria e sull’ambiguità del passato, esplorando anche il potere delle immagini come custodi di storie non sempre afferrabili nella loro totalità.
LA MOSTRA
“Argo” come viaggio nel tempo e nella memoria: La mostra di Bufalini si presenta come un viaggio esplorativo, sia temporale che psicologico, che attinge alla storia personale dell’artista e alla sfera del subconscio tecnologico. Il titolo stesso, Argo, rimanda a una navigazione tra mondi paralleli, tra il reale e l’immaginato.
L’artista utilizza avanzati strumenti di intelligenza artificiale per generare immagini partendo da dataset costituiti dalla digitalizzazione degli album di famiglia. Il risultato è un “passato aumentato”, dove la tecnologia ricostruisce scenari che non sono mai esistiti, ma che potrebbero essere stati.
Nella serie di immagini, i familiari dell’artista sono ritratti in pose che suggeriscono il sonno, una condizione in cui il corpo è presente ma al contempo assente. Questo gioco di opposizioni richiama il tema della memoria, della fotografia e dell’immaginazione, con una forte carica simbolica.
L’artista esplora il concetto di latenza non solo attraverso l’IA, ma anche con un’opera scultorea che coinvolge il processo chimico. Ampolle contenenti una soluzione acida dissolvono gioielli d’oro, creando una condizione di presenza ambigua – fisicamente lì, ma invisibile e irreversibile.
INFO
Paolo Bufalini
ARGO
Fino al 5 dicembre
Palazzo Ducale
Piazza Giacomo Matteotti 9, Genova