Mazzoleni in occasione dell’apertura del suo nuovo spazio espositivo di Milano inaugura una mostra che mette in scena un dialogo inedito e folgorante: “NERO X NERO. Burri e Nunzio”.
Un progetto espositivo, a cura di Bruno Corà, che ribadisce la duplice vocazione della galleria: valorizzare i grandi maestri del Dopoguerra italiano e, al tempo stesso, promuovere la ricerca di artisti contemporanei. Un incontro che trova nel nero il suo punto di convergenza, colore-materia che diventa spazio di riflessione e trasformazione, memoria e rigenerazione.
Nel testo critico che accompagna la mostra, Corà ricorda come la prima opera allestita personalmente da Burri a Palazzo Albizzini sia stata Catrame 1 , 1948. Negli anni seguenti, nessun colore, nella sua opera, ha avuto presenza tanto costante quanto il nero. Scrive il curatore:
Come cosmico buio di una ignota dimensione in cui inoltrarsi, il nero di Burri è sempre elaborazione di materia spaziata, dove pur regna la forma e un equilibrio condiviso con la ‘caecitas’ dei poeti.”
Il nero è anche il risultato di un’azione trasformativa del fuoco, come all’interno della serie delle Plastiche, in cui Burri spinge al limite le potenzialità della materia. Scegliendo la natura alchemica della “… fiamma come un pennello infernale”, come la definì Brandi nel celebre saggio del ’63, Burri dipinge con il fuoco e ne sfrutta l’intero potenziale, al tempo stesso distruttivo e generativo.
Nunzio, d’altra parte, fa del fuoco un processo di trasmutazione radicale:
un bagno purificatore che cambia lo stato della materia, – afferma l’artista – ed evoca il suo fossile, il buio”.
Fin dagli esordi ombra, notte e nero caratterizzano la ricerca dell’artista. La combustione non è un gesto distruttivo né compositivo, ma di un atto purificatore che altera lo stato della materia. Il legno bruciato si trasmuta in elemento conduttore, superficie incisa dalla fiamma che rivela nuove possibilità.
Accanto al legno, Nunzio utilizza anche il piombo, materiale che introduce un ulteriore livello di tensione e complessità. Se il legno rappresenta l’ombra e la notte, il piombo si lega invece alla luce, alla sua capacità di mutare continuamente la percezione dell’opera. La superficie del metallo, instabile e cangiante, reagisce diversamente a seconda dell’incidenza
luminosa, rendendo ogni scultura un organismo in divenire. Questa dialettica tra legno e piombo, tra combustione e superficie metallica, costruisce un linguaggio scultoreo che unisce il rigore della materia alla sua trasformazione poetica.
LE OPERE
Tra le opere di Alberto Burri spiccano Nero Cretto (1970) e Nero e Oro (1993). Quest’ultima appartiene alla ricerca avviata dall’artista tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, ispirata alla tradizione musiva ravennate. Qui la superficie in cellotex ricoperta di acrilico nero e foglia d’oro genera un contrasto perfetto tra oro e nero, segnando un ritorno alla pura astrazione delle forme che aveva contraddistinto i suoi esordi.
Tra le opere in mostra di Nunzio, la scultura Avvoltoio (2019), esempio della sua capacità di superare la tradizione scultorea italiana del secondo dopoguerra, e anche una nuova opera concepita appositamente per gli spazi della galleria milanese. In entrambe, il fuoco diventa strumento di metamorfosi: imprime cicatrici, annerisce le superfici e restituisce nuova energia alla materia, sospesa tra luce e ombra.
NERO X NERO non è soltanto un dialogo tra due artisti: è un attraversamento nel cuore della materia, nel suo buio generativo. Un viaggio in cui il nero smette di essere negazione e si rivela invece origine, possibilità, linguaggio.
Exhibition View
Info

NERO X NERO
BURRI E NUNZIO
A cura di Bruno Corà
1 ottobre – 20 dicembre 2025
Mazzoleni, Milano
Via Senato, 20 – MILANO