Motus-FUTURE-IN-THE-PAST-Exhibition-view-Museo-della-Città-di-Rimini-©Eduard-Popescu

Motus: FUTURE IN THE PAST, l’archivio teatrale diventa performance al Museo di Rimini

Dal 15 marzo, l’Ala Nuova del Museo della Città di Rimini si trasforma in un ipertesto visivo e sonoro, un labirinto mnemonico dove il tempo si sovrappone e si contamina.

Motus – FUTURE IN THE PAST – Exhibition view – Museo della Città di Rimini – ©Eduard Popescu

FUTURE IN THE PAST non è una semplice esposizione archivistica, ma un esperimento curatoriale che riconfigura il concetto stesso di memoria teatrale. Per la prima volta, Motus apre il proprio archivio, dispiegandolo in dieci stanze che raccolgono video, documenti sonori, testi, fotografie e materiali grafici. Nulla è ordinato secondo una logica cronologica: tutto è in transito, in collisione, in mutazione.

L’archivio come atto performativo

Motus rifiuta la concezione dell’archivio come deposito di reliquie del passato. Qui, il passato non è materia inerte, ma interferenza che incrina il presente e si proietta nel futuro. La mostra è costruita come un’installazione fluida e attraversabile, una drammaturgia spaziale che invita il visitatore a immergersi in un ecosistema di tracce, echi e stratificazioni. La liveness del teatro, il suo essere evento effimero e irripetibile, trova una nuova vita nell’allestimento: lo spazio espositivo diventa una scena, gli oggetti si fanno attanti di una narrazione instabile, le immagini si dissolvono e riaffiorano.

Il percorso espositivo: stanze tematiche e atlante visivo

Il progetto curatoriale si articola in una serie di sale tematiche, ciascuna attraversata da un leitmotiv concettuale. Ogni stanza è introdotta da una frase-chiave, una citazione che funge da mappa per l’orientamento nelle connessioni tra i materiali. Si genera così un sistema rizomatico, dove lo spettatore è chiamato a creare la propria traiettoria interpretativa.

L’allestimento non segue un criterio tassonomico tradizionale: oggetti, suoni, immagini e parole si dispongono per associazioni intuitive e sinestetiche. L’archivio si fa “cumolonembico”, un cielo mutevole dove elementi eterogenei si aggregano e si dissolvono in configurazioni sempre nuove. Si passa da scenografie smembrate a diari di regia, da registrazioni di prove a bozzetti scenici, da manifesti storici a installazioni sonore. Ogni frammento è una fenditura nel tempo, una porta verso una risonanza ulteriore.

Atlante e non archivio: un nuovo paradigma curatoriale

Daniela Nicolò, co-fondatrice di Motus con Enrico Casagrande, insieme a Beatrice Ottaviani, definisce la mostra non come un archivio, ma come un atlante: una costellazione in divenire più che una collezione cristallizzata. La linearità temporale viene scardinata, e il caos del processo creativo viene esposto nella sua potenza generativa. L’archivio si manifesta nel momento stesso della sua apertura: scatoloni dischiusi, quaderni sfogliati, parole che riaffiorano per indicare nuove traiettorie.

“La mostra è un tentativo di inscenare quell’istante precario e vibrante in cui tutto è ancora esplosione confusionaria, una massa informe che non è nulla ma che potrebbe diventare qualsiasi cosa” affermano i curatori. Non un archivio da conservare, ma una tensione costante, un campo di possibilità in continua ridefinizione.

La drammaturgia espositiva e la relazione con lo spettatore

FUTURE IN THE PAST è pensata per essere vissuta, attraversata, abitata. Il visitatore non è un osservatore passivo, ma un attivatore di senso. Può sdraiarsi, ascoltare, sfogliare quaderni di regia, immergersi nei materiali con lo sguardo del collezionista o del drammaturgo, riorganizzando il lessico teatrale secondo una propria grammatica. La mostra invita a una partecipazione attiva: si può lasciare una traccia scritta o sonora, diventando parte del dispositivo espositivo. Il confine tra archivio e spettacolo si dissolve, e lo spazio museale diviene nuovo palcoscenico per azioni sceniche e posture inaspettate.

Il portale digitale e la dimensione immateriale dell’archivio

Accanto all’allestimento fisico, FUTURE IN THE PAST si espande nella dimensione digitale con un archivio online navigabile dal 15 marzo su archivio.motusonline.com. Realizzato in collaborazione con 4Science e la Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, il portale permette un’esplorazione trasversale del materiale, aprendo percorsi di lettura non-lineari e personalizzati. Se la mostra sfida l’idea di un archivio statico, la piattaforma digitale amplia ulteriormente questa fluidità, consentendo salti tematici e connessioni inaspettate.

Supernova: un’espansione urbana della mostra

In un dialogo con lo spazio pubblico, negli ultimi cinque giorni dell’esposizione, dal 30 aprile al 4 maggio, Supernova, progetto performativo curato da Motus in collaborazione con Santarcangelo dei Teatri e Comune di Rimini, espanderà l’esperienza di FUTURE IN THE PAST nella città. Attraverso un’“occupazione gentile” di luoghi iconici – dal Teatro Galli al Museo della Città, dal Teatro degli Atti all’Arena Francesca da Rimini, fino alle periferie urbane – il progetto ibrida spettacolo, installazione e performance site-specific, sfumando ulteriormente i confini tra le arti.

L’archivio

Anche il portale dell’archivio digitale (navigabile dal 15 marzo su archivio.motusonline.com e accessibile da un dispositivo nella mostra stessa) realizzato con i partner di progetto 4Science e la Biblioteca Civica Gambalunga – Comune di Rimini con la preziosa cura dell’archivista Mara Sorrentino, pur nella linearità cronologica della catalogazione, apre possibilità di salti tematici e percorsi di lettura personalizzati e destrutturati.

Exhibition View

Info

FUTURE IN THE PAST
Motus archivio
in mostra
15 Marzo > 4 maggio 2025
Museo della Città di Rimini
Via Luigi Tonini, 1, 47921 Rimini
Ingresso gratuito

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