Presso la Galleria Mazzoli di Modena è in corso la mostra personale di Mimmo Paladino Il tema dei fiori.
L’artista torna ad esporre alla Galleria Mazzoli dopo la mostra EN DE RE del 1980, la personale del 1992, Dieci arazzi con Alighiero Boetti del 1993, Vasi Ermetici del 1994 e le mostre personali del 2012 e del 2014, proponendo un ciclo di opere inedite in cui sono protagonisti i fiori, soggetto ricorrente in tutta la storia dell’arte, dall’antichità fino ai nostri giorni.
Paladino realizza per questa mostra sia opere di grandi dimensioni che piccoli dipinti in cui convivono pittura, scultura, incisione e disegno e in cui campeggiano le sue teste, la figura umana e le sue classiche figure geometriche delineate con segni primordiali, opere in cui si percepisce il dialogo tra l’uomo e la natura attraverso le stratificazioni materiche e gli elementi floreali immersi nell’immaginario poetico dell’artista.
Nel testo del catalogo della mostra Lorenzo Madaro ci parla di “Fiori che germogliano, fiori che si amalgamano a corpi antropomorfi arcani, fiori che persistono e fiori che si dissolvono; fiori che lievitano verticalmente e altri che compiono viaggi imperscrutabili e che svelano in maniera ancor più precisa che per Paladino questo del fiore non è un tema fine a sé stesso, perché d’altronde nella sua ricerca non esistono tematiche, quanto piuttosto un presupposto che gli consente una maggiore disinvoltura e una libertà di segno, anche al di là del segno stesso.[…] La forma di questi fiori è totemica, arcaica, appartiene a un lessico visuale che nella ricerca del maestro è parte integrante di un alfabeto ermetico ma al contempo ormai famigliare. A guardarle queste tele sono singole sezioni di un discorso più ampio e aperto, sono elementi di un grande giardino, che è un tema che appartiene da tempo a Paladino.”
L’ARTISTA
Domenico Paladino nasce a Paduli (BN) nel 1948.
Negli anni ’60, affascinato dal clima culturale dell’epoca tra arte concettuale e Pop Art americana, si avvicina all’arte e dalle iniziali sperimentazioni concettuali l’artista trasferisce la propria attenzione sulla pittura figurativa. Nel 1978 compie il suo primo viaggio a New York, dove due anni dopo inaugura due mostre personali alla Marian Goodman Gallery e alla Annina Nosei Gallery. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione Aperto ’80, dove viene ufficialmente presentata da Achille Bonito Oliva la Transavanguardia. Nel corso degli anni ’80 la sua iconografia poetica prende forma, su tele di grandi dimensioni ricche di figure allegoriche, l’artista raffigura maschere inespressive, animali, simboli ricchi di evocazioni rituali primitive. L’artista non si rivolge solo alla pittura ma utilizza diverse tecniche: dal disegno all’incisione, all’inserimento nelle tele di elementi tridimensionali ed è costante e serrato il profondo dialogo con la scultura. Nel 1982 allo Zeitgeist di Berlino espone la sua prima scultura in bronzo policromo Giardino Chiuso, che diventerà evento espositivo alla Galleria Mazzoli l’anno seguente. Nel 1988 Paladino è invitato alla XLIII Biennale di Venezia, dove espone, nei giardini e all’ingresso del Padiglione Italia, una grande installazione con una porta di bronzo di sette metri e i primi Testimoni in pietra. L’attività espositiva estera iniziata negli anni ’80 si intensifica negli anni ’90: nel 1994 è primo tra gli artisti italiani contemporanei ad esporre alla Galleria Nazionale di Belle Arti di Pechino. È negli anni ’90 che comincia a realizzare importanti installazioni e interventi sugli spazi urbani come la installazione permanente Hortus Conclusus nel chiostro di San Domenico a Benevento (1992). Nel 1995 Napoli gli dedica una mostra alle Scuderie di Palazzo Reale, a villa Pignatelli Cortes e in Piazza Plebiscito dove installa la Montagna di Sale. Nel 1999 una grande mostra alla South London Gallery include 20 Testimoni, e nello stesso anno presenta l’installazione I Dormienti nel sotterraneo dellla Roundhouse di Londra, opera che dialoga con gli interventi sonori di Brian Eno. Lo stesso anno la Royal Accademy di Londra lo insignisce del titolo di Membro Onorario. In questi anni realizza anche numerose scenografie teatrali, attività che perdura tutt’ora e che gli vale nel 2004 il premio UBU per la migliore scenografia teatrale. Il Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel 2002, gli dedica una importante mostra retrospettiva a cura di Bruno Corà. Nel 2003 Paladino viene scelto come rappresentante dell’arte italiana durante la presidenza italiana a Bruxelles: la scultura equestre Zenith è installata nella piazza della sede del Parlamento Europeo, dello stesso anno è la mostra Transavanguardia 1979-1985 al Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli, a cura di Ida Gianelli. Nel 2005 il Museo di Capodimonte di Napoli presenta una importante mostra dedicata a Don Chisciotte che prelude Quijote, il lungometraggio che dirigerà l’anno successivo presentato poi con grande successo al Festival del Cinema di Venezia. Nel 2008 tiene una mostra al Museo dell’Ara Pacis di Roma con l’apporto del musicista Brian Eno e realizza l’importante installazione Porta di Lampedusa – Porta d’Europa sull’isola di Lampedusa per commemorare i migranti deceduti in mare. Nel 2009 espone una serie di sculture en plain air che riempiono le strade, le piazze e i palazzi del paese di Orta S. Giulio, sul Lago d’Orta, curata da Flavio Arensi. Nel 2011 la città di Milano gli dedica una grande retrospettiva a Palazzo Reale, davanti al quale viene installata la monumentale Montagna di sale. Nel 2012 il Mic di Faenza espone le sue ceramiche e viene nominato Membro Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti in Vaticano da parte di Papa Benedetto XVI. Nel 2015 partecipa alla LVI Biennale di Venezia, e nel 2016 tiene una personale alla Galleria Christian Stein a Milano. Del 2017 è la personale Ouverture, con la collocazione di oltre 40 opere a Brescia, sia nel museo che presso gli spazi aperti pubblici della città; dell’anno successivo è la mostra Pane e oro con la Fondazione Made In Cloister di Napoli, evento che ha fatto da prologo per il progetto di mensa sociale in collaborazione con lo chef Massimo Bottura; nel 2019 tiene la mostra personale La Regola di Piero, ad Arezzo, dove l’artista dialoga con l’opera di Piero della Francesca. Nello stesso anno ha realizzato un’opera scultorea di grandi dimensioni, installazione permanente nel Parco Archeologico di Paestum. Tra le ultime installazioni ricordiamo nel 2020 l’opera PaladinoPiacenza, costituita da 18 cavalli monumentali in vetroresina posizionati in Piazza Cavalli a Piacenza. Nel 2021 gli viene conferita la Laurea Honoris Causa in Arti Visive presso la prestigiosa Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Quest’anno l’artista è impegnato nella realizzazione del suo secondo lungometraggio dal titolo La Divina Cometa, liberamente ispirato alla Commedia dantesca.
INFO
Mimmo Paladino
Il tema dei fiori
GALLERIA MAZZOLI
Via Nazario Sauro 62, 41121 Modena