Mario Giacomelli, Caroline Branson da Spoon River, 1958, © Archivio Mario Giacomelli

Milano celebra la delicatezza geniale di Mario Giacomelli con una grande mostra

La mostra intitolata “Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta”, visitabile fino al 7 settembre 2025, si configura come un evento di grande rilievo nel panorama culturale milanese, allestito presso Palazzo Reale di Milano.

Mario Giacomelli, Caroline Branson da Spoon River, 1967-73 © Archivio Mario Giacomelli

Promossa dall’Amministrazione Comunale di Milano – Cultura e prodotta con il contributo di Palazzo Reale e dell’Archivio Mario Giacomelli, questa esposizione rappresenta un’importante iniziativa di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale legato al grande fotografo.

La collaborazione con Rjma Progetti Culturali e Silvana Editoriale testimonia l’impegno nell’offrire un’esperienza espositiva di elevata qualità. L’esposizione, curata da Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, si svolge in simultanea alla mostra intitolata “Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista” presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Questa scelta espositiva ha permesso di creare due percorsi critici e visivi strettamente interconnessi, che offrono un’analisi approfondita delle molteplici sfaccettature dell’opera di Giacomelli, riconosciute e celebrate anche attraverso la prestigiosa Medaglia del Presidente della Repubblica. La mostra rappresenta un’occasione unica e imprescindibile per riscoprire l’artista non solo come fotografo di straordinario talento, ma anche come figura poliedrica e centrale nel panorama artistico e culturale del Novecento.

L’evento si inserisce all’interno di un più ampio programma di iniziative promosse dall’Archivio Mario Giacomelli in occasione del centenario della nascita dell’artista (1925-2000). Questo ciclo di manifestazioni ha lo scopo di commemorare e condividere con il pubblico l’eredità artistica di uno tra i più grandi maestri della fotografia italiana del Novecento. La mostra mira non solo a presentare le immagini più celebri e rappresentative di Giacomelli, ma anche a esplorare la poetica sottesa alle sue opere, approfondendo i temi ricorrenti come la vita rurale, l’esistenzialismo e la ricerca di senso in un mondo complesso e in continuo cambiamento. Attraverso un allestimento articolato, che comprende stampe originali, materiali d’archivio, la mostra intende offrire una lettura approfondita del rapporto tra la fotografia come strumento di documentazione, espressione artistica e poesia visiva.

L’obiettivo è di rendere omaggio alla multidimensionalità della poetica di Giacomelli, la quale rivela un’attitudine poetica e sensibile, fatta di immagini che catturano l’essenza fragile della vita. Presso Palazzo Reale, il percorso espositivo si si apre con una sezione introduttiva che permette di entrare nel mondo di Giacomelli, rivelando la sua raffinata e ricercata visione del linguaggio poetico.

Le Opere

Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961-63_ © Archivio Mario Giacomelli

Si parte così dalla serie “Per poesie” (1960-1990), un vasto e articolato corpus di immagini che costituisce la vera materia prima delle sue composizioni. In questa serie, il fotografo utilizza le proprie fotografie non come fini a sé stesse, ma come elementi di un discorso visivo che si inserisce nel più ampio contesto della poesia: le immagini diventano testi visivi ricchi di suggestioni, capaci di evocare emozioni e riflessioni profonde. Accanto a questa, si presenta la serie “Favola, verso possibili significati interiori (1983/84), in cui la fotografia si fa segno, simbolo e narrazione visiva. un esempio eloquente della sua capacità di trasformare la fotografia in segno, simbolo e narrazione. In questa fase, Giacomelli si cimenta con un linguaggio visivo che va oltre il semplice ritratto o paesaggio, creando immagini che suggeriscono possibili significati interiori e universali. Le sue fotografie si configurano come vere e proprie favole visive, capaci di stimolare l’immaginazione e di proporre interpretazioni multiple, rivelando la sua raffinata capacità di dialogare con l’inconscio e il simbolismo. La mostra prosegue Il attraverso una sezione dedicata a L’Infinito di Giacomo Leopardi, un dialogo profondo tra poesia e immagine che rivela l’essenza più intima della poetica leopardiana. In questa parte, particolare rilievo assumono la serie realizzata tra il 1986 e il 1990 e il paesaggio intimo di Presa di coscienza sulla natura (1976-80). Questi lavori fotografici catturano con sensibilità sottile l’infinito e il sentimento di nostalgia, trasformando luce e ombra in un canto visivo che invita alla contemplazione. La serie e il paesaggio, attraverso un uso sapiente della materia visiva, ridanno vita a un universo di riflessioni sul limite e sull’eterno, assicurando un coinvolgimento emotivo e intellettuale profondo.

Proseguendo, si apre una sala interamente dedicata alla serie Bando (1997/99), ispirata alla poesia omonima di Sergio Corazzini. Questo spazio rappresenta un ponte tra l’immagine fotografica e la parola poetica, rafforzando il legame tra le due discipline con una forza espressiva unica e intensa. Le fotografie di questa serie esplorano il tema della comunicazione, della temporaneità e dell’attesa, traducendo in immagini il dolore sottile e la fragile speranza evocati dalla poesia di Corazzini. La tensione tra la realtà e l’intimità poetica diventa così un elemento cardine, invitando lo spettatore a un’immersione profonda nei sentimenti universali della condizione umana. Il cuore dell’intera esposizione si colloca in una sala dedicata alla serie memorabile intitolata “Io non ho mani che mi accarezzino il volto” (1961/63). Questa produzione, ispirata alle poesie di Padre David Maria Turoldo, costituisce un’opera di grande intensità, divenendo un simbolo visivo e concettuale di un’arte senza tempo. Attraverso le immagini di giovani seminaristi, sospesi tra innocenza e inquietudine, movimento e riflessione, l’autore realizza una danza tra laicità e spiritualità, traducendo il quotidiano in un linguaggio visivo profondo ed emozionante. La serie invita alla riflessione sull’identità, sulla ricerca di senso e sulla delicatezza dell’animo umano, offrendo uno sguardo toccante sull’esperienza di passaggio tra infanzia e maturità, tra il sacro e il profano. Una sala immersiva avvolge completamente il visitatore, trasportandolo nel mondo intimo e pregnante di Mario Giacomelli attraverso l’ascolto della sua voce e l’osservazione delle immagini che egli stesso ha lasciato. Questo spazio sensoriale e interattivo permette di vivere un’esperienza diretta e coinvolgente, facilitando una comprensione più profonda del suo linguaggio artistico e della sua visione del mondo. Un elemento centrale di questa esposizione è la riproduzione fedele della camera oscura di Giacomelli, un ambiente che consente di entrare nel cuore del suo processo creativo.

Inoltre, alcune bacheche espositive raccolgono le composizioni poetiche di Giacomelli, rivelando un aspetto spesso meno conosciuto del suo talento: la poesia rappresentava infatti una delle sue più profonde fonti di ispirazione e un canale privilegiato di espressione personale. Questi materiali vengono accompagnati da una selezione di documenti, lettere e appunti che documentano il continuo rapporto tra parola e immagine nell’opera dell’artista, evidenziando come la poesia sia stata sempre un elemento fondamentale e costante della sua ricerca artistica e spirituale. Questa integrazione tra fotografia e poesia offre al pubblico uno sguardo più completo sulla complessità e sulla profondità del suo universo creativo, segnato da un’intensa ricerca di senso e bellezza.

Mario Giacomelli, Per poesie, anni 90, © Archivio Mario Giacomelli

Il catalogo

Sarà pubblicato un volume monografico di ampio respiro, frutto del lavoro dell’Archivio Mario Giacomelli e realizzato in collaborazione con Silvana Editoriale. Questo volume, ricco di immagini, testi inediti e analisi critiche, fungerà da guida approfondita alla sua vita e alle sue opere, costituendo un importante strumento di studio e di valorizzazione della sua eredità. La pubblicazione accompagnerà entrambe le mostre che verranno allestite a Palazzo Reale a Milano e a Palazzo delle Esposizioni a Roma.

Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961-63_cover © Archivio Mario Giacomelli

Info

MARIO GIACOMELLI
IL FOTOGRAFO E IL POETA
a cura di Bartolomeo Pietromarchi
Katiuscia Biondi Giacomelli
22 maggio – 7 settembre 2025
Palazzo Reale Milano

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