MATTEO BARACCO alla galleria Artra: “Natura radicale” e la forza autonoma dell’incolto

Alla galleria Artra di Milano, la nuova personale “Natura radicale” apre un varco nella cosmologia sensibile dell’artista torinese Matteo Baracco.

Nel repertorio di pratiche che oggi tentano di ricucire il rapporto spezzato tra essere umano e mondo naturale, Matteo Baracco introduce una postura inattesa: quella dell’ascolto lento, dell’attesa come metodo e della cura come linguaggio. La sua nuova mostra personale non è soltanto un progetto espositivo, ma una dichiarazione di intenti. Un invito a riconoscere l’incolto come organismo vivo, imprescindibile, portatore di un sapere non addomesticato.

Baracco, classe 1994, artista visivo e direttore creativo multidisciplinare, intreccia nella sua pratica elementi naturali — piante, terra, pigmenti organici — con memorie intime e stratificazioni culturali. Ogni opera funziona come un organismo in divenire, in cui il tempo agisce non come semplice condizione, ma come materia attiva, responsabile di crescite, dissoluzioni e metamorfosi. Non c’è gesto che non debba confrontarsi con ciò che muta: ciò che scompare, si rigenera, riaffiora.

Il viaggio rappresenta per l’artista un passaggio obbligato, quasi un atto rituale. Quest’anno il Giappone si è imposto come destinazione cruciale: terreno ideale per un dialogo con l’impermanenza, le forme del paesaggio e la spiritualità diffusa che permea l’estetica locale. Lì Baracco ha assorbito una dimensione del tempo che non procede per linearità, ma per saturazioni, vuoti, ritorni: un tempo che respira.

In “Natura radicale”, pittura e installazione convergono per delineare uno spazio immersivo in cui la natura non è rappresentata, ma convocata. L’artista indaga l’incolto come territorio primario, come matrice in grado di trasformare ogni residuo in germinazione. Un’energia che non chiede permesso, che non si lascia disciplinare, ma che rinnova senza tregua il proprio ciclo. Adriano Favole, in La via selvatica, ricorda che “l’incolto non è il caos: è la vita che si organizza, che germoglia, che si incontra e si scontra”. È precisamente in questa tensione — tra collisione e florilegio — che Baracco posiziona la sua ricerca, attribuendo alla natura un ruolo reticolare, rigenerativo, spirituale nella sua più concreta fisicità.

Significativo il ruolo di Laura Milani, figura di riferimento dell’ecosistema culturale torinese, che per scelta non-curare questa mostra. La sua posizione si trasforma in presa di responsabilità:

Lasciare che le opere emergano con la forza autonoma dell’incolto, senza sovrastrutture interpretative”,

afferma. Una sospensione consapevole, che disinnesca il dispositivo curatoriale tradizionale e riconsegna allo spettatore il compito di abitare il lavoro senza intermediazioni.

“Natura Radicale” diventa così un territorio di relazione, uno spazio aperto in cui il pensiero germoglia, si disfa e ricrea nuove traiettorie. Una proposta che afferma — con quieta ostinazione — che la fragilità, quando riconosciuta, diventa forza generativa; e che l’incolto, lungi dall’essere residuo, è un’alfabeto originario capace di riscrivere il nostro sguardo.

INFO

NATURA RADICALE
Una mostra di Matteo Baracco
ARTRA Galleria Milano
Via Privata Leopoldo Gasparotto, 4, 20124 Milano
@matteobaracco

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