A Platea | Palazzo Galeano di Lodi, la nuova stagione espositiva del 2025 si apre con una mostra intensa e concettualmente stratificata: Le Piangenti di Marco De Sanctis, in programma fino al 16 marzo.
L’esposizione si sviluppa in due spazi distinti di Lodi, esplorando il rapporto tra natura, artificio e memoria collettiva attraverso sculture e opere su carta.
LE OPERE E IL PERCORSO ESPOSITIVO
La vetrina di Palazzo Galeano (Corso Umberto): qui sono esposti i lavori su carta, che dialogano direttamente con le precipitazioni atmosferiche. Le opere, realizzate con sali minerali, polveri di bronzo e ossidi di rame, interagiscono chimicamente con la pioggia, generando forme fluide e mutevoli che evocano il movimento delle nuvole. L’artista, in un gesto poetico, affida al clima lodigiano la realizzazione di un disegno in continua evoluzione.
Il cortile della Biblioteca Laudense (via Fanfulla 2): in questo spazio, fulcro della mostra, si trova La Pleureuse (The Sweeper), una scultura monumentale della serie Les Pleureuses. La fusione in bronzo riprende il modello classico del Laocoonte, trasformato dall’innesto di due foglie d’agave sulla fronte. Qui la pioggia, elemento essenziale per l’attivazione dell’opera, produce colature verderame che richiamano lacrime, rendendo il busto un simbolo del pianto rituale e liberatorio.
IL PROGETTO
L’intero progetto ruota attorno alla rinegoziazione dei rapporti tra natura e cultura, affrontando temi come la memoria, il tempo e il paesaggio. Le opere non si limitano a rappresentare, ma invitano lo spettatore a riflettere sulla co-creazione tra l’artista e gli elementi naturali, che qui assumono il ruolo di veri e propri co-autori.
Il pianto, leitmotiv della mostra, non è un simbolo di debolezza, ma un atto rituale e necessario per elaborare il lutto. L’artista riprende la figura delle prefiche, le donne che, nell’antichità, codificavano collettivamente il dolore attraverso il lamento. Il risultato è un’esperienza immersiva e viscerale, in cui l’osservatore è chiamato a confrontarsi con una “verità invisibile” che prende forma nell’opera.
Marco De Sanctis si inserisce nel solco delle progettualità portate avanti da Platea negli ultimi anni, tutte legate al dialogo con la natura e la specificità locale. Se nel 2022 Alberonero aveva utilizzato la nebbia per creare un paesaggio effimero, e nel 2024 Mariateresa Sartori aveva lavorato con il vento dell’Adda, De Sanctis usa la pioggia come matrice alchemica e morfogenetica. L’acqua, elemento mutevole e imprevedibile, diventa così parte integrante della narrazione.
L’ARTISTA
Marco De Sanctis (1983, Milano, Italia) vive e lavora a Bruxelles.
Le opere di De Sanctis sono state esposte in mostre personali e collettive a livello nazionale e internazionale in sedi quali “Sublimated”, Dauwens & Beernaert Gallery, L’Art de Rien, Centrale Brussels, La Chute, Eduardo Secci, Firenze (2022); Appocundria, Dauwens & Beernaert Gallery, Bruxelles (2020); Transalantico, Mana Contemporary, Jersey City USA (2019); Les Portes Royales, Art on Paper, Bozar, Bruxelles (2018); Crepusculo, Artissima, Art Fair, Torino (2018); Ossessione, Palazzo Monti, Brescia (2018); Monographie D’Artiste 10+7, Musée Mediatine, Bruxelles (2017); “a rebour” Dauwens & Beernaert Gallery (2017); Futuri Interiori, Fondazione Rivoli2, Milano (2016); “shoreline” Francis Carrette gallery (2015).
Marco De Sanctis (1983) è nato a Milano, ma è cresciuto nella pianura lodigiana, assorbendone le solitudini, le umide densità e la materialità terrigna. Si trasferisce a studiare a Bruxelles, dove rimane poi a vivere e a sviluppare il suo percorso artistico in una climatologia altrettanto umida e in un ambiente artistico fertile e multiculturale. Come si legge nella sua biografia, il suo dispositivo di pensiero si addensa intorno ai temi dello “statuto dell’immagine, la nozione di tempo e l’atto di creazione”. In un contesto che potremmo definire con Rosalind Krauss “postmediale”, produce i suoi lavori attraverso svariati medium che non sono mai preponderanti o specifici per la sua pratica artistica, che predilige invece l’unità di intenti nella produzione di “food for thoughts” per una riappropriazione dell’atto di creazione da parte dello spettatore; tema particolarmente caro al programma Platea Palazzo Galeano.
In un continuo movimento tra lo scultoreo, l’alchemico, la reazione chimica, la forza dell’energia primaria e l’appropriazione di immagini dalla storia dell’arte e dalla storia culturale, produce materialità visiva di parole su sfere di marmo, rotture gestuali di lastre di vetro Blu di Prussia, reazioni di ossidi metallici con precipitazioni atmosferiche, trasferimento su carta della forma di spade rituali tramite il fuoco, utilizzo di frammenti di sculture classiche o monumenti funebri con impiantati elementi naturali sulla fronte e lasciati reagire, attraverso l’apposizione di ossidi, sotto la pioggia.
LA GALLERY
INFO
Marco De Sanctis
“Le piangenti”
A cura di Platea
Fino al 16 marzo 2025
Platea | Palazzo Galeano
Corso Umberto I, 50 – 26900, Lodi
Website: www.platea.gallery | Instagram: platea_palazzogaleano |