Da oggi, 27 novembre 2024, fino al 9 febbraio 2025, il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ospita METAL PANIC, la più grande esposizione mai dedicata a Marcello Maloberti.
La mostra, curata da Diego Sileo, celebra il legame profondo tra l’artista e Milano, città che ha sempre accompagnato la sua pratica e che ora diventa teatro di un’opera totale, dove arte e spazio urbano si intrecciano in un dialogo costante.
Pensata come un cantiere in progress, l’esposizione combina opere storiche, produzioni recenti e inediti site-specific, invitando il pubblico a immergersi in un’esperienza che sovverte prospettive e abitudini visive.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
All’interno del PAC, il percorso espositivo si snoda tra elementi industriali e poetiche riflessioni.
L’installazione CIELO (2024), una scritta al neon capovolta sospesa dal braccio meccanico di un camion, accoglie i visitatori all’ingresso, evocando una “colonna infinita” che richiama Piero Manzoni e invita a guardare oltre il conosciuto.
In ULTIMATUM (2024), la facciata dell’edificio è parzialmente ricoperta da acciaio zincato, richiamando l’estetica del cantiere e trasformando l’architettura in un’opera in divenire. Le didascalie stesse, incise su lastre metalliche, diventano protagoniste con INCIPIT (2024), suggerendo titoli di libri mai scritti e offrendo un gioco tra testo e immaginazione.
L’atto di ribaltare, frequente nella poetica dell’artista, caratterizza l’opera M (2024) in cui il gesto assume una specifica valenza politica. Il titolo è, infatti, un rimando alla “M” di Mussolini mentre la sua posizione capovolta emula il corpo del dittatore esibito in Piazzale Loreto il 29 aprile 1945. Il cartello stradale che segna l’ingresso nella città di Milano riveste simbolicamente la funzione di porta, una soglia rovesciata e, dunque, inaccessibile al pubblico.
Nella stessa sala, un insolito fregio decora la parete d’ingresso: CHANCE DI UN CAPOLAVORO (2024) titolo che riprende un’opera di Marco Mazzucconi del 1989. Qui l’artista neutralizza la pericolosità delle forbici – altro elemento ricorrente della sua pratica – con delicate piume d’oca bianche in un gesto di iperdecorativismo.
Maloberti interviene nuovamente sull’architettura dello spazio con l’opera TILT (2024), dove un guardrail, che solitamente funge da dispositivo di sicurezza stradale, è qui incastonato su basamenti in marmo “Bianco Altissimo Henraux”, disegnando una curva dal profilo tagliente che obbliga lo spettatore a compiere un percorso prestabilito dall’artista.
Spaventi sonori improvvisi, che evocano un passato primordiale, si propagano come un canto per tutti gli ambienti del PAC. Una musica mai sentita prima è prodotta da uno strumento particolare: le canne di un fucile sono diventate flauti. L’opera video METAL PANIC (2024) mostra come l’arte è in grado di trasformare la funzione originaria degli oggetti.
Nel parterre otto neon di diverse dimensioni danno forma a MARTELLATE (2024), un progetto che Maloberti porta avanti da più di trent’anni e che racchiude alcuni degli slogan filosofici, degli aforismi e delle poesie più celebri dell’artista.
Nella Project Room del PAC, Marcello Maloberti torna alle proprie radici presentando una selezione di lavori particolarmente significativi per il suo percorso artistico, per gran parte realizzati negli anni Novanta. Tra questi, FAMIGLIA METAFISICA (1990) ritrae l’artista insieme alla madre e alla nonna al centro del suo salotto a Casalpusterlengo (LO). L’immagine racconta di una realtà domestica e di provincia, con un forte richiamo al Neorealismo.
In una fotografia scattata nel 2006, Maloberti è, invece, appeso al cartello stradale di Casalpusterlengo. Il cartello è stato conservato per diventare più di dieci anni dopo una performance presso Triennale Milano. In occasione della mostra è collocato negli spazi del Padiglione con l’installazione KASALPUSTERLENGO (2015). Il segnale stradale appare a terra, come un reperto archeologico, un frammento dal quale l’artista non si è mai voluto separare.
LE INSTALLAZIONI
In occasione della serata inaugurale, Marcello Maloberti propone due performance all’interno degli spazi del PAC. In BOLIDI (2024), l’installazione performativa costituita da sculture indossabili sarà attivata da performer che la trasporteranno in tutto l’ambiente museale. In SIRONI (2024), una performer metterà in atto una continua azione di ritaglio di immagini appartenenti all’universo sironiano, trasformando il pavimento in un grande quadro privo di ogni dimensione. Durante il periodo di apertura della mostra invece (ogni sabato e domenica) verrà proposta al pubblico LA SUGGERITRICE (2024) che coinvolgerà direttamente i visitatori.
In occasione dell’ultimo weekend di mostra, verrà realizzata la performance BACIAMANO, che vedrà protagonista l’attore Ninetto Davoli.
Ad accompagnare il pubblico tra le opere una guida gratuita alla mostra a cura di Giulio Dalvit.
IL CATALOGO
Il catalogo della mostra è pubblicato da Silvana Editoriale – in italiano e in inglese – con testi di Diego Sileo, Giulio Dalvit, Luca Cerizza e un’intervista inedita all’artista realizzata da Vittoria Matarrese.
L’ARTISTA
Marcello Maloberti (Codogno, Lodi, 1966) è un artista visivo di base a Milano. È docente di cattedra di Arti Visive alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, Milano. La sua ricerca trae ispirazione da aspetti propri delle realtà urbane più marginali e minime con particolare attenzione all’informità e alla precarietà del vissuto. La sua osservazione va oltre l’immediatezza della dimensione quotidiana, con uno sguardo neorealista straniante e onirico, combinato a un approccio archeologico alla storia dell’arte. Le performance e le grandi installazioni sonore e luminose, dal forte impatto teatrale, vengono realizzate sia in spazi privati che pubblici prediligendo sempre l’interazione con il pubblico. Questi interventi funzionano come narrazioni contratte, sono atmosfere da vivere ed esperire, temperature emotive da attraversare. Il corpo performante è quello della collettività, capace di produrre un dialogo tra la performance stessa e il suo pubblico. Negli ultimi anni Maloberti ha approfondito il binomio arte/vita utilizzando una coralità di linguaggi sia visivi che sonori – fotografia, video, performance, installazione, oggetti e collage – sempre attraversati e potenziati da una forte performatività.
Marcello Maloberti ha esposto in numerose istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, tra cui: Art Basel, Basilea/Parigi (2024; 2023); MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2023; 2019); Triennale Milano, Milano (2022; 2015; 2012); Bangkok Art Biennale, Bangkok (2022); Panorama Italics, Procida (2021); MACRO, Museo d’Arte Contemporanea, Roma (2020; 2012); Stazione dell’arte, Ulassai (2019); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2020; 2018; 2000); Galleria Raffaella Cortese, Milano (2020; 2018; 2014); Manifesta 12, Palermo (2018); Quadriennale di Roma, Roma (2016); MuCem – Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo, Marsiglia (2016); Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli (TO) (2014); Padiglione Italia 55a Biennale di Venezia (2013); Frankfurter Kunstverein, Francoforte (2012); Nuit Blanche, Paris, in collaborazione con CAC Brétigny (2011); Generali Foundation, Vienna (2010); Royal Academy of Arts, London (2010); GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo (2009); PERFORMA 09, New York, (2009); MUSEION – Museo d’arte contemporanea di Bolzano (2005); Collection Lambert – Musée d’art contemporain Avignon (2005); Palazzo Strozzi, Firenze (2005); PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2003); GAM – Galleria d’Arte Moderna, Bologna (2000).
EXHIBITION VIEW
INFO
Marcello Maloberti
METAL PANIC
A cura di Diego Sileo
27.11.2024 – 9.2.2025
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano