Electa pubblica un’inedita conversazione, che apre un nuovo squarcio sul percorso umano e professionale di Mario Botta, architetto ticinese artefice della ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano e di progetti come il MART di Rovereto e del MoMa di San Francisco.
All’interno del volume, Botta rivela come solo nella maturità e attraverso la progettazione di spazi sacri abbia definitivamente riscoperto i principi base della sua disciplina: il perimetro, primo segno che distingue un microcosmo interno da un macrocosmo esterno;
il muro, separazione tra interno ed esterno; la soglia, momento di transizione; la gravità, radicamento alla terra; la luce, generatrice dello spazio; la trasparenza, fonte di evocazione; il rapporto tra finito e infinito.
Questi principi, ereditati dai grandi maestri del Novecento, sono per Botta imprescindibili nella costruzione di spazi vivibili, a misura d’uomo: dei punti di resistenza e di nuovo inizio che reagiscono a molte derive contemporanee.
All’origine di questa ricerca, interna all’architettura stessa, è la chiesa di San Giovanni Battista a Mogno in Svizzera – il primo spazio sacro progettato da Botta – qui osservata attraverso una campagna fotografica appositamente realizzata da Alessandro Nanni.
INFO
IL GESTO SACRO
Una conversazione con Mario Botta
Sergio Massironi e Beatrice Basile
Electa