“Le trasmissioni riprenderanno il prima possibile” è l’ultima mostra personale dell’artista Fabio Weik curata da Valentina Bizzotto e promossa da Studio 40, presso gli spazi della società Ferro Bulloni a Brescia.
L’artista affronta in modo disruptivo le tematiche attuali quali il distanziamento sociale e la forzata pausa imposta dal Covid19, attraverso una serie di opere inedite caratterizzate da una forte connessione con la città di Brescia. Le chiavi di lettura del nostro presente proposte dall’arte di Fabio Weik spiazzano e innescano nello spettatore una profonda riflessione sulla realtà in cui viviamo.
La mostra, oltre ai lavori inediti ed alle installazioni site specific, include una serie di opere iconiche tra cui
“Mediaindigestione” ed “Ermeneutica” che rappresentano la produzione artistica degli ultimi anni di Fabio Weik.
La reinterpretazione del monoscopio a colori, fil rouge dell’esposizione, mette in risalto tematiche care all’artista, in primis la riflessione sull’informazione, in particolare sui sistemi di gestione dei percorsi informativi.
Weik utilizza per la prima volta il monoscopio nel 2009 nell’opera “Mediaindigestione” realizzata per Fabbrica Borroni a Milano, come simbolo dell’interruzione causata da un’informazione sul piano culturale, sociale o per interessi politici.
Quest’opera è ancor oggi di pregnante attualità, tanto che Weik ha deciso di realizzarla nuovamente all’esterno del portone della Ferro Bulloni, come dimostrazione del disordine mediatico creato riguardo alla pandemia ed icona della chiusura delle trasmissioni intese, in un gioco di doppi sensi, sia come trasmissioni virali che come “trasmissioni sociali”.
Questo graffito è una reazione alla paralizzazione della cultura, la dimostrazione che l’arte contemporanea non si ferma ma anzi raggiunge i cittadini all’aperto negli spazi urbani cari a Weik che proprio sulla strada ha iniziato la sua carriera.
E’ la prova che l’arte contemporanea non si limita a riflettere il mondo, ma si impegna con esso.
Plurimi i significati legati all’intervento dell’artista; il monoscopio, simbolo della sospensione delle trasmissioni televisive diviene metafora del momento storico che stiamo vivendo, un periodo di stallo, di pausa obbligata in attesa di poter riprendere le nostre vite. Allo stesso tempo è anche un messaggio di speranza, in quanto, appunto, le trasmissioni riprenderanno non appena possibile.
L’opera, inoltre, mira a rendere protagonista uno degli edifici storici di Brescia: la fabbrica Ferro Bulloni, scelta da Fabio Weik proprio per il suo fascino unico, un misto tra solida fierezza e decadenza, specchio dell’Italia stessa.
Nella sala principale della mostra invece, svetta l’installazione ASSEMBLA, una piramide di manichini pregna di
riferimenti socio-culturali.
L’accumulo di manichini in scala 1:1 abbigliati con outfit realistici del marchio Australian, si ispira al fenomeno territoriale sviluppatosi nella metà degli anni 90 dei cosiddetti HARDCORE WARRIORS. Nome dato ai frequentatori abituali della discoteca bresciana NUMBER ONE, che non si identificavano con la sottocultura Gabber, di cui condividevano la passione per lo stesso genere musicale.
In una sorta di rituale la tribù degli HARDCORE WARRIORS creava delle piramidi umane al fine di permettere ad un rappresentante del gruppo di salire in alto fino a toccare il soffitto della discoteca pochi minuti prima della chiusura del locale. Un rito basato sull’esaltazione del gruppo, dove ogni singolo individuo è necessario al raggiungimento dello scopo finale.
Con ASSEMBLA Weik ricrea questo rito quasi primitivo causando un cortocircuito emotivo nello spettatore, un mix di nostalgia, di un agognato ritorno alla normalità nonché di disgusto verso questa vicinanza estrema, animalesca. Il divieto di assembramento, la fobia di un eventuale contatto e l’ossessione per l’igiene sono la nuova normalità. L’artista ci porta ad interrogarci sull’effetto che l’inevitabile chiusura di discoteche e concerti, luoghi nevralgici della vita sociale, della distrazione e del divertimento, dove il contatto umano tra individui è reale e non digitale, avrà sulla società e sui giovani.
ASSEMBLA non è solo un riferimento al nostro passato più recente, ma è ispirata alle raffigurazioni storiche delle Forze d’Ercole che si svolgevano durante le festività del Carnevale Veneziano.
In questa chiave di lettura, opere dal carattere rinascimentale dialogano con quelle digitali raffiguranti il rituale delle piramidi umane di fine novecento, evidenziando la continuità dei tempi e delle usanze sociali.
Weik si spinge oltre la mera rappresentazione fittizia ed inanimata costituita dalla piramide di manichini, realizzando, sempre grazie al supporto di Australian, un filmato video per documentare e far conoscere al grande pubblico gli HARDCORE WARRIORS ed i GABBERS. Nella location della mostra, ha riunito 40 rappresentanti dell’Old School e della New School Hardcore Italiana e, nel rispetto di tutte le norme igieniche sanitarie, ha cercato di riportare in vita ciò che accadeva nella SALA 2 del leggendario club NUMBER 1 prima della pandemia. Le reazioni dei partecipanti emozionati e commossi dalla possibilità di riunirsi dopo un così lungo periodo di isolamento sono state catturate dall’artista in un’opera video della durata di 40 minuti e da una serie di 7 fotografie.
Alla fine del percorso mostra si incontrano altre due opere ispirate al design del monoscopio: “Riapriremo il Prima Possibile” e “Venere Mediatica”. La prima, creata appositamente per gli spazi di Ferro Bulloni, è un disegno anamorfico realizzato con nastro adesivo colorato direttamente sulle scaffalature, che riprende l’opera intitolata “DPCM” creata da Weik sulle superfici della propria sala da pranzo durante il primo lockdown. La natura dell’installazione è volutamente temporanea, l’inevitabile scollamento dello scotch dovuto al passare del tempo e dalla polvere simboleggia, nel linguaggio artistico di Weik, tutte le attività commerciali chiuse a causa della pandemia, la cui sopravvivenza è stata messa a dura prova nell’ultimo anno.
In “Le trasmissioni riprenderanno il prima possibile” Fabio Weik analizza una situazione visibile e percepibile da tutti a livello globale. Presenta allo spettatore immagini con cui ha già una consolidata familiarità, le rielabora e le ripropone in una veste nuova, più accattivante ma anche più ricca di riflessioni su ciò che è il vero nucleo pregnante dell’informazione, il quale spesso viene celato a favore di una comunicazione più sensazionalistica e decisamente triviale.
L’ARTISTA
Graffiti Writer dal 1997, e artista contemporaneo, Fabio Weik è esponente attivo della TDK crew, storica
graffiti crew nazionale e dell’Interplay crew di cui è il fondatore. Ha partecipato ad importanti interventi
urbani, sia in Italia che all’estero, collaborando attivamente con amministrazioni comunali e fondazioni
internazionali a progetti di Urban Art e riqualificazione urbana. La sua identità underground rimane viva in
strada e nel suo studio delle lettere, ma la sua voglia di comunicare non solo ad un pubblico underground
come quello dei graffiti, lo spingono ad avvicinarsi all’ambiente più istituzionale sperimentando con i mezzi
contemporanei dell’arte visiva. Il lavoro di Fabio Weik rispecchia il contesto storico attuale e la società
contemporanea dominata dai media e dalla televisione. Utilizzando simboli ed icone popolari, un
linguaggio artistico basato sulla rapidità di fruizione del messaggio e sulla conflittualità dei soggetti
rappresentati, i dipinti, i video e le installazioni site specific, sono a tratti introspettivi ma sempre con
riferimenti sociali. Le tecniche sperimentali e l’uso di materiali non convenzionali come acidi, vetro, polvere,
gesso e oggetti comuni contribuiscono a spiazzare lo spettatore innescando un processo di identificazione
e riflessione sulle tematiche dell’opera. Le sue prime opere su coperte isotermiche sono state presentate
nel dicembre 2018 durante la mostra “Basquiat, la Street Italiana e le Visioni metropolitane” a Piacenza e a
settembre 2019 nella sua personale ERMENEUTICA chapter I a Milano. La sua produzione spazia dalle
superfici metropolitane agli spazi pubblici e privati, alle tele, fino ad arrivare ai capi d’alta moda. Nel 2009,
infatti, disegna ed interviene sui capi della collezione A/I MISSONI uomo instaurando così un’originale
collaborazione con Angela Missoni e i suoi stilisti. Tuttora collabora con famosi designer e ricamatori come
Graziano Giordani in una continua ricerca e sperimentazione della produzione su materiali innovativi.
Nel 2010 con la personale Sinergie in Fabbrica Borroni impone la sua visione artistica, presentando
installazioni e dipinti controversi, attirando l’attenzione dei media per le tematiche affrontate. Grazie alla
collaborazione con la galleria Teseo di Milano, espone in diverse fiere d’arte (Affordable Art Fair, MIART),
alla Triennale di Milano ed al Museo del Design. Nel 2013 inizia la collaborazione con Cold Krash, galleria
Australiana, e le conseguenti esposizioni in eventi privati organizzati da collezionisti a Sydney.
Nel 2014 si trasferisce a Dubai dove partecipa ad ART DUBAI ed eventi di graffiti internazionali come la
STREET ART NIGHT. La sua personale “HORSES HEART” attira l’attenzione della famiglia reale Al Maktoum
che acquisisce alcune opere per la propria collezione privata. Inizia quindi a collaborare con gallerie e musei
degli UAE. Nel 2015 viene contattato per creare un’installazione per il padiglione Cina ad ACQUE 2015,
evento ospitato dalla Biennale di Venezia in associazione con EXPO2015.
Il 16 ottobre 2020 inaugura BALLA!, un’installazione immersiva che coinvolge visivamente, sensorialmente
ed emotivamente lo spettatore nella storia di Balla Coulibaly, un giovane profugo della Repubblica del Mali
realizzata in collaborazione con il fotoreporter Francesco Brembati, ed il musicista Boss Doms di cui è
direttore artistico (tra i recenti progetti realizzati con quest’ultimo “I want more” e “Pretty Face” ).
Collabora ed è rappresentato da gallerie di Milano, Dubai, Pechino, Marrakech, Stoccolma, New York,
Parigi, Spagna ed Australia.
INFO
Le trasmissioni riprenderanno il prima possibile
Mostra personale di Fabio Weik
Curata da Valentina Bizzotto
NICOLA FALAPPI/STUDIO 40
Società Ferro Bulloni, via XX Settembre n.2, Brescia
dal 11 giugno 2021 al 30 giugno 2021