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Le Donne dell’Antichità di Anselm Kiefer a Ravello: la mostra a Villa Rufolo tra mito, storia e arte contemporanea

Fino al 2 settembre 2025, Villa Rufolo a Ravello si trasforma in un teatro di ombre e memorie grazie alla mostra Le Donne dell’Antichità di Anselm Kiefer.

Promossa dalla Fondazione Ravello in collaborazione con la Galleria Lia Rumma, l’esposizione si inserisce nel programma del Ravello Festival 2025, e porta nei suggestivi spazi della villa una serie di opere che indagano la figura femminile attraverso il filtro della storia, del mito e dell’archetipo.

Corpi muti, presenze simboliche

Da sempre affascinato dalle stratificazioni della memoria e dalla tensione tra distruzione e rinascita, Kiefer rivolge lo sguardo a un pantheon femminile che attraversa epoche e tradizioni. Le sue donne dell’antichità – ispirate a figure della Roma imperiale, della mitologia greca e del folklore nordico – sono corpi assenti o frammentati, prive di volto, o con la testa sostituita da elementi simbolici: libri, piombo, filo spinato. Gli abiti irrigiditi nel gesso, le materie grezze, i volumi impastati di storia e rovina, conferiscono alle opere una dimensione totemica e perturbante.

Non c’è narrazione lineare, né celebrazione monumentale. Le donne di Kiefer sono potenze generative e distruttive, epifanie iniziatiche che rimettono in discussione ogni ordine precostituito. Evocano la conoscenza come ferita e la memoria come campo di battaglia.

Dialoghi con la rovina

La mostra si snoda tra gli interni e i giardini di Villa Rufolo, storica dimora nobiliare proiettata sul mare e già scenografia dell’immaginario romantico. L’architettura della villa – stratificata, aperta, permeabile – entra in risonanza con la materia visionaria di Kiefer, instaurando un dialogo tra rovina e paesaggio, opera e natura. L’effetto è quello di una sospensione: le installazioni sembrano affiorare da un tempo senza tempo, dove il passato si fa presente simbolico e la storia si trasforma in mito.

Icone femminili tra storia e poesia

Tra le opere in mostra, Paete rievoca la tragica fermezza di Arria, matrona romana che si trafigge il ventre per insegnare al marito il coraggio della morte: “Paetus, non dolet”. In Ave Maria Turris Eburnea, l’invocazione alla Vergine si traduce in una scultura che celebra la purezza come forza incorruttibile, inaccessibile. Gezabele richiama la principessa fenicia biblica, figura di potere femminile e eresia religiosa, condannata da una società patriarcale a una fine brutale. In Apollodors Liste, una spirale di piombo accoglie fotografie di rovine e reliquie della memoria: un atlante visivo e poetico della decadenza e della persistenza culturale.

Teche e reliquie: materia e simbolo

Completa il percorso una serie di vetrine in vetro, elemento distintivo del lessico formale di Kiefer. Al loro interno, materiali organici e grezzi – ferro, cenere, foglie, testi, piombo – si offrono allo sguardo come reliquie accessibili ma inattingibili.

Il vetro delle vetrine–spiega Kiefer-è in qualche modo una pelle sempre impermeabile che collega l’arte con il mondo esterno in una relazione dialettica»

Una mostra come rito

Le Donne dell’Antichità non si limita a esporre: invoca, convoca, mette in scena. Le figure femminili che abitano Villa Rufolo non sono presenze da contemplare, ma forze da attraversare. La mostra diventa così un rito di passaggio, una discesa nel tempo mitico e un ritorno alla superficie attraverso l’arte, in bilico tra l’irreversibilità della storia e l’eco inesauribile del mito.

La mostra di Anselm Kiefer alla 73a edizione del Festival sottolinea Alessio Vlad, presidente della Fondazione Ravello -vuole stabilire un legame ideale con la visita che Wagner fece a Ravello nel 1880. Mi piace pensare che, come allora, un grande artista tedesco elegga Ravello come luogo simbolico dove il mondo del Nord dell’Europa incontra quello del Sud nella comune ricerca di una mitologia condivisa. Con questo progetto diamo avvio a un percorso organico della Fondazione dedicato all’arte contemporanea. Siamo grati alla Regione Campania che, con il suo sostegno, lo rende possibile»

L’artista

Nato nel 1945 a Donaueschingen, in Germania, Anselm Kiefer è uno degli artisti contemporanei più significativi. La sua opera comprende dipinti, sculture, vetrine, installazioni, libri e opere su carta come disegni, xilografie, acquerelli e fotografie. I materiali che utilizza – dal piombo, al cemento e al vetro, fino a tessuti, ceneri e piante – sono tanto vasti quanto simbolicamente significativi. La visione di Kiefer abbraccia filosofia, storia e letteratura, portando alla luce l’importanza del sacro e dello spirituale, del mito e della memoria, della metamorfosi e del rinnovamento. Vive e lavora in Francia dal 1993.

Exhibition View

Info

RAVELLO FESTIVAL 2025
LE DONNE DELL’ANTICHITÀ DI ANSELM KIEFER
Villa Rufolo – Ravello
Fino al 2 settembre 2025

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