Antonio Canova, Maddalena Giacente, 1819, gesso, Museo Gypsoteca Antonio Canova, Possagno

La Maddalena e la Croce. Amore Sublime: mostra al Museo Civico di Santa Caterina a Treviso tra arte, emozioni e redenzione

“La Maddalena e la Croce. Amore Sublime” (fino al 13 luglio) è la mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura e curata da Fabrizio Malachin per i Civici Musei di Treviso.

La mostra si offre al pubblico come un’esperienza tematica, multidisciplinare e sensoriale, capace di fondere devozione, estetica e narrazione.

Il punto di partenza è noto e insieme scivoloso: Maria Maddalena, la santa peccatrice, la testimone della Passione, la prima a vedere il Risorto. Figura complessa e stratificata, che la mostra declina non tanto come reliquia del passato, quanto come specchio emotivo e psicologico di una contemporaneità assetata di riconciliazione. “È la storia di una donna, o forse di ogni uomo”, afferma l’assessora Maria Teresa De Gregorio. E la narrazione si snoda così tra immagini sacre e simboli laici, tra pathos e corpo, sensualità e spiritualità, in una continua dialettica tra caduta e salvezza.

Oltre cento opere – tra miniature, dipinti, sculture, tessuti e oreficerie – compongono un mosaico che va dal Medioevo al XXI secolo. Due i nuclei centrali: da una parte il corpus di opere tedesche dal XIV al XVIII secolo, in arrivo dal Museo di Freising e per la prima volta esposto in Italia; dall’altra, la valorizzazione del patrimonio trevigiano con prestiti dalla Gypsotheca di Possagno, dalla Pinacoteca Martini di Oderzo, dal Museo Diocesano e da alcune chiese della provincia.

Le sezioni espositive

Tredici le sezioni, ognuna con una drammaturgia precisa. Il percorso si apre con la Crocifissione, momento in cui Maddalena compare accanto a Maria e Giovanni, smarrita nel dolore. Poi la Croce si fa protagonista autonoma, simbolo di condanna e insieme di speranza. Tra i capolavori esposti, spicca la tavola bifacciale di Jan Polack, in cui la Maddalena, con il petto scoperto sotto un manto verde, rivela l’ambiguità di un’eredità mondana che si trasforma in icona di penitenza.

Dal Concilio di Trento in poi, la figura della Maddalena assume il ruolo di “nuova Eva”, simbolo di redenzione possibile, mentre nell’Ottocento si emancipa dal simbolismo strettamente religioso, diventando archetipo femminile universale. Emblematico in questo senso è il confronto tra Alberto e Arturo Martini: la Via Crucis si fa metafora di passaggi emotivi, corpo e materia si fondono, ponte ideale verso il contemporaneo. Non manca l’elemento tecnologico: è presente anche un’opera realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale – prima volta assoluta in una mostra di questo tipo – che apre un nuovo orizzonte di riflessione sulla spiritualità postumana.

Una sezione curata da Carlo Sala propone inoltre interpretazioni di artisti contemporanei che interrogano la Maddalena come figura di resistenza, desiderio, trasformazione. E non poteva mancare il cinema: dal muto alle produzioni hollywoodiane, Maria Maddalena attraversa lo schermo tra lunghi capelli sciolti e sguardi tragici, offrendo ai registi – e agli spettatori – un volto femminile che è insieme icona e mito, carne e simbolo.

“La Maddalena e la Croce. Amore Sublime” non è una mostra religiosa in senso stretto, ma un atto di riflessione collettiva. Un viaggio tra emozioni complesse e immagini potenti, che interroga la fragilità e la forza dell’umano attraverso l’arte, oltre le fedi, oltre i dogmi.

Le Opere

Info

LA MADDALENA E LA CROCE. Amore Sublime
fino al 13 Luglio 2025
Treviso, Museo Civico di Santa Caterina

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