Fino al 12 dicembre, la Galleria Matria ospita “Recollecting: La Forma della Memoria”, la prima esposizione personale in Italia dell’artista danese Anne Misfeldt.
Questa mostra propone un’immersione intensa e articolata nelle intricanti e in continua evoluzione dinamica del fenomeno della memoria, sfidando le nozioni tradizionali che vedono il ricordo come un mero recupero fedele e immutabile di immagini dal passato. Secondo l’approccio di Misfeldt, la memoria non si configura come un archivio statico e immutabile, bensì come un processo incessante di ricostruzione, un’eco presente che si trasforma e si riformula di volta in volta in relazione alle circostanze e alle esigenze del presente. La sua riflessione, così come un vecchio scatto fotografico scolorito, mette in evidenza non tanto ciò che effettivamente è stato, quanto piuttosto ciò che siamo oggi in grado di rievocare e reinventare, rendendo la memoria un atto di costante reinterpretazione e riaffermazione del proprio essere attuale.
Oltre a essere riconosciuta come artista, Anne Misfeldt svolge anche il ruolo di illustratrice ed educatrice visiva, elementi che contribuiscono a rendere il suo approccio artistico non solo multidisciplinare, ma anche profondamente narrativo e volto a una riflessione sul ruolo della memoria.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso tre sezioni principali, ciascuna delle quali si propone di esplorare e approfondire diverse sfaccettature e dimensioni dell’esperienza della memoria. La prima di queste, intitolata “Collage Frammentati – Wunderkammer di Oggetti e Collage”, si configura come un’installazione complessa e suggestiva che sintetizza l’unione di piccoli oggetti, cimeli e frammenti collazionati in un ambiente che richiama la tradizione della “camera delle meraviglie” moderna.
Questa composizione concettuale e visiva si presenta come un vero e proprio spazio multifunzionale, in cui ogni singolo elemento racchiude, in modo criptico e poetico, storie e memorie spesso celate, dimenticate o sospese nel tempo.
L’intera installazione invita l’osservatore a un rapporto attivo e parziale con la scena, stimolando un processo di esplorazione e scoperta personale, e favorendo la creazione di connessioni intime e soggettive tra passato e presente. La mise-en-scène si configura quindi come un luogo di sedimentazione di ricordi, dove il collage diventa strumento non solo estetico, ma anche narrativo e terapeutico, ricostruendo una topografia di memorie che si manifestano come frammenti di un infinito mosaico di esperienze.
L’installazione “Murale in Trasformazione” si presenta come un’opera dinamica e in continua evoluzione nel corso del periodo espositivo. Essa si manifesta attraverso un processo di aggiornamento e sostituzione di alcuni elementi strutturali, che vengono progressivamente sostituiti con nuove parti, conferendo all’opera una natura fluida e indefinita. Questa modalità operativa si traduce in una potente metafora della perpetua riscrittura della memoria: un processo che non permane statico, ma si modifica incessantemente in risposta alle nuove esperienze, ai desideri mutevoli e alle trasformazioni che attraversano il soggetto e il tempo. Il lavoro diventa così quasi un organismo vivente, capace di adattarsi e di rinnovarsi, incarnando simbolicamente la natura incruenta e inestinguibile della memoria stessa, che si plasma e si reinventa senza mai perdere il suo substrato profondo.
La terza sezione, denominata “Collage Sospesi”, si manifesta come un intenso e suggestivo esercizio di immersività: collage realizzati e sospesi nello spazio tramite sottili fili trasparenti che si adagiano nell’ambiente, creando un’atmosfera di leggerezza e fluida precarietà. Questi assemblaggi visivi sembrano fluttuare in modo spontaneo e imprevedibile, invitando lo spettatore a attraversare e interagire con strati sovrapposti di memorie e immagini, che si sovrappongono come tracce di un passato onirico.
Questa installazione si configura come un ambiente immersivo, in cui le immagini si fondono in un’atmosfera quasi sognante, amplificata dal gioco di luci e ombre che gioca con la percezione visiva e sensoriale. In questa realtà sospesa, la memoria si trasforma in corpo e atmosfera: non più immediatamente riconoscibile o chiaramente delineata, ma percepita come un senso diffuso e palpabile, che si manifesta nel suo carattere impalpabile e onirico, sfuggendo a una definizione precisa e lasciando che lo spettatore si lasci coinvolgere spiritualmente e sensorialmente nel suo fluire.
La scelta dei materiali che utilizza riveste un significato centrale all’interno della sua poetica: frammenti di album fotografici privati degli anni ’20, pagine di volumi antichi, riviste d’epoca e altri reperti lasciati nei mercatini e nei negozi di antiquariato. Questi materiali, portatori di una carica estetica e storica, vengono selezionati con cura per diventare strumenti di recupero e preservazione della memoria culturale e personale. In questo senso, l’uso di fotografie non proprie, estrapolate da contesti estranei, si pone come un atto di preservazione e di attiva resistenza al passare del tempo, un modo di tessere un ponte tra passato e presente attraverso l’arte del recupero e del riutilizzo. Misfeldt non si limita a raccogliere immagini dimenticate, ma le risignifica, rivelandone nuovi significati, creando così un discorso visivo che invita alla riflessione sulla natura effimera e fragile della memoria. In questa operazione, il collage si trasforma in un vero e proprio atto di salvataggio e rinascita: un gesto che permette di concedere nuova vita a frammenti dispersi, di innestarli in un contesto narrativo differente, e di rinvigorire il loro senso originario, rendendoli nuovamente vivevoli e attuali. Per l’artista, questa pratica diventa un modo sobrio ma potente di preservare l’indelebile traccia del tempo, di mettere in discussione le nozioni di autenticità e di storia, e di costruire nuove memorie visive a partire da ciò che sembrava destinato all’oblio.
EXHIBITION VIEW
INFO
Recollecting: La Forma della Memoria
Mostra personale di Anne Misfeldt
Fino al 12 dicembre 2025
Galleria Matria
Via Melzo 34, 20129 Milano