La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati inaugura la stagione autunnale con una raffinata esposizione intitolata “Prampolini Burri. Della Materia”, un progetto espositivo, curato da Gabriella Belli e Bruno Corà con allestimento di Mario Botta, che si propone come una complessa e approfondita incursione nel vasto panorama delle sperimentazioni artistiche italiane del XX secolo.

Acrovinilico su cellotex – 126.5 x 101 cm
Collezione privata – Foto: A. Sarteanesi, Città di Castello- © 2025, ProLitteris, Zürich
Attraverso un’attenta analisi delle diverse modalità di approccio e manipolazione della materia, la mostra mette in evidenza un peculiare accento sul valore e sull’utilizzo di materiali eccentrici rispetto ai canoni tradizionali della pittura, spingendosi oltre i confini delle tecniche convenzionali per esplorare le potenzialità espressive di elementi insoliti e innovativi.
L’indagine storica e critica si concentra su due figure emblematiche di questa linea di ricerca e sperimentazione: Enrico Prampolini (Modena, 1894 – Roma, 1956), protagonista di un’arte che si distingue per la sua capacità di integrare le innovazioni futuriste con il meglio delle avanguardie europee, e Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995), artista di straordinaria originalità noto per il suo utilizzo di materiali di scarto e di provenienza eterogenea, che ha rivoluzionato i linguaggio dell’arte del Novecento.
La tematica dell’esplorazione e della rappresentazione della materia, nelle sue molteplici e variegate modalità espressive, costituisce il fulcro centrale della mostra allestita presso la Collezione Olgiati, promuovendo un approfondito studio attraverso l’esibizione di circa cinquanta capolavori di grande rilevanza, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private di livello internazionale. Il percorso espositivo si staglia come un articolato viaggio nella contaminazione e nell’evoluzione delle poetiche materiche, dal futurismo polimaterico di Enrico Prampolini, che intesse un dialogo vibrante tra forme e materiali innovativi, alle opere incisive e potentemente espressive di Alberto Burri, che con la sua feroce carica espressiva incarna le tensioni e le inquietudini di un’epoca complessa e turbolenta.
Attraverso queste testimonianze artistiche, si mette in luce come l’impiego consapevole della materia abbia saputo farsi veicolo di voce e di senso, trasferendo in modo articolato e coinvolgente le ansie, le contraddizioni e le rivoluzioni culturali di un’epoca di profondi cambiamenti.
Questi artisti hanno adottato approcci deliberatamente disobbedienti, abbandonando, o meglio rifiutando, la pittura come mero medium di una lunga e consolidata tradizione, per abbracciare strade che si possono definire anticonvenzionali, rischiose e destabilizzanti. Attraverso la distruzione, la creazione di spazi scavati o anneriti, e l’inserimento di oggetti trovati o di scarto, gli artisti compiono una vera e propria rivoluzione linguistica, smantellando i canoni e le strutture tradizionali dell’arte in favore di nuove modalità espressive che pongono in discussione i confini del mezzo e del significato. La disobbedienza artistica, in questo senso, si rivela fondamentale: soltanto spezzando gli schemi e mettendo in discussione le norme, gli artisti possono realmente innovare, spingendo i limiti dell’espressione e contribuendo a plasmare un linguaggio nuovo e rivoluzionario.

Forme forze nello spazio, 1932
Olio su tavola – 100 x 80 cm
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano
INFO

Prampolini Burri. Della Materia
21 settembre 2025 – 11 gennaio 2026
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano
www.collezioneolgiati.ch
www.masilugano.ch