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Intervista- Ygaël Attali: intrecciare dialoghi visivi con concetti filosofici e storici

Philia di Firenze fino al 21 novembre presenta Future Relics, una mostra ospitata nello storico Palazzo Corsini al Prato a Firenze. Il progetto esplora il dialogo tra l’eredità rinascimentale e le creazioni contemporanee, interrogandosi sul concetto di reliquia nel mondo attuale.

La mostra riunisce sei designer di fama internazionale: Andrés Monnier, Elsa Foulon, Kar Studio, Laura Pasquino, Morghen Studio e Pierre de Valck chiamati a reinterpretare l’artigianato e le tradizioni della Firenze medicea in chiave contemporanea.

Gli oggetti esposti rappresentano un dialogo tra passato e futuro, esplorando come i materiali e le tecniche possano dar vita a reliquie contemporanee cariche di significati simbolici e universali.

Abbiamo parlato con Ygaël Attali, co-fondatore di Philia, per approfondire le sfide e le ispirazioni di questo progetto, che mira a trasformare il concetto di reliquia in una chiave nuova, connessa sia al contesto storico locale che a una visione globale.

L’INTERVISTA

Portrait of Ygaël Attali, Courtesy of Philia

“Future Relics” è una idea concettuale molto ispirativa che parte dal passato e viaggia verso il futuro. Come è nata l’idea di fare creare delle “reliquie del futuro” in un mondo secolare?

Negli ultimi anni, attraverso le mie curatele, ho esplorato la nozione di sacralità nella modernità da prospettive storiche, filosofiche ed estetiche. Alla Milano Design Week di quest’anno abbiamo sviluppato una trilogia che ha affrontato questo tema in diverse declinazioni: il paganesimo, evocato attraverso le creazioni contemporanee di Rick Owens; Temenos, che indagava la porosità tra spazio sacro e profano; e infine Desacralized, un’esplorazione del significato attuale delle reliquie. Quest’ultimo progetto si è basato su una ricerca con specialisti accademici, approfondendo gli archivi medicei per comprendere come questa ricca storia artistica potesse ispirare gli artisti contemporanei a riflettere su ciò che oggi può essere considerato una reliquia.

Come sono stati selezionati i designer per questa mostra e quali criteri hai utilizzato per valutare le loro opere?

La selezione si è concentrata sulle specificità di ogni artista, tenendo conto di materiali, tecniche e visioni concettuali. Abbiamo cercato opere capaci di offrire interpretazioni diversificate di Future Relics, con una pluralità di forme e texture. La sfida è stata bilanciare questa varietà, rendendola complementare e al contempo antagonista, per ottenere un risultato armonioso e coerente, soprattutto dal punto di vista visivo.

Quali sfide hanno dovuto affrontare gli artisti nel reinterpretare le reliquie del passato in dialogo con il patrimonio culturale della Firenze medicea e il contesto contemporaneo?

Durante questo progetto, che si è sviluppato nell’arco di un anno, gli artisti hanno visitato musei e istituzioni fiorentine guidati da ricercatori, immergendosi nella storia dell’arte. Ogni artista ha scelto un oggetto, un concetto o una fonte scritta da approfondire, avviando un dialogo continuo con gli accademici. Questo processo ha plasmato le loro idee, portando alla creazione di Future Relics. Molti si sono ispirati ai reliquiari, affascinati dalla preziosità delle loro forme e dalle loro evoluzioni estetiche. Alcuni hanno esplorato tecniche antiche reinterpretandole, altri si sono concentrati su concetti filosofici legati alla Firenze medicea o al contesto religioso delle opere. La sfida principale è stata selezionare una fonte precisa tra le innumerevoli possibilità offerte dagli archivi. Osservare il percorso creativo unico di ogni artista è stato particolarmente stimolante.

Cosa speri che i visitatori portino con sé dopo aver visto la mostra? Come immagini che queste opere influenzeranno la percezione del design contemporaneo?

Dopo molte mostre curate in tutto il mondo, ho imparato che è impossibile prevedere cosa i visitatori porteranno con sé. Cerco di trasmettere interrogativi, intuizioni e un’atmosfera che nasca dal dialogo tra le opere e il contesto architettonico, ma l’interpretazione finale è sempre un’incognita. Per quanto riguarda il design contemporaneo, spero che questa mostra venga percepita come una testimonianza di un approccio scultoreo che sfuma il confine con le belle arti, mantenendo al contempo il potere evocativo degli oggetti.

C’è un desiderio artistico che non hai ancora soddisfatto?

Troppi.

Quale è la visione di Philia?

La visione di Philia è sempre stata quella di intrecciare dialoghi visivi con concetti filosofici e storici nelle nostre curatele. Lo sfondo architettonico delle nostre mostre è centrale per il nostro approccio visivo, come esemplificato dalla scelta di Palazzo Corsini – una sede che incarna perfettamente il ricco contesto storico della Firenze medicea. Questa mostra affascina poiché fonde l’emblematico periodo del Rinascimento con creazioni contemporanee”.

Quali sono le parole chiave per descrivere Philia?

Brutalismo Wabi-Sabi, design scultoreo, concetti filosofici, domande reinterpretate in un contesto architettonico immersivo.

Mi piace ricevere raccomandazioni da artisti, curatori e galleristi. Chi suggeriresti per un’intervista su Hestetika e perché?

Suggerirei Flora Temnouche, una pittrice francese contemporanea che vive a Berlino. Ho scritto un articolo su di lei nella Revue Eclipse, approfondendo il concetto di Assignificant e il modo in cui nelle sue opere l’ordinario viene reinterpretato. I suoi dipinti non descrivono né analizzano, ma alludono: offrono una possibilità di risonanza con la realtà, osservata e riscoperta attraverso nuove prospettive.

GLI ARTISTI

LA GALLERY

INFO

Future Relics
Fino al 21 novembre 2024
Palazzo Corsini al Prato, Via il Prato, 58 Firenze 50123
https://www.galerie-philia.com/

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