©claudio moschin

Intervista – STEFANO TOGNETTI: il mio mondo è l’illustrazione

Milano, studio di Stefano Tognetti, classe 1966, uno che sembra nato con la matita in mano, un illustratore tra i più noti in Italia, uno che lavora soprattutto (ma non solo) per i ragazzi, sia nell’ambito dell’editoria che in quello della pubblicità.

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Uno dal curriculum lungo come un treno: sue storie sono state infatti pubblicate su riviste quali Corriere dei piccoli, Moby Dick, La Rana del Touring Club e Focus Junior.

Ma ha anche realizzato illustrazioni per marchi quali Beltè, Sperlari, Mentadent, Nipiol, Gardaland, Telecom, Vileda, Duracel e McDonald, mentre la sua attività editoriale, che annovera anche le pubblicazioni scolastiche, comprende Editoriale Scienza, Giunti, Mondadori, LaCoccinella, De Agostini e l’inglese Usborne.

Proprio i suoi libri illustrati (e cono tanti, tantissimi), usciti per questa casa editrice, li avevo trovati io stesso in giro per il mondo, tradotti nelle lingue locali (persino in coreano). L’ultimo l’avevo scovato a Los Angeles…

L’INTERVISTA

Stefano Tognetti, come ha iniziato?

Con i pennini e con la china. E anche con gli acquerelli. Tutto parte sempre da lì.

Oggi si vive di illustrazioni?

Si vive, si, ma è un capitolo assai duro. Nel senso che la remunerazione è bassa, in generale. Poi + chiaro che ci sono le punte dell’iceberg, i nomi superfamosi, quelli bravissimi che vivono benissimo. Però sono casi specifici, perché la media degli illustratori non naviga nell’oro.

Un esempio?

I prezzi delle mie illustrazioni per i libri di scolastica oggi costano esattamente come dodici anni fa. È chiaro che il potere d’acquisto è ben diverso. Ed è già tanto che non si siano abbassati… E poi soffriamo sempre il fatto che non ci sia il diritto d’autore in questo campo.

Il legame più forte che ha con un suo lavoro?

Sono molto legato, e orgoglioso, di un libro animato che ho realizzato, ed è forse il più simile al mio vero stile. Potrei dire, sfogliandolo che “Io sono questo libro”. Molto complesso, con quattro “piste” dove scorre un piccolo bus. Quattro piste, ambientate nella città di Londra, che però diventano anche una sola, grande… insomma un bel lavoro, gestito benissimo anche dalla casa editrice, che mi mandava tutte le indicazioni del caso.

Domanda personale: ma Stefano Tognetti ha delle royalties sui libri venduti?

Yes. Un penny a libro. Ma detto così fa sorridere, perché sul mercato inglese, americano o coreano i miei libri per bambini sono tra quelli più venduti. Parecchie migliaia, direi decine di migliaia. Pensa che quel penny mi arriva anche se un mio libro viene richiesto in una biblioteca.

Non si dovrebbe mai fare questa domanda ad un illustratore ma… come la mettiamo ora con l’intelligenza artificiale?

Eh, siamo ad un bivio. È vero che noi illustratori oggi lavoriamo anche sul computer, ma la A.I. È un balzo in avanti. Potrebbe aiutare il nostro lavoro ma anche distruggerlo in poco tempo. Nel senso che gli editori potrebbero creare illustrazioni bellissime senza di noi. Speriamo non accada. Già oggi comunque, dando i comandi giusti, tipo “crea un disegno in stile Stefano Tognetti”, si ottengono con la A.I. immagini bellissime.

E’ ancora creatività questa?

Non riesco a dare una risposta precisa. Sicuramente sarà un modo di essere creativi, diverso dal precedente. Ma io mi sento troppo vecchio per seguire questa strada. Anzi, quasi quasi preferirei allora ritornare alla totale manualità, piuttosto che seguire la nuova moda. Certo, la guarderei ma non la seguirei mai.

Ha mai pensato di fare altro nella vita e di mettere in archivio le illustrazioni?

Nemmeno per sogno, non saprei che altro fare, e poi mi diverto ancora. Come un bambino.

WEB & SOCIAL

https://www.instagram.com/stefanotognetti_illustration/

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