Intervista – KEISH JP Sogni, Surrealismo e la Forza del Femminile

Autodidatta, sognatrice e interprete della complessità del femminile, Keish JP è un’artista di base a Montreal che ha saputo conquistare l’attenzione internazionale con le sue opere dal carattere onirico e riflessivo.

Attraverso dipinti che mescolano surrealismo e realismo, Keish esplora il corpo femminile in dialogo con la natura, utilizzando elementi organici per simboleggiare crescita, trasformazione e connessione.

Le sue opere raccontano emozioni universali con uno stile personale che unisce dettagli meticolosi e visioni fuori dal tempo. Dopo il successo della mostra personale Apotheosis, Keish è attualmente al lavoro su una nuova serie che sarà svelata nella primavera del 2025.

Abbiamo incontrato Keish che ci parla del suo processo creativo, delle sfide affrontate come artista autodidatta e delle sue aspirazioni future, offrendo uno sguardo privilegiato sul mondo che anima i suoi dipinti.

L’INTERVISTA

Nei tuoi lavori spesso prendi ispirazione dai tuoi sogni. Come riesci a tradurre visioni così intime e personali in opere d’arte che parlano a un pubblico così ampio?

Traduco i miei sogni in opere concentrandomi sulle emozioni e i temi universali che vi sono racchiusi. Anche se le immagini sono personali, cerco di trasmettere sentimenti come vulnerabilità, libertà o forza, che chiunque può comprendere. I dettagli possono essere specifici per me, ma l’emozione centrale è qualcosa che tutti condividiamo.

Puoi raccontarci di un sogno specifico che ha dato vita a una delle tue opere più significative?

Una delle mie opere più significative è nata da un sogno in cui ero intrappolata in un edificio e guardavo un mondo privo di vita. Non c’era nessuno, solo cenere e edifici grigi che si estendevano all’infinito. Era un’immagine cupa, che rifletteva come mi sentivo durante il picco dell’isolamento causato dal COVID, quando nessuno sapeva cosa sarebbe accaduto e la depressione era ai massimi livelli.

Ho dipinto quella visione, ma ci ho aggiunto speranza: fiori che sbocciavano dal cemento, una realtà surreale in cui desideravo rifugiarmi. Amavo profondamente quel quadro e, anche se non volevo venderlo, è diventato una delle mie vendite più importanti.

Lavori molto sul tema della sovra-sessualizzazione del corpo femminile. Come riesci a creare opere che celebrano il corpo senza cadere in questi stereotipi?

Mi concentro sul rappresentare la figura femminile come potente e naturale, piuttosto che come un oggetto. Uso elementi morbidi e surreali combinati con espressioni profonde per evidenziare la forza e la complessità delle donne. Si tratta di celebrare il corpo per la sua bellezza, unicità e connessione con l’anima, non per una convalida esterna.

Chi sono le donne che rappresenti nei tuoi quadri e cosa vogliono comunicarci?

Le donne nei miei dipinti rappresentano un mix di esperienze personali, influenze culturali e archetipi universali. Spesso incarnano forza, vulnerabilità e trasformazione. Attraverso di loro, voglio comunicare messaggi di resilienza, bellezza dell’imperfezione e l’importanza della riflessione su se stessi.

Nel tuo statement artistico parli di “eleganza, libertà e riflessione”. Come si intrecciano questi temi nelle tue composizioni?

L’eleganza emerge nelle linee fluide e nell’equilibrio delle composizioni. La libertà si manifesta negli elementi surreali, come figure fluttuanti o paesaggi aperti, che simboleggiano possibilità illimitate. La riflessione è presente nella narrazione stratificata, che invita lo spettatore a fermarsi e interpretare l’opera in modo personale.

Come artista autodidatta, quali sono state le sfide maggiori e come le hai superate?

Una delle sfide più grandi è stata trovare fiducia nelle mie capacità senza una formazione accademica. L’ho superata praticando costantemente, imparando da altri artisti e fidandomi del mio punto di vista unico. Ricevere feedback e costruire una comunità di supporto è stato fondamentale per la mia crescita.

Cosa significa per te “estetica”?

Per me l’estetica riguarda l’armonia e l’equilibrio. È il modo in cui gli elementi visivi si combinano per evocare una risposta emotiva o intellettuale. Non si tratta solo di bellezza, ma di creare qualcosa che abbia un significato.

C’è un desiderio artistico che non hai ancora esaudito? 

Mi piacerebbe creare un’installazione d’arte pubblica su larga scala. Qualcosa di immersivo, che permetta alle persone di entrare in uno dei miei mondi onirici e viverlo in modo più profondo.

Quali sono le parole chiave che descrivono meglio il tuo lavoro?

Onirico, potente, surreale, intimo, riflessivo.

Come ti definiresti in terza persona?

Un’artista autodidatta che mescola surrealismo e realismo per esplorare temi come la femminilità, la natura e la trasformazione. le mie opere sono personali ma anche universalmente comprensibili e invitano gli spettatori a un mondo di riflessione e connessione.

Puoi elencare i tuoi cinque artisti preferiti di tutti i tempi?

Frida Kahlo – per il suo racconto emotivo.

Gustav Klimt – per la sua eleganza e l’uso dell’oro.

Hugh Vanwalter Phillips – per il suo sostegno e ispirazione come padre.

Salvador Dalí – per la sua immaginazione senza limiti.

John William Waterhouse – per il suo racconto affascinante e la bellezza eterea.

Ricordi la prima mostra che ha illuminato la tua visione artistica? E l’ultima che hai visto?

La prima mostra che mi ha veramente ispirata è stata una retrospettiva su Frida Kahlo. Vedere le sue opere da vicino mi ha mostrato quanto l’arte possa essere personale. L’ultima è stata una mostra contemporanea di surrealismo, che ha rafforzato il mio amore per il racconto attraverso immagini oniriche.

Hai mai esposto le tue opere in Italia? Ti piacerebbe?

Non ancora, ma mi piacerebbe molto. L’Italia ha una storia così ricca di arte e cultura: sarebbe un’esperienza incredibile contribuire a quel patrimonio. E, diciamolo, il cibo da solo sarebbe una ragione sufficiente! Immagina esporre la mia arte mentre mi godo pasta e gelato senza fine: puro paradiso.

Cosa c’è nel tuo studio? Dipinti, sculture, piante, tecnologia?

Il mio studio è attualmente in transizione mentre mi trasferisco in uno spazio condiviso con il mio caro amico e collega artista Marcus Troy. Ovunque io sia, ci sono sempre alcuni elementi indispensabili: piante, molta luce naturale, pile di schizzi, progetti incompiuti e finiti, e specchi.
Amo gli specchi per il modo in cui fanno sentire gli spazi più grandi e luminosi: sono sia pratici che fonte di ispirazione.
È uno spazio creativo che sembra casa, anche mentre evolve.

Mi piace ricevere suggerimenti da artisti, curatori e galleristi. Chi mi consiglieresti per un’intervista su Hestetika? E perché?

Teetzworld, un’artista multidisciplinare. Opere molto uniche e affascinanti.

L’ARTISTA

KEISH JP

Keish JP, artista autodidatta di Montreal, è una pittrice le cui composizioni surreali e oniriche catturano il pubblico per la loro profondità e significato. Il suo lavoro esplora la figura femminile in armonia con la natura, incorporando elementi organici per simboleggiare crescita, rinnovamento e la profonda connessione tra l’umanità e il mondo naturale.

Mescolando dettagli meticolosi con elementi ultraterreni, l’arte di Keish evoca un senso di divinità e riflessione. Le sue opere hanno ottenuto riconoscimenti internazionali, con esposizioni negli Stati Uniti, in Europa, e collezionate da figure di rilievo. Nella sua acclamata mostra personale Apotheosis, ha presentato una serie di opere originali che elevano il femminile a un regno divino attraverso la sua prospettiva artistica unica.

Attualmente, Keish sta lavorando alla sua prossima serie, che sarà svelata nella primavera del 2025. Questa attesissima collezione promette di portare il suo stile distintivo a nuovi livelli, offrendo opere fresche e stimolanti che continuano a celebrare l’eleganza e la complessità della figura femminile, immergendo al contempo gli spettatori in mondi onirici intrisi della bellezza della natura.

https://www.instagram.com/keishjp/

LA GALLERY

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