Intervista – FRANCO BRAMBILLA: Astronavi, mostri, alieni e universi di un futuro prossimo venturo. 25 anni copertinista di Urania

Franco Brambilla, cosa vuol dire essere da 25 anni il copertinista ufficiale di questa storica collana di romanzi, nata nel lontano 1952?

Disegnare per Urania vuol dire soprattutto… una grande, grandissima responsabilità. Però anche un grande divertimento. Nei fatti vuol dire che ogni mese ho due o tre romanzi da illustrare. Le prime copertine le realizzai nel 1998, ma solo dall’anno 2000 questo “impegno” è diventato un appuntamento mensile. 25 anni è un bel traguardo professionale di cui vado molto fiero.

Quale è la sua tecnica per realizzare queste copertine?

Io ho iniziato a lavorare da subito con il digitale, e tutta la mia tecnica è in pratica un bel mix di software. Modello gli oggetti con programmi 3D tra cui Cinema4d e Blender, le figure umanoidi con un altro programma che si chiama PoserPro, assemblo tutto importando i costrutti in un software che si chiama Bryce e poi aggiungo texture, fondi e colori con Photoshop ai rendering che ho ottenuto. Semplificando si potrebbe dire che più di un disegno quello che realizzo è una fotografia virtuale della scena che ho costruito, come se fosse un diorama digitale pronto per essere fotografato dal punto desiderato. Da qualche tempo mi avvalgo anche di software generativi per creare texture e dettagli che aggiungo alle mie illustrazioni. Però non ho mai smesso di disegnare a mano libera, parto sempre dal foglio di carta, dalla matita o dal pennarello per ogni lavoro e poi faccio sempre molti bozzetti e schizzi, che sono piuttosto apprezzati dai collezionisti. Da quattro anni tengo un corso presso la Scuola Internazionale Di Comics in cui affronto con gli studenti i vari passaggi che portano un bozzetto a diventare un definitivo pronto per la pubblicazione.

Le doti per fare questo lavoro?

Bisogna avere idee sempre nuove e diversificare la tecnica, migliorarla, mantenerla fresca sperimentando senza perdere però la riconoscibilità. E queste idee devono per forza essere collegate alla storia, la copertina deve poter coinvolgere il lettore e attirarlo “dentro” il romanzo. Io sono un lettore di fantascienza e quindi cerco sempre di creare delle copertine che siano coerenti con il libro per il quale sto facendo la copertina. Magari in modi non diretti, ma ci deve essere sempre un collegamento corretto con il testo.

Per essere bravi e durare 25 anni basta avere la mano giusta od occorre invece altro?

Avere uno stile riconoscibile che fa identificare al lettore la sua collana preferita è basilare. Bisogna anche sapere dare il mood giusto all’illustrazione a seconda delle atmosfere presenti nel romanzo o che delineano il sottogenere a cui appartiene. Semplificando per capire: le immagini cyberpunk sono spesso notturne, piovose, nebbiose e ci sono le luci al neon colorato… Se riesci a creare qualcosa di nuovo tenendo in considerazione questi fattori sei sulla strada per creare un buon lavoro. Più conosci il genere di storia che dovrai illustrare più centrata sarà l’immagine che realizzerai anche al dirà del singolo romanzo in questione.

Ispirazione e modelli?

L’ispirazione arriva da più parti: dal mondo dell’arte, del design e della fotografia, dal surrealismo e dalla pop art. Dai fumetti occidentali (Moebius, Gimenez, Mignola, Sydney Jordan per citarne alcuni) ma anche dai manga: Otomo, Oshino, Taniguchi tra i miei preferiti. Dal cinema non solo di fantascienza, dagli anime e le serie tv. Da autori che mi hanno ispirato (Clarke, Dick, Gibson) e dai lavori di grandi maestri dell’illustrazione fantastica: Karel Thole, Jim Burns, Syd Mead i primi che mi vengono in mente ma in realtà sono tantissimi.

Come nasce a conti fatti la copertina di Urania? E solo con questa come si fa a catturare l’attenzione di un potenziale lettore?

L’illustrazione deve stimolare la curiosità, deve incuriosire il potenziale lettore senza svelare troppo del testo. La copertina nasce dal titolo del libro che la redazione mi fornisce molti mesi prima della pubblicazione. Dopo aver fatto una approfondita ricerca sul contenuto del romanzo e sulle eventuali copertine già edite creo un paio di proposte che invio alla redazione. Nel caso non mi sia stato possibile reperire informazioni sul romanzo da illustrare perché inedito contatto il curatore e se possibile anche l’autore del testo.

Ma come è nata la sua passione proprio per la fantascienza?

Sono da sempre un appassionato del fantastico. Negli anni ’70 e ’80, gli anni della mia infanzia, libri, fumetti, tv e cinema proponevano tantissime produzioni sci-fi, weird, fantasy e i primi libri che ricordo di aver letto sono appunto i romanzi di Verne e Asimov. Aver illustrato molti titoli dello stesso Asimov e di altri autori che ho letto da piccolo è sicuramente stata una grande soddisfazione. Ho sempre amato anche disegnare, così dopo aver frequentato l’Istituto Europeo di Design, ho cominciato a lavorare come illustratore e a proporre illustrazioni fantascientifiche realizzate con tecniche digitali. Cerco di dare il massimo in ogni copertina che faccio e di mantenere il mio stile riconoscibile continuando a migliorarlo.

Dal 2007 c’è un tuo progetto che ha fatto il giro del mondo, fra riviste e blog, ed è Invanding The Vintage: di cosa si tratta?

E’ un progetto in cui inserisco elementi sci-fi quali creature aliene, navi spaziali e robot all’interno di contesti retrò raffigurati sulle classiche “cartoline del nonno” che solitamente acquisto ai mercatini dell’antiquariato.
Un’ “invasione” che crea scenari surreali, coniugando immagini dal sapore anni ’50, ’60 e ’70 ad oggetti e personaggi letteralmente fuori dal mondo. Astronavi magari che volano in spiaggia a Rimini sopra gli ombrelloni, alieni che posano come niente fosse in mezzo a famiglie svizzere sulle Alpi, giganti ferrosi che chiacchierano tranquillamente davanti al Duomo di Milano, e via di questo passo.

Ritornando alla tua attività di illustratore, cosa consigli a chi si avvicina a quest’arte per la prima volta e non sa da dove cominciare?

A chi comincia oggi posso suggerire di cercare di avere da subito uno stile e delle idee molto personali, oltre che un bagaglio culturale ampio e sempre in accrescimento. Insomma bisogna vedere e leggere tanto, tutto può essere utile per risolvere una illustrazione. Consiglio anche di sperimentare tecniche diverse e di proporsi in tutto il mondo, di non accontentarsi del panorama nazionale. Con la rete e i social è molto più facile ed immediato rispetto a qualche anno fa.

ph: Claudio Moschin

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