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Gulnur Mukazhanova: Memory of Hope esplora le tradizioni e il viaggio verso Oriente

La Biennale di Venezia ha inaugurato ieri, 10 dicembre 2024, la mostra Memory of Hope dell’artista kazaka Gulnur Mukazhanova, curata da Luigia Lonardelli.

L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 10 febbraio 2025 presso la Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, segna la seconda tappa del progetto speciale dell’Archivio Storico della Biennale, È il vento che fa il cielo. Questo progetto si inserisce nelle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Marco Polo, con il focus sulla connessione tra Oriente e Occidente, tracciando le rotte del viaggio dell’esploratore veneziano.

La mostra veneziana si lega strettamente alla seconda fase del progetto, che guarda alle zone più estreme dell’Eurasia, dove si snodano i percorsi di Niccolò e Matteo Polo, i primi membri della famiglia Polo a spingersi verso oriente. La ricerca della memoria storica e delle tradizioni artistiche dell’Asia Centrale emerge in modo tangibile nelle opere di Mukazhanova, che ripercorre attraverso il suo lavoro le tracce lasciate dalle antiche rotte commerciali e culturali.

L’artista, che vive e lavora a Berlino, porta a Venezia una selezione delle sue opere tessili, in cui la tradizione dell’arte tessile si fonde con influenze orientali e occidentali. Le sue composizioni, realizzate con lana, seta e tessuti antichi, si caratterizzano per l’armonia tra motivi decorativi e materiali eterogenei, spesso lontani tra loro per origine ma fusi in un linguaggio visivo unitario. L’uso delle fibre e dei colori evocativi permette a Mukazhanova di esplorare la memoria storica e di creare nuove superfici che richiamano i vasti orizzonti delle steppe eurasiatiche.

L’intervento di Mukazhanova ridefinisce completamente la Sala delle Colonne – spiega la Curatrice Luigia Lonardelli – quest’ultime inglobate all’interno di una lettura totale dell’ambiente. Come una linea dell’acqua pervade tutto lo spazio, seguendo un piano disegnato a partire dal segno dell’infinito e dalle linee sinuose del drago-serpente, elemento che nella cultura asiatica richiama le energie della terra.”

Mukazhanova fa parte di quella generazione di artisti che ha avuto la sua prima uscita internazionale all’interno del Padiglione Asia Centrale (ospitato alla Biennale Arte nelle edizioni che vanno dal 2005 al 2013) che ha ragionato sulle ricerche di una serie di artisti provenienti da Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan e Uzbekistan riflettendo sui legami che attraversano le identità artistiche di questo territorio e su come la memoria delle identità presovietiche possa rimodularsi nella costruzione di questi giovani Paesi.

Nata negli anni Ottanta, l’artista ha visto disgregarsi l’Unione Sovietica durante la sua infanzia e la costruzione dell’indipendenza del suo Paese nei primi anni della sua adolescenza. La sua opera riflette un’identità mutevole che non cerca di definire categorie o confini, ma che abbraccia la complessità dei riferimenti visivi in cui è cresciuta. L’artista recupera le tradizioni nomadiche e i tessuti di largo consumo che sono entrati nel Paese durante il periodo sovietico a cui accosta, con continui scarti laterali, pezzi di stoffa provenienti dalla produzione cinese. In questa totale lontananza di iconografie, colori e valori tattili, Mukazhanova vede una possibilità insperata di combinazioni materiche e cromatiche ricreando delle superfici ampie e difficilmente abbracciabili dallo sguardo, che richiamano i grandi orizzonti delle steppe euroasiatiche.”

Accanto alla mostra, il progetto È il vento che fa il cielo prosegue con l’intervento dell’artista turco Cevdet Erek, che ha riprogettato un palco appositamente per la Biennale di Venezia. Il suo lavoro, Amfibio, rappresenta un luogo di passaggio, una struttura temporanea che simboleggia la sosta e il riposo, destinata a essere smontata e trasportata a Istanbul, terza tappa del progetto.

Con questa mostra, la Biennale di Venezia non solo celebra l’arte contemporanea, ma invita anche a una riflessione più profonda sulla memoria storica, la condivisione culturale e la bellezza che nasce dal dialogo tra tradizioni diverse.

INFO 

Gulnur Mukazhanova
Memory of Hope
Ca’ Giustinian, Sala delle Colonne
San Marco 1364/A, Venezia
Fino 10 febbraio 2025

EXHIBITION VIEW 

 

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