La Chola Poblete: Virgen de la leche, 2023 Photograph, 152 x 160 cm © La Chola Poblete

Recensione: “Guaymallén” di La Chola Poblete – Deutsche Bank “Artist of the Year” al Mudec di Milano

Dal 13 settembre il MUDEC di Milano presenta la mostra Guaymallén dell’artista argentina La Chola Poblete, vincitrice nel 2023 del prestigioso premio internazionale “Artist of the Year”.

Dopo l’apertura al PalaisPopulaire di Berlino, l’“Artist of the Year” torna al MUDEC di Milano proseguendo l’importante collaborazione tra Deutsche Bank e 24 ORE Cultura che ha preso il via nel 2022 da una comune attenzione verso i linguaggi e i temi del contemporaneo e dall’intento condiviso di presentare al pubblico italiano alcuni degli artisti più interessanti del panorama internazionale che si sono distinti per l’originalità della ricerca e la creatività del proprio lavoro.

Il 2023 è l’anno de La Chola Poblete, che con il progetto Guaymallén rende omaggio alle sue origini indigene e all’identità queer. Prendendo il nome dalla sua città natale nel nord dell’Argentina, a Mendoza, ai piedi delle Ande, l’esposizione fonde la vita, le radici, l’esperienza e la visione dell’artista in un racconto profondamente personale e schietto, ricco di bellezza, crudeltà e ribellione.

Artista, performer e attivista per i diritti LGBTQ+, nel suo lavoro La Chola Poblete (1989) esamina in modo critico le conseguenze del colonialismo e della supremazia bianca nel suo Paese, l’Argentina. Attraverso differenti media come scultura, pittura, performance, disegno, acquarello e fotografia, riflette sulle sue radici indigene e queer e si oppone alla stereotipizzazione e all’esotizzazione delle popolazioni indigene confrontandosi con il ruolo storico di donne, travestiti e transessuali, espressioni della femminilità prese di mira o emarginate dalle strutture di potere religiose e patriarcali.

A questi temi si associa una riflessione più ampia che riguarda la posizione dell’artista nel mondo dell’arte in relazione alla sua identità (trans, indigena) e il ruolo delle istituzioni occidentali nel determinare i canoni di ciò che chiamiamo “arte”, un processo che non è solo un prodotto storico ma dipende attivamente da determinate condizioni ideologiche e post-coloniali.

Con la sua arte, che può essere sia brutalmente candida sia condita di umorismo acerbo, La Chola Poblete smantella gerarchie e ordini prestabiliti, sfida paradigmi culturali e tassonomie di genere, mette in discussione stereotipi e cliché costruiti dalle narrazioni del dominio patriarcale occidentale nel nostro mondo moderno.

Quando realizzo una maschera di pane o lavoro con l’acquerello fuso, entrambi seguono un percorso irreversibile. Da un lato, la pasta assume diverse sfumature di colore a seconda di quanto tempo rimane nel forno, cambiando forma, lievitando, crepando e bruciando. Allo stesso modo, l’acquerello distorce il disegno, si mescola con altre macchie e crea nuove forme. Ho la sensazione che questi materiali abbiano una qualità performativa, incarnando la mutevolezza e il flusso”.

La Chola Poblete

SCORE

OPERE: 8,00 – La mostra presenta una serie di opere inedite realizzate con una tecnica molto particolare, che prevede la cottura in forno di sculture in pasta di pane, un materiale che gode di vita propria e si trasforma in qualcosa di nuovo, sfuggendo al controllo dell’artista. Le sculture antropomorfe a grandezza naturale di pane sono realizzate in collaborazione con il Panificio Davide Longoni, dove La Chola ha cotto le opere, instaurando così un parallelismo tra il rituale della panificazione e quello della creazione artistica. Oltre a queste opere, vi è una serie di acquarelli di grandi dimensioni e una nuova serie di tre lavori fotografici in cui La Chola interpreta il personaggio principale, ispirandosi da una parte alle figure della mitologia, come la lupa capitolina nell’opera La Loba (The She-Wolf), e dall’altra all’iconografia cristiana, come ne La Virgen de la leche (Madonna Lactans), che nutre con il suo latte dalla bocca un mormone – gruppo religioso molto presente in Argentina – chiaro riferimento allo sfruttamento portato dal colonialismo. Il terzo soggetto, stampato su una maglietta, mostra una situazione estrema che ha come protagonista la stessa La Chola mentre viene scuoiata.

INSTALLAZIONE: 7,50 – Per Guaymallén, l’artista ha progettato uno spazio che si rifà allo stile architettonico del barocco andino, ridisegnando gli ambienti di Mudec Photo come una “chiesa del disegno” contemporanea, un luogo iper-colorato popolato da motivi e simboli religiosi, politici, erotici, pop-culturali e indigeni che si sovrappongono tra loro creando un ambiente immersivo, dove storie di salvezza, vergini, martiri e antiche dee sono filtrate da una lente di auto-emancipazione, guarigione e reclamazione sovversiva.

COMPLESSIVO: 8,00Guaymallén di La Chola Poblete è un percorso più concettuale che visivo. Uno sguardo artistico intenso e non banale, che riesce ad accompagnare l’osservatore tra mitologia, religione, sesso e politica, sviluppando temi e riflessioni più ampie che riguardano le posizioni dell’artista nel mondo dell’arte in relazione alla sua identità (trans, indigena) e al ruolo delle istituzioni occidentali nel determinare i canoni di ciò che chiamiamo “arte”, un processo che non è solo un prodotto storico ma che dipende attivamente da determinate condizioni ideologiche e post-coloniali.

Classificazione: 8 su 10.

L’ARTISTA

La Chola Poblete, 2023 – Foto: Tomas Wurschmidt / © La Chola Poblete

La Chola Poblete (1989 Mendoza, Argentina) è un’artista multidisciplinare che vive e lavora a Buenos Aires. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive in Argentina e all’estero. Tra le mostre personali si segnala Ejercicios del llanto al Museo de Arte Moderno di Buenos Aires (2022), curata da Victoria Noorthoorn, direttrice del museo, che ha proposto La Chola Poblete al Deutsche Bank Global Art Advisory Council come “Artist of the Year” 2023.

Dall’assegnazione del premio di Deutsche Bank nasce la mostra Guaymallén, presentata prima al Palais Populaire di Berlino (2023) e poi al MUDEC di Milano (2024). Sue mostre personali si sono tenute alla Kunsthalle di Lisbona (2023), alla Galleria Pasto di Buenos Aires (2021), al Museo Carlos Alonso di Mendoza (2019); ha partecipato a diverse collettive presso Galleria POGGI di Cavaillon, Francia (2022), ISLAA Institute of Studies on Latin American Arts di New York (2022), Centro Internacional Das Artes José de Guimarães di Lisbona (2022); Museo Moderno de Buenos Aires (2021).

Nel 2024 espone alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte, Biennale di Venezia, dal titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, a cura di Adriano Pedrosa ricevendo una menzione speciale della giuria. Nel 2023 partecipa alla 22^ edizione del Festival Internazionale d’Arte Contemporanea SESC_Videobrasil a San Paolo e nel 2024 è presente ad Art Basel con uno stand dedicato.

I VINCITORI DI “Artist of the Year” NEGLLI ANNI PASSATI

Impegnata da oltre 40 anni nella promozione dell’arte contemporanea, dal 2010 Deutsche Bank assegna il premio annuale “Artist of the Year” ad artisti emergenti il cui lavoro sia di rilevanza sociale e artistica e offra nuove prospettive sul presente. Il vincitore del premio è scelto su indicazione del Global Art Advisory Council della banca, composto da curatori di fama internazionale del calibro di Victoria Noorthoorn, Hou Hanru e Udo Kittelmann. Anziché assegnare un premio in denaro, Deutsche Bank sostiene i suoi Artists of the Year contribuendo a farli conoscere al grande pubblico, producendo una mostra personale e un catalogo, e acquistando alcune delle loro opere per la Deutsche Bank Collection, nata nel 1980 e oggi una delle più importanti collezioni corporate a livello internazionale. La mostra personale dell’”Artist of the Year” inaugura tradizionalmente al PalaisPopulaire, lo spazio di Deutsche Bank a Berlino dedicato all’arte e alla cultura, ed è successivamente presentata in altre istituzioni internazionali.

Dopo Wangechi Mutu (2010), Yto Barrada (2011), Roman Ondàk (2012), Imran Qureshi (2013), Victor Man (2014), Koki Tanaka (2015), Basim Magdy (2016), Kemang Wa Lehulere (2017), Caline Aoun (2018-2019), Maxwell Alexandre, Conny Maier e Zhang Xu Zhan (biennio 2020 – 2021), Lu Yang (2022), e La Chola Poblete (2023), l’“Artist of the Year” 2024 è Rohini Devasher.

LE ATTIVITA’

Anche quest’anno, per avvicinare un pubblico sempre più ampio alle tematiche più attuali dell’arte, la mostra sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale, progettato da 24 Ore Cultura con il supporto di Fondazione Deutsche Bank Italia, con una serie di attività gratuite per scuole, adulti e ragazzi, fra cui visite guidate e laboratori didattici, che prenderanno il via con un Artist Talk in cui La Chola racconterà al pubblico gli spunti più rilevanti del suo lavoro.

EXHIBITION VIEW

INFO

“Deutsche Bank Artist of the Year” 2023
Guaymallén – La Chola Poblete
MUDEC – Museo delle Culture di Milano 
13 settembre – 20 ottobre 2024
Via Tortona 56, Milano
Ingresso libero
www.mudec.it

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