La galleria Massimo De Carlo presenta fino a settembre “Il mondo nuovo”, la prima personale di Giulio Paolini negli spazi di Palazzo Belgioioso a Milano.
La mostra riunisce un corpus di opere inedite, realizzate dallโartista per lโoccasione.
Il progetto rappresenta uno dei due episodi espositivi che vedono Paolini impegnato a Milano nel corso del 2020; รจ infatti prevista la personale dal titolo Qui dove sono presso la Galleria Christian Stein di Corso Monforte, a partire dal mese di settembre.
Il titolo della mostra di Palazzo Belgioioso, Il mondo nuovo, รจ ispirato allโomonimo affresco dellโartista veneziano Giandomenico Tiepolo (1727-1804): rappresenta una folla di curiosi in attesa di accedere a una sorta di lanterna magica che proietta al suo interno fantasiose immagini di luoghi esotici. Come nellโaffresco del Tiepolo รจ la curiositร per lโignoto,
per un futuro sconosciuto, a caratterizzare la scena, cosรฌ anche nelle opere di Paolini in mostra รจ la dimensione temporale a fare da protagonista. Lโossessione per il trascorrere del tempo nella vita dellโautore, nella storia dellโarte, o nellโavvicendarsi delle ore, attraversa tutte le opere.
Il visitatore รจ accolto nella sala dโingresso dallโopera Il mondo di prima, 2020 composta da un tavolo antico su cui sono disposti, in ordine sparso, sette portaritratti che presentano altrettanti fotomontaggi. Figura ricorrente รจ lโautore da bambino colto in diverse circostanze immaginarie, atelier di artisti, palcoscenici teatrali, sale espositive, in contemplazione di dipinti antichi o di nudi femminili. La disposizione casuale dei portaritratti forma una sorta di labirinto, mentre il tavolo rotondo su cui sono posati sottolinea lโappartenenza dellโopera a una dimensione domestica, intima. Accanto al tavolo, su una sedia, un fotomontaggio incorniciato riproduce Giulio bambino ad attenderci sulla soglia della sala stessa in cui ci troviamo, in un repentino ritorno al presente. Come in un fotoreportage immaginario, lโartista di oggi si ritrae in ambienti prediletti appartenenti ad epoche passate. Con un gioco di scarti temporali, Paolini fa confluire in poche immagini situazioni ideali, una serie di โprevisioni al passatoโ dellโartista di oggi e โpromesse di futuroโ del bambino di ieri.
Lโopera Expositio, 2019-20 โ al centro del salone โ รจ articolata in quattro basi di diversa altezza poste ai vertici del fregio quadrato a pavimento. Lโinsieme suggerisce un โteatro di posaโ, dove ciascuna delle quattro basi presenta un oggetto diverso creando cosรฌ un โluogo elettoโ, destinato al compiersi dellโatto espositivo. Al suolo il calco in gesso della Venere di Fidia, quello della testa di Afrodite, unโimmagine di cielo notturno stampata su tessuto, un assieme di materiali cartacei riferiti a progetti di allestimento dellโartista e una lampada alogena creano virtualmente il luogo dove lโopera potrร prendere corpo. Expositio mette in questione la visibilitร di un soggetto che pur dichiaratamente โesibitoโ si sottrae al nostro sguardo. Guardiamo i calchi di una scultura classica ed altri oggetti, eppure, nel qui e ora della loro esposizione la visione compiuta si dissolve nellโistante stesso in cui si annuncia.
Sotto le stelle (Sculptor), 2020, composto da un medagliere corredato di ganci dorati, propone la riproduzione di un volto maschile dello scultore neoclassico Lorenzo Bartolini (1777-1850), attorniato da frammenti di una mappa stellare. Sul bordo superiore della cornice รจ posato un diadema di cartoncino dorato, mentre un frammento della mappa pone in risalto il nome della costellazione โSculptorโ. Il diadema โ attributo di dignitร e virtรน โ cinge idealmente il volto maschile, qui chiamato ad evocare lโidea stessa di scultura. Come recita il titolo, lโopera rende omaggio alla pratica scultorea attraverso una simbolica ambientazione notturna.
Giorno e notte, 2020 รจ composto da tre elementi a sfondo rispettivamente bianco, grigio e nero, accostati a formare un tracciato prospettico. Il punto di fuga dellโelemento centrale โ riporta in scala ridotta lโimmagine del trittico stesso; le diagonali della prospettiva ospitano inoltre quattro valletti, figure ricorrenti nel repertorio paoliniano, servi di scena e testimoni discreti del rito della rappresentazione. Lโintera composizione รจ animata dal fluire di corpi celesti ed elementi astrali in una simmetrica contrapposizione tra luce e buio, giorno e notte.
La parete di fondo ospita, infine, Il mondo nuovo, 2020 titolo ripreso dallโomonimo affresco del Tiepolo; ventitrรฉ collage in cornici dorate sono liberamente allestite intorno a una cornice dorata centrale, piรน grande, che inquadra un foglio vergine. Ciascun collage riporta un frammento tratto da opere su carta recenti dellโartista, ispirate allโaffresco del Tiepolo.
Come a noi spettatori dellโaffresco barocco non รจ dato conoscere lโoggetto dello sguardo delle figure rappresentate โ ovvero le prime proiezioni di lanterne magiche, esotici diorama di mondi sconosciuti โ cosรฌ il โmondo nuovoโ di Paolini si concentra e si esaurisce nellโinquadratura della cornice centrale vuota, che rinnova sempre da capo unโattesa di scoperta puntualmente delusa dai fatti.
Il piccolo spazio attiguo al salone ospita lโopera Fuori tempo, 2020 dove, su una base, sono sovrapposti elementi cartacei di origine diverse e misure decrescenti: un cartoncino grigio sostiene unโedizione dellโartista raffigurante pennellate multicolori, su cui, a sua volta, รจ posata la riproduzione fotografica di una cornice dorata vuota. I fogli fungono da piano dโappoggio a unโantica tavolozza reperita tra i ricordi di famiglia e a una clessidra vuota, in posizione coricata. Fuori tempo mostra una compresenza di elementi estranei tra loro per natura materiale e tuttavia affini nellโevocare momenti del passato e ricondurci a una dimensione temporale irrimediabilmente superata.
BIO
Giulio Paolini nasce a Genova il 5 novembre 1940. Nel 1942 la sua famiglia si trasferisce a Bergamo, per motivi legati alla professione del padre, e nel 1952 si stabilisce definitivamente a Torino. Segue una formazione grafica e si avvicina allโarte frequentando mostre e gallerie; dopo alcune prove sperimentali, nel 1960 realizza Disegno geometrico, vera e propria dichiarazione dโintenti, che rimarrร il punto di eterno ritorno della sua ricerca artistica.
Le prime amicizie nel mondo dellโarte segnano lโesordio della sua carriera, che prende avvio nel 1964 con la prima mostra personale alla Galleria La Salita a Roma. Nella seconda metร degli anni Sessanta consolida i suoi assunti concettuali e la sua posizione di completa autonomia rispetto allโeffervescente clima dominante dellโepoca. Germano Celant, conosciuto tramite Carla Lonzi, scrive il testo per il catalogo di una personale alla Galleria del Leone a Venezia nel 1967 e lo coinvolge nella nascente scena dellโArte povera, invitandolo nelle rassegne da lui curate negli anni 1967-71.
Dai primi anni Settanta stringe contatti internazionali e tiene numerose mostre in gallerie e musei. Tra le maggiori antologiche si ricordano quelle al Palazzo della Pilotta a Parma (1976), allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), al Nouveau Musรฉe di Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie di Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale dโArte Moderna di Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz (1998), alla Fondazione Prada a Milano (2003), al Kunstmuseum di Winterthur (2005), al MACRO Museo dโArte Contemporanea Roma (2013), alla Whitechapel Gallery di Londra (2014) e alla Fondazione Carriero di Milano (2018). ร stato invitato piรน volte alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013).
Dichiarando fin dagli inizi la sua intima appartenenza alla storia dellโarte, Paolini si mantiene volutamente allโinterno delle stanze dellโarte, interrogando gli attori stessi dellโesperienza artistica: lโautore, lo spettatore, lo sguardo, lo spazio della rappresentazione. Dalle indagini analitiche degli anni Sessanta, la sua pratica si sviluppa progressivamente verso installazioni e allestimenti formalmente piรน complessi, che dal 2000 orientano lโattenzione principalmente sullโatto dellโesporre e sullo studio dโartista. Fin dagli esordi ha accompagnato il proprio lavoro con note e scritti, raccolti in diversi libri.





INFO
GIULIO PAOLINI
IL MONDO NUOVO
Fino al 16 Settembre
Massimo De Carlo, Milano
Piazza Belgioioso, 2 – 20121 Milano