Elena Bellantoni, On the breadline, 2019, video 4k, Courtesy the artist

Fondazione Merz la mostra dei finalisti del Mario Merz Prize

La Fondazione Merz a Torino presenta fino a domenica 21 settembre 2025, la mostra collettiva dei finalisti della quinta edizione del Mario Merz Prize, settore arte, a cura di Giulia Turconi.

I protagonisti dell’esposizione sono Elena Bellantoni (Roma, Italia, 1975), Mohamed Bourouissa (Blida Algeria, 1978), Anna Franceschini (Pavia, Italia, 1979), Voluspa Jarpa (Rancagua, Cile, 1971) e Agnes Questionmark (Roma, Italia, 1995).

PERCORSO ESPOSITIVO

La mostra si sviluppa in un percorso che spazia tra i differenti lavori presentati dai cinque finalisti, che si distinguono nella ricerca artistica e nella scelta dei materiali, condividendo tuttavia alcuni temi, come l’attenzione al corpo e a importanti questioni sociali attuali. I lavori presentati offrono un’immersione totalizzante da parte del visitatore, il quale viene invitato a mettersi in gioco alla ricerca di una propria interpretazione della società contemporanea, che per ogni artista si concentra su uno specifico aspetto e sfumatura diversa.

L’esplorazione parte con l’installazione video di Elena Bellantoni, una riflessione importante e significativa sulle rivolte popolari, in particolare in quattro paesi collegati tra loro dalla breadline, la “strada del pane” in cui quest’ultimo elemento assume una valenza sociale e culturale. Nell’installazione di Agnes Questionmark, l’artista mette in gioco il proprio corpo che diventa un veicolo politico sfidando i rapporti di potere all’interno della nostra società attuale. Voluspa Jarpa accoglie il pubblico in una esperienza sinestetica alla scoperta dei diversi elementi che costituiscono il suo lavoro, in cui la vista, insieme all’udito, evocano gli eventi e il loro riverberare tra il passato, il presente e il futuro. Anna Franceschini ritorna all’immagine del corpo rappresentato sotto forma di macchina, anche qui il movimento è centrale collegandosi tuttavia alla sua natura cinematografica, con l’obiettivo di confermare che il cinema e la sua illusione si possano trovare anche altrove. Infine, Mohamed Bourouissa conferma l’attenzione al corpo e ai temi sociali come protagonisti indiscussi dell’esposizione. Nel suo lavoro video, l’artista esplora la nozione di controllo, l’espropriazione del corpo e le relazioni di dominio all’interno dello stato. Questa riflessione viene poi concretizzata attraverso le sculture in alluminio fuso in cui le tracce e le azioni che il corpo subisce vengono evocate rilasciando la tensione a lungo trattenuta.

Attraverso forme ed espressioni differenti, la mostra diviene un fulcro da cui nascono e si rinnovano riflessioni e critiche sulla società contemporanea, un luogo di confronto e di dialogo aperto.

I cinque finalisti del Mario Merz Prize, proclamati a maggio 2024, sono stati selezionati da Samuel Gross (Special Project Manager del Musée d’Art e d’Histoire di Ginevra), Claudia Gioia (curatrice indipendente) e Beatrice Merz (Presidente di Fondazione Merz).

Una giuria finale, insieme al voto del pubblico, sceglierà il vincitore di questa quinta edizione.
Il pubblico potrà partecipare attivamente alla selezione dell’artista vincitore esprimendo la propria preferenza attraverso il portale dedicato www.mariomerzprize.org

Il vincitore avrà la possibilità di dare forma a un progetto espositivo personale commissionato e prodotto da Fondazione Merz.

Per la sezione musicale del premio, il concerto dei finalisti della quinta edizione del Mario Merz Prize, Arturo Corrales, Natalia Domínguez Rangel e Luigi Morleo, è in programma per domenica 29 giugno 2025 presso la Cantina Ulmo, a Sambuca di Sicilia.

BIOGRAFIE ARTISTI

Elena Bellantoni (Roma, Italia, 1975) nella sua ricerca artistica si concentra sui concetti di identità e alterità utilizzando il corpo come mezzo di interazione. Nei suoi lavori la parola e il linguaggio prendono forma e spazio, e materializzandosi, divengono strumenti per esplorare il sistema-mondo che l’artista traduce attraverso vari medium quali video, fotografia, installazioni, sculture e disegno. Il corpo, sia come soggetto agente che come oggetto dello sguardo, è un elemento sempre centrale, che rispecchia ed esprime un’attenzione alle questioni di genere, alle storie e alle politiche locali e globali.

Agnes Questionmark (Roma, Italia, 1995) articola la sua ricerca intorno al concetto di meta-corpo e alle sue possibili trasformazioni a partire da un elemento ancestrale, l’acqua. In questa esplorazione l’artista si serve del proprio corpo come medium, per esplorarne allo stesso tempo la resistenza e la resilienza scoprendo così uno stato ibrido tra inumano e umano. Alla base della ricerca vi è una riflessione sulle possibili evoluzioni del corpo in relazione ai cambiamenti ambientali, così nella sua pratica esplora le barriere personali attraverso esperimenti genetici, operazioni chirurgiche e processi artificiali di riproduzione in cui l’identità diventa instabile.

Voluspa Jarpa (Rancagua, Cile, 1971) nel suo lavoro esplora il concetto di archivio e di memoria, pubblica e personale, configurandosi come un’indagine sui punti ciechi della modernità: quei luoghi dove le disuguaglianze e le ingiustizie appaiono più visibili. In questo senso, il suo costante impegno verso una decolonizzazione dello sguardo si concretizza in un’opera di frammentazione e ricomposizione in cui le sue riflessioni politiche e filosofiche trovano lo spazio di espressione. Il paesaggio, il corpo, la storia diventano scenari di un trauma che non si lascia assorbire dal lento fluire degli eventi e che l’arte può ricordarci di non dimenticare e di restare vigili.

Anna Franceschini (Pavia, Italia, 1979) esplora gli oggetti, gli artefatti e le modalità in cui vengono esposti o presentati, con l’obiettivo di rivalutarne il ruolo e la loro posizione all’interno del contesto dell’estetica del capitale. Questa indagine sulla realtà ritrova le proprie radici nel cinema inteso come movimento: sculture cinetiche, performance e macchine celibi sono costantemente interrogati attraverso il linguaggio cinematografico e ri-animati grazie all’immagine in movimento, che diventa inoltre un modo per suscitare meraviglia, inquietudine o semplicemente un momento di empatia con il mondo che ci circonda.

Mohamed Bourouissa (Blida, Algeria, 1978) con uno sguardo che sfiora i margini, racconta la società contemporanea senza mai nominarla direttamente, tracciandone i contorni, le ombre, i silenzi.
Le sue fotografie e i suoi video catturano volti e presenze di coloro che abitano il confine incerto tra l’integrazione e l’esclusione, sospesi in un tempo che i mass media tendono a ignorare o distorcere. Ogni progetto dell’artista nasce da un lungo tempo di ascolto e immersione, dando vita a nuove forme di racconto, a nuovi spazi in cui esprimere la parola.

Exhibition View

INFO

La mostra dei finalisti della quinta edizione del 
MARIO MERZ PRIZE
A cura di Giulia Turconi
11 giugno – 21 settembre 2025

Fondazione Merz
Torino, via Limone 24
www.fondazionemerz.org

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