Fili che si intrecciano a Torno (CO)

Il paese di Torno ha un rapporto del tutto particolare con il filo. Negli ultimi secoli del medioevo, il filo è di lana: lo lavorano i contadini nelle proprie case e lo cardano nei piccoli opifici per ottenere i rinomati panni-lana che vengono venduti anche oltre i confini del ducato di Milano.

Quando il mercato della lana si sposta altrove, la sopravvivenza del paese di Torno è legata ad un altro sottile filo: quello di ferro che intrecciato e annodato serve a formare ogni genere di oggetti: gabbie, trappole, cestini e cestelli che gli abitanti sanno intrecciare girando come ambulanti in vari paesi europei.

Legato al filo – questa volta anche simbolico- è il piccolo progetto artistico che l’associazione culturale De Benzi 17 di Torno, fondata nel 2014, propone attraverso un programma di mostre/eventi curato da Aude Calemard e Marcello Albini nel periodo Giugno/Ottobre.

Nella stretta via De Benzi, nella storica sala dell’associazione, tra la riva e la piazzetta di Scilonico si susseguiranno artisti di vari paesi presentando le loro opere realizzate con materiali, stili e forme diverse: un intreccio di fili.

Il filo come elemento principale di ogni tessuto: il filo che in senso figurato indica continuità…….il filo della vita. E pensando alla mitologia greca il filo di Arianna è il gomitolo di lana che Teseo usa per non perdersi nel labirinto di Cnosso. L’insieme di fili crea la tram ache forma l’intreccio: è dalla loro sovrapposizione che si dipana un disegno e questo intreccio, simbolicamente, rappresenta anche il modo in cui il mondo s’incastra e si sviluppa.

Il termine intreccio ha numerosi significati: l’incrocio di eventi, esistenze e destini, trama di un tessuto e intreccio di motivi decorativi o trama di una narrazione. Significati collegati l’uno all’altro, incroci tra visibile e invisibile, storie create da esistenze che s’intrecciano, si sviluppano tra di loro rinviando ad altre storie e altri mondi.

IL CALENDARIO

Dall’inizio di Giugno a metà Ottobre, ogni settimana, si alterneranno le mostre dei numerosi artisti: apre “ anime sottili “ di Kimiyasu Kato con la leggerezza e la poesia del filo di ferro; poi i “ punti di vista “ di Maurizia Broggi espressi con la luce e la sensibilità dell’olio su legno; lo storico studio comasco Boggia, con una mostra e una sfilata sulla scalinata del paese, rappresenterà la tradizione e l’eleganza con “ kimono “, una serie di prototipi in seta di kimoni.

Kimiyasu Kato aquilone

È poi la volta di Valentinaki, pittrice lettone trasferitasi a Milano, con “ deep waters “, un viaggio emotivo attraverso le profondità dell’elemento acqua, sia fisicamente che metaforicamente.
Le sorelle Aude e Stephanie Calemard in un’energia di colori raccontano “ storia di famiglia “ con olio e acrilico su tela, filo di rame e stoffa, seta.

Maddalena Boero in “ CON – TATTO “ presenta la sensualità e l’armonia dei suoi vasi in ceramica e terre varie. Laura Andreotti e Anna Cominardi prima con “essenziale visibile “ e poi in una collettiva con Elide, propongono un mondo di mistero, passione e amicizia con opere in acrilico e misto su tela più seta.

Arriva poi con forza e originalità Orazio Stasi, pittura ad olio e ceramiche barocche di “ volti “; Judith Holstein, “ all eyes are on the lake “ provocante e pop; Irma Keenaway, fresca e dinamica in “ colour profusion “; gli artisti s’interrompono per lasciar posto al collezionista ed esperto di “ arte africana “, scrittore e fotoreporter Massimo Bargna che esporrà pezzi di scultura africana e tessuti eseguiti a mano della collezione del suo museo privato. Si riprende con Mimmo Totaro che in “ filo spinato “ ci porta in una riflessione di dolore e interiorità con i suoi fili di stoffa e filo spinato. Ci si avvicina alla fine con Barbara Crimella in “ irriverente piacevole betonica “ dove la digitalizzazione con il collage, i ricami e i disegni delle sue opere porta ad una ricerca introspettiva per comprendere la nostra identità. Si chiude con l’artista persiana Hoda Pisharaft ed i suoi quadri “ design e arte, tra carta e lana “ che uniscono la tradizionale tecnica di tessitura dei tappeti kilim e un’antica arte di fabbricazione della carta imparata in Italia.

Tutte queste mostre saranno preludio di un incontro il 19 Ottobre con la farmacista di professione e artista per passione, Gianna Binda che presenterà con letture, disegni e dipinti, il filo di ferro.

Il suo legame a Erno, un piccolo paese di montagna poco distante da Torno dove il filo di acciaio venne per la prima volta in Italia impiegato per formare un vero e proprio tessuto sottile, la spingerà a realizzare degli intrecci di rete metallica e pittura in tutta la sua energia

INFO

Associazione culturale De Benzi 17
Via De Benzi, 17 – Torno (CO)

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