Epic Iran 5.000 anni di arte, design e cultura iraniana al V&A, Londra

In apertura a Febbraio 2021, Epic Iran esplorerà 5.000 anni di arte, design e cultura iraniani, riunendo oltre 350 oggetti provenienti dall’Iran antico, islamico e contemporaneo.

Sarà la prima grande mostra nel Regno Unito in 90 anni a presentare una narrativa generale dell’Iran dal 3000 a.C. ai nostri giorni.
Epic Iran è organizzata dal V&A e dall’Iran Heritage Foundation in collaborazione con la Sarikhani
Collection.
Sebbene l’Iran sia stato patria di una delle grandi civiltà storiche, le sue monumentali conquiste artistiche restano sconosciute a molti. Epic Iran esplorerà la sua civiltà e il percorso che ha condotto questo paese fino al XXI secolo, dalle prime forme di scrittura conosciute – che segnano l’inizio della storia in Iran – fino alla Rivoluzione del 1979 e oltre. Spaziando dalla scultura, dalle ceramiche e dai tappeti, fino ai tessuti, alla fotografia e ai film, le opere esposte rifletteranno la vibrante cultura storica del paese, gli splendori architettonici, l’abbondanza di mito, poesia e tradizione che è stata centrale per l’identità iraniana attraverso millenni, e per la cultura auto-rigenerantesi e in continua evoluzione di oggi. Dal Cilindro di Ciro e dagli intricati manoscritti miniati dello Shah-Nameh, fino ai dipinti lunghi dieci metri delle maioliche di Esfahan, passando per la potente istallazione video a due schermi Turbulent di Shirin Neshat, e la straordinaria fotografia di Shirin Aliabadi di una giovane donna che fa un palloncino con una gomma da masticare, la mostra offrirà una prospettiva nuova su di un paese che molto spesso è visto nell’informazione attraverso una lente diversa.
Il V&A ha collezionato arte dell’Iran sin dalla fondazione del museo, oltre 150 anni fa, e possiede una
delle collezioni più importanti al mondo dei periodi medievale e moderno.

Riunendo rinomati e sensazionali capolavori non esposti a memoria d’uomo, Epic Iran presenterà opere del V&A insieme a importanti prestiti internazionali, oltre a lavori provenienti da rilevanti collezioni private, tra cui la Sarikhani Collection.

Tristram Hunt, Direttore del V&A, ha affermato:” Novant’anni dopo l’ultima grande mostra nel Regno Unito che presentava 5.000 anni di arte, design e cultura iraniani, l’Iran ha subito cambiamenti significativi e il panorama culturale è cambiato drasticamente. Epic Iran rivestirà un ruolo centrale nel consentire al pubblico in Gran Bretagna di scoprire di più su una delle grandi civiltà storiche del mondo e sulla sua incredibile produzione creativa nel XXI secolo. Questa mostra epocale presenterà unitariamente lo studio antico e islamico dell’Iran – spesso visti come due ambiti distinti – insieme a una potente sezione moderna e contemporanea, in maniera da permettere di considerare nella loro interezza le realizzazioni artistiche compiute del popolo iraniano nel corso dei millenni.”

Epic Iran presenterà dieci sezioni ambientate in un design coinvolgente, che trasporterà i visitatori in una città, completa di guardiola, giardini, di un palazzo e una biblioteca. Ognuna delle sezioni, progettate dalla Gort Scott Architects, sarà caratterizzata da un’atmosfera diversa, riflettente gli oggetti esposti, nonché il loro tempo e il loro spazio nella storia.
Il V&A desidera rivolgere un ringraziamento speciale a coloro che hanno generosamente sostenuto la mostra Epic Iran: la Famiglia Godwin, Darioush, Cockayne – Grants for the Arts, un fondo sponsorizzato dalla London Community Foundation, la Ruddock Foundation for the Arts, la Soudavar Memorial Foundation, la Arah Foundation e il dott. Amir Ali Farman-Farma.

LA MOSTRA

La prima sezione introduce la Terra dell’Iran (Land of Iran) con sorprendenti immagini dei paesaggi
drammatici e variegati del paese. L’Iran ospita catene montuose, deserti roventi e saline, così come
foreste lussureggianti e coste frastagliate – tratti che hanno plasmato in egual misura la storia sociale,
economica e politica del paese – ed è da questo paesaggio che le culture artistiche trattate da Epic
Iran sono emerse negli ultimi 5.000 anni.
Dagli albori della storia nel 3200 a.C. – segnati dalla comparsa delle prime forme di scrittura conosciute
– Emerging Iran (L’Iran Emergente) mostrerà come, anche prima dell’ascesa dell’Impero persiano, la
ricca civiltà iraniana rivaleggiava con quelle dell’Egitto e della Mesopotamia. Nelle antiche tavolette
proto-elamite sono riportati rendimenti agricoli che indicano lo sviluppo di economie sofisticate,
mentre la natura e gli animali rappresentano un motivo ricorrente che riflette la loro importanza nella
società di quel tempo – con stambecchi, gazzelle, leoni e uccelli che decorano ceramiche, coppe, teste
d’ascia e calici d’oro, la sezione includerà anche statuette e oggetti della vita quotidiana tra cui
orecchini, frammenti di cintura e un gioco da tavolo. Gli Elamiti dominarono l’Iran sud-occidentale
durante questo periodo, ma a partire dal 1500 a.C. cominciarono a giungere popolazioni di lingua
iraniana dall’Asia centrale.
The Persian Empire (L’Impero persiano) attraverserà il periodo achemenide, a partire dal 550 a.C.
quando Ciro il Grande fu incoronato re dei Medi e dei Persiani, unendo politicamente l’Iran per la
prima volta. Con Persepoli come capitale, questo impero, caratterizzato da una ricca cultura artistica,
divenne il più esteso del mondo preromano. Reperti archeologici rivelano informazioni sulla regalità e
sul potere reale, sul commercio e sul governo della società, che saranno illustrate in questa
drammatica sezione da rilievi in pietra, originariamente dipinti, provenienti da Persepoli; da calchi su
larga scala con colori proiettati su di essi; e da manufatti metallici quali gioielli, monete, oro e
argenteria. Tra le opere di rilievo compare il Cilindro di Ciro – in prestito dal British Museum – spesso
celebrato come la prima dichiarazione dei diritti umani, che può essere fuorviante, e un bracciale d’oro
della collezione del V&A proveniente dal Tesoro di Oxus.
La sezione conterrà anche una serie di otto calchi in gesso del V&A, realizzati dai fregi del palazzo di Dario a Susa. Questi calchi saranno esposti accanto a un fregio originale di una guardia in mattoni smaltati policromi, in prestito dal Louvre.
La quarta sezione, Last of the Ancient Empires (L’ultimo degli Antichi Imperi), illustrerà un periodo di
cambiamento dinastico, con il rovesciamento dell’Impero persiano da parte di Alessandro Magno nel
331 a.C. I Greci furono rapidamente sostituiti dai Parti, che a loro volta furono sconfitti dai Sasanidi.
Seguirono 400 anni di regno stabile: lo zoroastrismo divenne la religione di stato e si consolidarono
tradizioni artistiche e architettoniche, che videro lo stile sasanide durare a lungo, oltre la caduta della
dinastia. La sezione esporrà sculture partiche e sasanidi, rilievi in pietra, oro e argenteria, monete e
iconografia zoroastriana. Tra le opere di rilievo spiccano i busti reali, tra cui un esemplare del V secolo
d.C. della Collezione Sarikhani, e un piatto d’argento dorato raffigurante una scena di caccia, ora parte
della collezione del Museo statale dell’Ermitage.

John Curtis, Co-Curatore di Epic Iran ha dichiarato:“ I visitatori resteranno sbalorditi dalla qualità e
dalla varietà di oggetti dell’antico Iran, che mostrano come questo paese avesse una civiltà avanzata
e prospera come quelle delle vicine Mesopotamia ed Egitto. Emergerà chiaramente come l’Impero
persiano, fondato nel 550 a.C., abbia raccolto un’eredità molto ricca dai periodi precedenti della storia
iraniana.”

La quinta sezione, The Book of Kings (Il Libro dei Re), è un preludio alle sezioni dedicate all’Iran
islamico. Questa sezione mostra come la lunga storia dell’Iran prima dell’avvento dell’Islam fu
compresa nei secoli successivi – principalmente attraverso lo Shah-Nameh, o Libro dei Re, il più grande
poema epico al mondo, composto dal poeta Firdusi intorno al 1010 d.C. Combinando mito, leggenda
e storia, lo Shah-Nameh fornisce una versione celebrativa e quindi potente degli eventi, radicando la
lunga storia dell’Iran nelle menti del suo popolo. Epic Iran presenterà una serie di manoscritti illustrati
e folii raffiguranti scene dello Shah-Nameh, in prestito, tra gli altri, dalla Collezione Sarikhani e dalla
British Library.

Change of Faith (Cambio di Fede) esplorerà il posto dell’Islam nella cultura iraniana nel millennio e
più che seguì la conquista araba della metà del VII secolo d.C. La sezione introduce il Sacro Corano – il
testo in arabo che costituisce la base dell’Islam – così come il ruolo della lingua araba in Iran dopo la
conquista. L’arabo divenne la lingua comune della vita intellettuale nel paese, mentre l’arte della
calligrafia nella scrittura araba si sviluppò notevolmente, divenendo un elemento importante nel
design iraniano. La sezione illustrerà anche come la conversione all’Islam abbia dato agli iraniani una
nuova comprensione della storia del Profeta Maometto e dei suoi immediati successori. Le
controversie sugli eventi di questo periodo sono al centro della divisione tra Sunniti e Sciiti, e hanno
assunto un’importanza notevole a partire dall’inizio del 1500, quando lo Sciismo imamita divenne la
religione ufficiale del paese. Presenti in esposizione una serie di raffinati Corani e manoscritti miniati,
insieme a un tappeto da preghiera, armature da battaglia e da parata, un globo celeste, e il magnifico
Oroscopo del Sultano Iskandar, in prestito dalla Wellcome Collection.

Delineando l’ascesa della poesia persiana, Literary Excellence (Eccellenza Letteraria), rivelerà come –
dal X secolo d.C. – il persiano scritto con caratteri arabi sia emerso come lingua letteraria nelle corti
reali dell’Iran orientale. Il mecenatismo reale determinò un’incredibile raffinatezza dei manoscritti,
facendo sì che la poesia divenisse parte delle arti visive grazie all’uso d’iscrizioni poetiche che
apparvero su oggetti quali ceramiche, manufatti metallici e tappeti. Il Salting Carpet della collezione
del V&A riporta versi di Hafiz sull’orlo, mentre una bottiglia ed una ciotola del XII secolo, decorate con
pigmenti lucenti presenta una poesia persiana. Molto è stato scritto anche come elogio dei sovrani,
con la poesia che trova la sua controparte visiva nell’arte che rappresenta il potere reale.

Con la presentazione di ricco materiale dal XIII secolo d.C. in poi, Royal Patronage (Patrocinio Reale)
dimostrerà come le tradizioni iraniane della regalità siano rinate dopo l’Islam, con il ritorno in auge di
usanze reali come l’utilizzo di paramenti solenni, la creazione di sontuose opere d’arte e
d’architettura, e una definizione dell’internazionalismo inteso come scambio bilaterale. Per ricreare
lo splendore di Esfahan, tre dipinti lunghi dieci metri riproducenti i motivi delle maioliche delle cupole
della città saranno sospesi al soffitto, ricreando l’interno di una cupola. Una proiezione AV, inoltre,
utilizzerà i dipinti per ricostruire l’aspetto dell’intera cupola. Disegni tecnici di architettura del XIX
secolo e una selezione di maioliche integreranno i dipinti, e la sezione esaminerà come l’Iran ha
assunto influenze dal mondo intero – Cina ed Europa in testa – com’è evidente, ad esempio, dallo
sviluppo della ceramica bianca e blu. Saranno esposti anche importanti oggetti iraniani conservati in
Gran Bretagna da tre secoli, come il Tappeto Buccleuch Sanguszko e due dipinti ad olio dati in prestito
da sua maestà la regina d’Inghilterra dalla Royal Collection.

The Old and the New (Il Vecchio e il Nuovo) presenterà il modo in cui la dinastia Qajar ha guardato
indietro ai loro predecessori per legittimare il proprio potere, cercando allo stesso tempo di
modernizzare il paese e di stabilire nuove relazioni con l’Europa. L’introduzione della fotografia in Iran,
nella metà del 1800, ha avuto un profondo effetto sul modo in cui gli iraniani si rappresentavano.
Anche la moda troverà posto nella mostra, con l’esposizione di un abito completo affiancato da una
corta gonna, probabilmente influenzata dal tutù di balletto europeo, e di dipinti ad acquarello di
donne iraniane realizzati per i turisti in visita nel paese. La parte finale della sezione illustrerà come gli
artigiani iraniani cercarono nuovi mercati per le loro abilità negli anni 1880, quando la loro nuova
clientela includeva lo stesso V&A.

Tim Stanley, Co-Curatore di Epic Iran ha dichiarato: “Questa mostra offre la rara opportunità di
guardare all’Iran come a un’unica civiltà sviluppatasi nell’arco di 5.000 anni. Oggetti e competenze si
riuniscono per raccontare una delle grandi storie mondiali nell’arte, nel design e nella cultura. Nel
periodo islamico, il potere politico in Iran è stato riformulato in molti modi diversi, ma un senso
generale della storia e una profonda devozione per la letteratura persiana sono sopravvissuti alla
turbolenza degli eventi. Nel 1501 lo Sciismo imamita divenne la religione ufficiale dell’Iran, dando
forma a un corpus unificato di credenze che distinsero la popolazione dai loro vicini. Credenze
condivise, ricordi di un glorioso passato e un entusiasmo per la poesia persiana rappresentano ancora una parte importante della vita dell’Iran di oggi.”

Collegando gli anni 1940 ai giorni nostri, la sezione finale Modern and Contemporary Iran (L’Iran
Moderno e Contemporaneo) illustrerà un periodo di dinamici cambiamenti sociali e politici in Iran,
che includono tanto l’incremento dei viaggi internazionali quanto il dissenso politico, la Rivoluzione
Islamica, la Guerra Iran-Iraq e l’istituzione della Repubblica Islamica. Opere di Sirak Melkonian, Parviz
Tanavoli, Monir Farmanfarmaian e Bahman Mohasses delineeranno l’esplosione del modernismo
artistico della metà del secolo, conclusosi drammaticamente con la Rivoluzione del 1979 e la Guerra
Iran-Iraq. La scena culturale è rifiorita negli anni ’90 sotto il mercantilismo di Rafsanjani e il liberalismo
di Khatami, e grazie alla tecnologia moderna l’arte contemporanea iraniana esiste in un mondo senza
confini.

Oggi l’Iran ha una cultura auto-rigenerantesi in continua evoluzione: alcune opere si rifanno
alle tradizioni passate, mentre altre sono radicali e sperimentali, tanto nei mezzi quanto
nell’espressività globale. Questioni di genere, politica, religione e identità si ritrovano stratificate e
sono spesso affrontate con umorismo e ironia, mettendo alla prova i limiti della censura e del
controllo. Epic Iran presenterà artisti iraniani che vivono in Iran e all’estero, con opere di Farhad
Moshiri, Avish Khebrezadeh, Ali Banisadr, Shadi Ghadirian, Hossein Valamanesh, Shirin Neshat, Shirin
Aliabadi, Shirazeh Houshiary e Y Z Kami.

Ina Sarikhani Sandmann, Curatrice Associata di Epic Iran ha dichiarato: “L’arte iraniana
contemporanea è dinamica ed eccitante, autocritica e coinvolta nel mondo globale, in maniera sia
intellettuale che giocosa. La sua ricca varietà e la sua propensione – spesso radicale, sperimentale e
impenitente – nel giocare con temi quali il genere, la politica e la religione, può sorprendere i visitatori
e aiuta a comprendere come la lunga eredità culturale dell’Iran continui ad essere così rilevante per il
mondo di oggi”.

INFO

Epic Iran
Galleria 39 e Corte Nord
13 Febbraio – 30 Agosto 2021
vam.ac.uk/exhibitions/epic-iran | #EpicIran

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