David Lynch, regista visionario e autore di opere iconiche come Elephant Man, Eraserhead e la serie cult Twin Peaks, è morto oggi a Los Angeles all’età di 78 anni (quasi 79 era nato il 20 gennaio 1946).
La notizia è stata diffusa dalla sua pagina Facebook ufficiale, con un messaggio della famiglia:
“È con profondo dispiacere che noi, la sua famiglia, annunciamo la scomparsa dell’uomo e dell’artista, David Lynch. Apprezzeremmo un po’ di privacy in questo momento. C’è un grande buco nel mondo ora che non è più tra noi. Ma, come
direbbe lui, ‘Tieni gli occhi sulla ciambella e non sul buco.
È una bella giornata con un sole dorato e cielo blu dappertutto.’”
La notizia arriva pochi giorni dopo che Lynch aveva dovuto lasciare la sua casa di Los Angeles, evacuata a causa degli incendi che stanno devastando la California. L’episodio aveva destato preoccupazione, considerate le sue già fragili condizioni di salute. Nel 2024, il regista aveva rivelato di essere affetto da enfisema, una conseguenza dei suoi anni da accanito fumatore, annunciando che non avrebbe più diretto nuovi progetti.
LA STORIA
David Lynch (1946-2025), regista, sceneggiatore, musicista, attore e pittore statunitense, è stato una delle figure più influenti e innovative del cinema contemporaneo. Nato a Missoula, Montana, si avvicina inizialmente alla pittura, frequentando scuole d’arte e sviluppando uno stile personale che combina elementi visivi e cinematici. Questa passione lo conduce al cinema sperimentale, con cortometraggi come Six Men Getting Sick e The Alphabet, fino all’esordio nel lungometraggio con Eraserhead (1977), un’opera di culto che segna il suo ingresso nell’avanguardia cinematografica.
Negli anni ’80 raggiunge fama internazionale con The Elephant Man (1980), che gli vale otto nomination agli Oscar, e Velluto Blu (1986), opera che esplora i lati oscuri della società americana. Nonostante il fallimento di Dune (1984), Lynch consolida il suo stile unico, caratterizzato da atmosfere oniriche, personaggi enigmatici e un uso innovativo del sonoro.
Il suo genio esplode negli anni ’90 con I segreti di Twin Peaks, serie cult che ridefinisce la televisione come medium artistico. Il revival del 2017, Twin Peaks – The Return, consacra ulteriormente il suo talento. Tra i suoi capolavori, Mulholland Drive (2001) riceve il Prix de la mise en scène a Cannes ed è considerato uno dei migliori film del XXI secolo.
Oltre al cinema, Lynch si dedica alla pittura, alla fotografia e alla musica, ottenendo riconoscimenti come il Leone d’Oro alla carriera a Venezia e l’Oscar onorario. La sua arte visionaria e il suo immaginario inquietante continuano a ispirare generazioni di artisti.
L’ARTE
Lynch non ha mai smesso di reinventarsi. Oltre a dipingere e fotografare, ha realizzato installazioni d’arte che riflettono il suo stile visionario, come la mostra The Air Is on Fire, ospitata dalla Fondation Cartier di Parigi e successivamente alla Triennale di Milano. Tra i suoi progetti più curiosi, una striscia umoristica intitolata The Angriest Dog in the World e un sito web dedicato a cortometraggi e contenuti sperimentali, dove ogni giorno aggiornava gli utenti sulle condizioni meteo di Los Angeles.
Il suo amore per l’arte era influenzato da figure come Francis Bacon, che considerava “il pittore numero uno, un eroe”. Lynch ha saputo mescolare questa ispirazione con la sua curiosità inesauribile, creando mobili in legno, fotografie ritoccate e opere tridimensionali che sembravano uscite dai suoi sogni.