Palazzo Reale di Milano per la prima volta celebra in una monografica il talento di Giuseppe De Nittis intitolata “De Nittis – Pittore della vita moderna”.
In mostra esponendo circa 90 dipinti, tra oli e pastelli, provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, tra cui il Musée d’Orsay e il Petit Palais di Parigi, i Musée des Beaux-Arts di Reims e di Dunquerke, gli Uffizi di Firenze – solo per citarne alcuni – oltre allo straordinario nucleo di opere conservate alla GAM di Milano e una selezione dalla Pinacoteca di Barletta, intitolata al Pittore, che ne conserva un eccezionale numero a seguito del lascito testamentario della vedova Leontine De Nittis.
La mostra vede infine la speciale collaborazione di METS Percorsi d’Arte, che ha contribuito al progetto espositivo con l’apporto di un importante nucleo di opere provenienti da collezioni private, tra le quali il Kimono color arancio, Piccadilly e la celeberrima Westminster.
In particolare la presenza di questo capolavoro costituisce un trait d’union con la mostra “Boldini, De Nittis et les Italiens de Paris”, allestita da METS al Castello di Novara, dove è stata esposta prima di giungere a Palazzo Reale. La relazione fra le due mostre permette la visita con reciproca riduzione sul biglietto di ingresso. L’esposizione, infine, si avvale del Patrocinio dell’Institut Français di Milano, ed è realizzata grazie a BPER, sponsor della mostra, a tutte le altre realtà che hanno garantito il sostegno al progetto e grazie a Marzotto Interiors, che ha ricreato le atmosfere delle ambientazioni dei dipinti con i tessuti realizzati appositamente per l’allestimento.
Una fortuna espositiva, quella di De Nittis, transitata attraverso i Salon parigini, la prima mostra degli Impressionisti nel 1874 e le grandi Esposizioni Universali, lo ha consacrato come uno dei maggiori protagonisti della pittura dell’Ottocento europeo. Dopo un periodo di oblio, fu la Biennale di Venezia del 1914 a rivalutarne il talento in una magnifica retrospettiva seguita, in anni più recenti, da altri appuntamenti fondamentali come la rassegna Giuseppe De Nittis. La modernité élégante allestita a Parigi al Petit Palais nel 2010-11, e nel 2013 la fondamentale monografica a lui dedicata a Padova da Palazzo Zabarella.
LE SEZIONI
Il progetto espositivo di DE NITTIS. Pittore della vita moderna a Palazzo Reale si articola in 11 sezioni
introdotte da un omaggio alla moglie Léontine, musa e figura fondamentale per la sua ascesa artistica e mondana. Le sezioni successive ripercorrono l’intera vicenda creativa, a partire dalla sua formazione a Napoli, per approdare al clamoroso successo internazionale tra Parigi e Londra, fino agli ultimi anni di attività.
La mostra consacra la statura internazionale di un artista che è stato, insieme a Giovanni Boldini, il più grande degli italiani a Parigi, dove è riuscito a reggere il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti, con cui ha condiviso, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando una volta per sempre la gerarchia dei generi, per raggiungere quell’autonomia dell’arte che è stata la massima aspirazione della modernità. Come gli Impressionisti, De Nittis ha privilegiato il paesaggio, il ritratto e soprattutto la rappresentazione della vita moderna, osservata lungo le strade affollate delle due grandi capitali europee dell’arte e della mondanità: Parigi e Londra. In uno straordinario repertorio di pittura en plein air, l’artista ha saputo rappresentare i luoghi e i riti privilegiati della modernità, che la mostra pone al centro del suo percorso, sviluppato nel breve arco temporale della sua vicenda artistica conclusasi prematuramente con la scomparsa a soli 38 anni di età nel 1884.
Come scrive Fernando Mazzocca nel suo saggio in catalogo edito da Silvana editoriale:
“L’unicità della sua pittura, che si confronta con quella degli Impressionisti e non ne esce ridimensionata, sta proprio nella straordinaria capacità di osservazione che gli ha consentito di rendere, come pochi altri, l’inafferrabile dinamicità della città moderna, caratterizzata dall’ “imprevisto, il mutevole, ciò che è fuga”, fermandolo nell’ attimo, come i fotografi, senza irrigidirlo. (…) Dopo aver individuato un motivo da rappresentare, si recava ogni giorno ad osservare, da quel rifugio riparato dal movimento caotico della città, il suo soggetto, dipingendolo con una velocità sorprendente che costituisce la freschezza e l’incanto irripetibile della sua pittura, quello che il finestrino di una carrozza inquadra per un momento.
L’ uso della carrozza, prima noleggiata e poi addirittura acquistata, non fece che aumentare la curiosità nei suoi confronti, come confermano le testimonianze di molti cronisti del tempo, colpiti da questo modo davvero unico di lavorare. Il punto di vista rialzato che caratterizza gran parte delle sue vedute parigine e londinesi deriva proprio da questo particolare e personale approccio”.
I risultati raggiunti da De Nittis si devono a un’innata genialità, alla capacità di sapersi confrontare con i maggiori artisti del suo tempo, alla sua curiosità intellettuale, alla sua disponibilità verso altri linguaggi.
È inoltre tra gli artisti dell’epoca che meglio si è saputo misurare con gli stimoli dell’arte dell’estremo Oriente, in particolare del Giappone, allora diventata di grande moda.
Scrive infatti in catalogo Paola Zatti:
È certo che fin dal suo primo soggiorno nella città che meno di un anno dopo sarebbe diventa-ta la sua, ebbe modo di toccare con mano l’arte orientale respirandone le suggestioni, coglien-done al volo il linguaggio e quegli stilemi su cui avrebbe meditato a lungo nell’ambito di una sperimentazione non banale, attenta agli aspetti tecnici oltre che tematici e compositivi (…) La sicurezza con cui De Nittis elaborò un repertorio tanto ricercato non può circoscriversi alle sue sole capacità di intuizione e “di mestiere”. Le potenzialità espressive dell’arte dell’estremo oriente dovevano essere comprese attraverso un suo studio sistematico e profondo, derivante da un contatto diretto con gli oggetti, quindi con i materiali, le tecniche di lavorazione, i formati, e un esame dei repertori iconografici, delle modalità di impaginazione prospettica delle compo-sizioni e di declinazione stilistica. La passione per il collezionismo d’arte giapponese deve dun-que essere interpretata in questo senso, non solo come una moda di quegli anni”.
IL CATALOGO
Tutto questo sarà sottolineato dalla mostra e dal ricco catalogo Silvana Editoriale.
INFO
“DE NITTIS. Pittore della Vita Moderna”
Palazzo Reale a Milano
Fino al 30 giugno 2024.