DAG, il tunnel immersivo di Refik Anadol: la più grande Digital Art Gallery d’Europa a Gorizia

Nasce a Gorizia DAG – Digital Art Gallery, la nuova galleria d’arte digitale immersiva che farà della rinnovata Galleria Bombi il tunnel digitale più grande d’Europa.

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Oltre 300 metri di percorso, di cui 100 trasformati in un ambiente visivo totalmente rivestito da LED di ultima generazione, per un totale di 1.000 metri quadrati di superficie digitale in uno spazio di esperienze immersive in cui si fondono arte e tecnologia.

La galleria inaugurerà a metà dicembre con una grande installazione immersiva site-specific realizzata da Refik Anadol, tra i più influenti artisti al mondo nell’ambito della digital art e dell’estetica dei dati, i cui lavori sono esposti in istituzioni come il MoMA, il Centre Pompidou, la Serpentine, Palazzo Strozzi e The Sphere a Las Vegas.

L’OPERA

Per inaugurare la DAG, Refik Anadol ha sviluppato Data Tunnel, un’installazione immersiva site-specific che sfrutta l’intera estensione del nuovo LEDwall di Galleria Bombi. Al cuore dell’opera c’è il Large Nature Model, un modello di AI sviluppato dallo studio di Anadol per esplorare il rapporto tra esseri umani, ambiente e tecnologia. Il modello è addestrato su dataset ambientali pubblici — provenienti da istituzioni come la Smithsonian Institution e il Natural History Museum di Londra — che includono immagini, pattern naturali, frammenti di ecosistemi e trasformazioni biologiche. La scelta di usare esclusivamente dati open source riflette l’attenzione dell’artista per l’etica dei dati, la trasparenza e la responsabilità ambientale: nessun dato personale o proprietario viene utilizzato nella generazione delle opere. La potenza di calcolo del Large Nature Model è fornita da Google Cloud, impegnato a raggiungere emissioni nette zero entro il 2030, e da NVIDIA, i cui algoritmi di reti neurali e strumenti avanzati rendono possibili le rappresentazioni visive di nuova generazione dello studio di Anadol.

Data Tunnel occuperà gli spazi della DAG per un anno, a partire da metà dicembre 2025.

La DAG nasce come luogo di incontro tra linguaggi emergenti, tecnologie immersive e pratiche artistiche contemporanee. L’intervento di recupero di Galleria Bombi, uno dei progetti più emblematici di rigenerazione urbana e innovazione culturale del territorio, restituisce nuova vita a un luogo storico riconosciuto dalla città, trasformandolo in uno spazio esperienziale dove arte, dati, luce e tecnologia dialogano con l’architettura del tunnel. Grazie alla DAG cittadini e visitatori entreranno in un luogo dove il semplice attraversamento si trasforma in esperienza, in cui il camminare diventa un viaggio tra luce, suono e meditazione. Gorizia e la regione Friuli Venezia Giulia si arricchiscono così di un elemento strategico che fonde cultura e innovazione all’interno del contesto urbano cittadino. Gorizia si posiziona come polo d’eccellenza per l’arte digitale, capace di dialogare con le migliori esperienze internazionali.

L’ARTISTA

Refik Anadol2_Credit Efsun Erkilic

Refik Anadol (Istanbul, 1985), artista, regista e designer tra i principali protagonisti della new media art internazionale. Considerato un pioniere dell’estetica dei dati e delle applicazioni artistiche dell’intelligenza artificiale, Anadol vive e lavora a Los Angeles, dove dirige il Refik Anadol Studio e insegna al Dipartimento di Design Media Arts dell’UCLA. Nei suoi lavori, muri e soffitti sembrano dissolversi, le superfici diventano vive e interi edifici si animano grazie ai dati. Quello che solitamente rimane invisibile — flussi di informazioni, memorie, tracce digitali — prende forma davanti agli occhi dello spettatore, trasformandosi in immagini in movimento, luce e suono. Anadol costruisce così ambienti immersivi che invitano a guardare il mondo da una prospettiva completamente nuova. La sua non è soltanto un’integrazione della tecnologia nell’arte: è una vera e propria fusione tra spazio, dati e percezione, dove i media digitali diventano parte del linguaggio architettonico. I suoi progetti ridefiniscono l’idea di ambiente, che sia pubblico o privato, trasformandolo in un’esperienza sensoriale e collettiva. Le sue opere sono state presentate in istituzioni come il MoMA di New York, il Centre Pompidou-Metz, le Serpentine Galleries, la National Gallery of Victoria, Palazzo Strozzi, Ars Electronica e alla Biennale di Venezia, fino ai progetti monumentali sulla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles o sulla superficie della Sphere di Las Vegas. La sua ricerca, che combina etica dei dati, sostenibilità, scienza e creatività algoritmica, è oggi un punto di riferimento globale per la fusione tra arte, architettura e tecnologia.

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