Clemen Parrocchetti a proposito di un pranzo con croci gioielli e fiori_1969©Tiberio-Sorvillo

CLEMEN PARROCCHETTI a Palazzo Medici Riccardi a Firenze: la retrospettiva “Ironia Ribelle” riscrive la storia della femminilità nell’arte italiana

Dobbiamo riscoprire una femminilità che giovi a noi stesse… non vogliamo più essere muse di ciò che è immobile, vogliamo rivoluzionare la storia.”

Con queste parole scritte nel 1978 da Clemen Parrocchetti (Milano 1923-2016) si apre la retrospettiva “Ironia Ribelle” visitabile fino al 6 gennaio 2026 per la prima volta all’interno di un’istituzione museale italiana come Palazzo Medici Riccardi (Firenze). Un’artista e autrice del Novecento ancora poco conosciuta che ha saputo indagare la complessità della sfera femminile, delle relazioni affettive e della sessualità, sfidando la visione dominante di una cultura patriarcale.
Promossa dalla Città Metropolitana di Firenze, la mostra nasce da un progetto di Museo Novecento ed è organizzata dalla Fondazione MUS.E in collaborazione con l’Archivio Clemen Parrocchetti. Un’esposizione ampia che pone finalmente la necessaria attenzione sull’arte vicina al movimento femminista italiano con un linguaggio originale, provocatorio e autentico.

Clemen Parrocchetti Senza Titolo_1969-©Tiberio-Sorvillo (1)

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Una curatela attenta e ponderata di Stefania Rispoli e Marco Scotini assieme alla direzione artistica di Sergio Risaliti, sono state riunite oltre cento opere tra cui dipinti, disegni, sculture, arazzi e documenti: oggetti d’archivio come testimonianza concreta di un’artista anticonformista che ha saputo unire materia, ricerca estetica e militanza politica.

CENNI ALLE SERIE

La serie delle “Divorazioni” che apre l’esposizione segna per Clemen Parrocchetti una rottura senza ritorno: dopo la pittura degli esordi l’artista inizia ad adoperare l’arte come un’arma di assalto frontale al perbenismo borghese alla cultura patriarcale che oggettifica la donna. Sulle tele si staglia un immaginario perturbante, caleidoscopico in cui corpi scomposti lasciano emergere desideri ed istinti nascosti.

A metà degli anni Settanta l’artista abbandona il mezzo pittorico prediligendo assemblaggi polimaterici legati “tradizionalmente” al lavoro femminile “di cura e maternità” e dell’idea di donna “devota e paziente.
Composizioni simili a presepi muliebri o totem sotto teca gli “Oggetti di Cultura Femminile” – aghi, siringhe, rocchetti e altri utensili si fanno metafore visuali sovversive con un tono stilistico decisamente evocativo e sprezzante.
Al fianco di altre donne della sua generazione ha agito ai margini del sistema culturale “ufficiale”, dominato da logiche maschili e da modelli prestabiliti, sostenendo l’urgenza di un ripensamento profondo del ruolo delle donne nell’arte e nella società.

In uno snodo espositivo coinvolgente tra episodi biografici, lotta e vocabolario visivo, si ricostruisce l’immagine di una pratica umana ed artistica coraggiosa, fortemente autonoma, in grado di trasformare un’attività silenziosa come il cucito in un grido di ribellione rimasto sempre attuale, uno scardinamento di stereotipi, un grido corale unificatore mosso da un desiderio di emancipazione e libertà.

Clemen Parrocchetti_Grido di Liberazione_Urlo verso la speranza_1978

La mostra è accompagnata da un catalogo edito Dario Cimonelli realizzato in collaborazione con la collezione 49 Nord 6 Est – Frac Lorraine a Metz in Francia.

Ritratto_di_Clemen_Parrocchetti_MilanoCasa_Lionel Pasquon

Creiamo con la lotta le condizioni per una creatività che non sia più a misura
della nostra produttività

Clemen Parrocchetti

Info

Clemen Parrocchetti
IRONIA RIBELLE
a cura di Marco Scotini e Stefania Rispoli, con la direzione artistica di Sergio Risaliti
Fino al 6 gennaio 2026
Palazzo Medici Riccardi, Firenze

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