Meccaniche della Meraviglia, l’iniziativa di arte contemporanea con la regia di Albano Morandi, giunta alla sua diciannovesima edizione si appresta a inaugurare tre nuove mostre, ospitate in altrettante importanti sedi della città: Marion Baruch nel Sottotetto di Palazzo della Loggia, Luca Formentini al Burkervik e Luca Caccioni al MO.CA.
Il programma si apre al Bunkervik, il rifugio antiaereo di via Odorici, edificato negli anni quaranta per assicurare protezione ai cittadini bresciani dai bombardamenti alleati e oggi spazio espositivo, dedicato a Vittorio Arrigoni, da tutti conosciuto come ‘Vik’, attivista, giornalista e pacifista brianzolo, impegnato per anni nella causa della pace in Palestina, assassinato a Gaza nel 2011.
In questo spazio misterioso e carico di memorie, dal 4 al 28 settembre 2025, si tiene We don’t end, una performance, curata da Marco Pierini, del sound artist e musicista Luca Formentini (Brescia, 1968). Una performance audio immersiva accompagnerà i visitatori in un percorso che vuole essere un inno alla trasformazione e alla partecipazione, in cui ogni reazione è possibile, imprevedibile, lasciata al sentire del singolo. Le voci poi si uniscono, prima a coppie e infine tutte assieme, delineando una melodia, che è poi quella dell’omonimo brano strumentale di Luca Formentini, inserito come bonus track nel doppio vinile I Am Ghosts.

Dal 4 al 28 settembre 2025, le Sale Neoclassiche del MO.CA, il Centro per le Nuove Culture di Brescia, accolgono una mostra personale di Luca Caccioni (Bologna, 1962), a cura di Walter Guadagnini. Composta da venti opere, la rassegna è divisa in due capitoli: il primo – Serie 1 – propone una serie di lavori recenti; nel secondo – Serie 2 – si trovano opere realizzate negli ultimi mesi appositamente per questa occasione. Il titolo dell’esposizione, Lotophagie-Atto primo, si ispira all’episodio dell’Odissea in cui sono protagonisti i mangiatori di loto che, attraverso l’assunzione dei magici fiori della pianta, dimenticano il passato; il racconto omerico diventa per Caccioni una metafora sulla capacità della memoria stessa di stravolgere le apparenze del reale, per dare vita a forme inedite e sempre sorprendenti.
Le opere sono generate dall’addizione e dalla sottrazione su carta. L’artista agisce inizialmente togliendo l’elemento cromatico, attraverso il taglio e l’abrasione, quindi, interviene sul supporto con oli vegetali, pigmenti, resine e residui che disperde su entrambi i versi della carta, per dare vita a forme sempre al confine tra l’evocazione del segno puro e il rimando a immagini invece riconoscibili, alla ricerca di un’ambiguità che da sempre caratterizza il suo linguaggio.

Il terzo appuntamento autunnale di Meccaniche della Meraviglia 19 si tiene, dal 26 settembre al 25 ottobre 2025, nel Sottotetto di Palazzo della Loggia, un ambiente straordinario formato da una possente struttura in legno di rovere e larice posto sotto la cupola di piombo dell’edificio, che si estende su una superficie di 1.339 metri quadrati. Qui sarà allestita la mostra dedicata a Marion Baruch.
La personale, dal titolo COTIDIE TRADĔRE, a cura di Ilaria Bignotti, Beatrice Cuccirelli e Camilla Remondina, intende proporre per la prima volta a Brescia la ricerca di un’artista cosmopolita, nota a livello internazionale e conosciuta nei più grandi musei del mondo.
Il percorso espositivo si apre nel piano ammezzato con Ron Ron, un’opera storica datata 1972, composta da un gomitolo di tessuto ed ecopelliccia, una presenza quieta che stimola nel visitatore la sensazione di trovarsi in un ambiente domestico e prosegue con un grande Alveare, una griglia soffice e chiara del 2017, un ulteriore rimando iconico alla casa e alla città, al luogo operoso dove ciascuno compie il proprio dovere per il bene della comunità.
Nell’ampio sottotetto, fluttua Quel che rimane del cielo, un grande lavoro del 2024 in tessuto azzurro, colore che suggerisce la vicinanza alla volta celeste, ma che rende contemporaneamente omaggio alla Città di Brescia. L’opera si unisce a un ideale “laboratorio ricostruito” dell’artista, un vero e proprio “retroscena” formato da molti tessuti e dagli strumenti attraverso i quali le stoffe vengono trasformate in creazioni artistiche.

GLI ARTISTI
Marion Baruch
Nata in Romania nel 1929 da genitori di origine ungherese, Baruch studia per un anno all’Accademia di Belle Arti di Bucarest prima di trasferirsi alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, dove segue i corsi di Mordecai Ardon, pittore e artista del Bauhaus.
All’età di 24 anni tiene la sua prima mostra presso il Micra Studio di Tel Aviv, grazie alla quale ottiene una borsa di studio che le consente di recarsi in Italia. A partire dal 1955 studia all’Accademia di Belle Arti di Roma. Inoltre, Baruch lavora con pionieri del design tra i quali A. G. Fronzoni (1969-70) e Dino Gavina, con il quale sviluppa due oggetti di design radicale, Ron Ron e Lorenz, appartenenti alla serie Ultramobile. Negli anni Novanta inizia a firmare le sue opere con lo pseudonimo di NAME DIFFUSION, iscritta come società nel registro delle imprese, con la quale realizza diversi progetti e attività come collettivo di artisti. Dal 1993 al 2010 Marion Baruch vive e lavora a Parigi, per poi tornare in Italia, dove tutt’ora risiede ed opera.
Le sue opere più recenti perseguono la ricerca dialettica tra arte e società, affrontando temi legati al corpo, al linguaggio e al consumo eccessivo di risorse. Attraverso gli scarti dell’industria della moda, le sue “sculture tessili” introducono un dialogo tra due forze immateriali: lo spazio e la memoria.
Oltre ad essere esposte in istituzioni internazionali quali il Center for Contemporary Art (Tel Aviv-Yafo), il Museo Nazionale d’Arte Contemporanea della Romania (Bucarest), il Centre Pompidou (Parigi) e molte altre, le sue opere si trovano anche nelle collezioni di: Kunstmuseum Luzern (Svizzera), MAMCO (Ginevra), Roche Art Collection (Basilea), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (Francia), Triennale (Milano), Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma), Museion (Bolzano), Groninger Museum (Olanda), Turner Contemporary (Margate), Kunsthalle Friart Fribourg (Svizzera) e MA*GA (Gallarate). La sua opera è oggi al centro di un’attenta ricerca scientifica e di un paziente lavoro di catalogazione e archiviazione condotto dalla nipote, Beatrice Cuccirelli, che è tra le curatrici della mostra bresciana.
Luca Caccioni
Nato a Bologna nel 1962, tra le più significative mostre personali si ricordano quelle alla Palazzina dei Giardini di Modena nel 1997, al Musée d’Art Moderne di Saint Etienne nel 2012 e quelle alla Galleria Otto di Bologna ripetute negli anni fino alla più recente del 2023. È stato presente in numerose collettive in Italia e all’estero, tra cui si segnalano “Nuova Officina Bolognese” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1990, il “Premio Michetti” (dove ottiene il Primo Premio) a Francavilla a Mare nel 1994, la Quadriennale di Roma nel 1996 e nel 2004, “Things are Queer” al Marta Museum di Herford e “Percorsi riscoperti dell’arte italiana, VAF- Stifung 1947-2010” al MART di Trento e Rovereto, entrambe del 2011, “On The Matter” alla Galleria Lorenzelli di Milano e al MO.CA a Brescia nel 2025. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche, tra cui la Fondazione CARISBO di Bologna, la collezione Unicredit, la Fondazione VAF di Francoforte, la Permanente di Milano.
Luca Formentini
Nato nel 1968 a Brescia, è musicista e sound artist. La sua ricerca si concentra sulla sperimentazione sonora e sulla creazione di ambienti acustici che esplorano la relazione tra suono, spazio e percezione. Attraverso chitarre trattate, elettronica e registrazioni ambientali, sviluppa opere e performance che mettono in dialogo linguaggi musicali e arti visive, con particolare attenzione alla dimensione evocativa e simbolica dell’ascolto.
Ha presentato il suo lavoro in festival e spazi dedicati all’arte contemporanea, collaborando con artisti e curatori internazionali. Tra i suoi progetti si ricordano la partecipazione alla Biennale di Venezia (2014) con Flos, sviluppato insieme a Stefano Castagna, e Art Spaces vol1, una pubblicazione in tre episodi realizzata all’interno del MoMA e del Guggenheim di New York e della Tate di Londra, che indaga la relazione tra arte contemporanea, spazi espositivi e visitatori.
La sua pratica, in equilibrio tra concerto, installazione e ricerca interdisciplinare, lo conferma come una voce originale nel panorama della sound art e della sperimentazione musicale.
INFO
BRESCIA, MECCANICHE DELLA MERAVIGLIA 19
LUCA CACCIONI. LOTOPHAGIE-ATTO PRIMO
Brescia, Mo.Ca. – Centro per le Nuove culture (via Moretto 78)
4 – 28 settembre 2025
a cura di Walter Guadagnini
LUCA FORMENTINI, WE DON’T END
Brescia, Bunkervik (via F. Odorici 6B)
4 – 28 settembre 2025
a cura di Marco Pierini
MARION BARUCH. COTIDIE TRADĔRE
Brescia, Sottotetto di Palazzo della Loggia (Piazza della Loggia)
26 settembre – 25 ottobre 2025
a cura di Ilaria Bignotti, Beatrice Cuccirelli e Camilla Remondina