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Belinda Kazeem-Kamiński Aerolectics al Kunst Meran Merano Arte

La Kunst Meran Merano Arte accoglie per la prima volta in Italia una mostra monografica dedicata a Belinda Kazeem-Kamiński, artista e ricercatrice austriaca, con Aerolectics, in programma fino al 9 giugno 2025.

Il progetto espositivo esplora la costruzione del rapporto coloniale tra Europa e Africa attraverso il sistema missionario, mettendo in luce storie di diaspora forzata nell’Ottocento.

Il percorso espositivo: tra documentazione e finzione

La mostra si sviluppa in un itinerario multimediale e immersivo, in cui installazioni video, fotografie, testi e oggetti riscrivono lo spazio della Kunsthaus, alternando pieni e vuoti, suoni e silenzi. Il visitatore è invitato a confrontarsi con le narrazioni ufficiali della storia coloniale e con le testimonianze spesso dimenticate della presenza africana in Europa. Il punto di partenza è la vicenda di Asue*, una giovane africana portata in Alto Adige nel 1855 dal sacerdote Niccolò Olivieri. Il suo rifiuto di adattarsi alle imposizioni conventuali diventa il nucleo simbolico della mostra, una tempesta di memoria e simboli intrecciati alla cosmologia Yoruba e agli elementi naturali.

Le opere esposte: tra geologia e spiritualità

L’installazione Vermessung. “Von der Landschaft aus” (2025) espone frammenti di mappe storiche dell’Impero Asburgico, dell’Alto Adige e dell’Italia, trafitti da spilli che segnano i luoghi di prelievo delle ragazze africane. Il paesaggio è testimone della storia, mentre l’opera video Rub, Rock, Earth. Throat Clearing (2025) utilizza le Alpi come metafora delle stratificazioni storiche.

Al secondo piano, il video Nursery Rhymes. (Holy) Water (2025) rievoca il battesimo forzato delle tre giovani africane, spogliate delle loro radici e ribattezzate con nomi cristiani. L’installazione Untitled (Prototype Nkisi/Repurposed Savings Box) (2025) trasforma un salvadanaio missionario in una scultura Nkisi, simbolo congolese di protezione e resistenza, mentre Untitled (Lash, Linger, Load/Nkisi) (2025), realizzato in collaborazione con Masimba Hwati, reinterpreta la ceramica come metafora della fragilità e della resilienza africana.

Al terzo piano, il video Ọya! Fire (2025) esalta la rabbia di Asue* come forza trasformativa, contrapposta alla repressione coloniale. La mostra si chiude con Collocation No.1 (2025), un’area di studio con testi, documentazione e una playlist, offrendo una prospettiva sul processo di ricerca dell’artista.

La concezione curatoriale: ripensare la memoria storica

Con Aerolectics, Kazeem-Kamiński decostruisce il ruolo del sistema missionario nell’imporsi come strumento di dominio coloniale, sollevando interrogativi su quali storie siano state cancellate dalla memoria collettiva. La mostra si inserisce nel programma triennale The Invention of Europe: a tricontinental narrative (2024-2027), curato da Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi, che indaga la costruzione narrativa dell’identità europea.

A completare l’esperienza espositiva, due eventi arricchiscono la riflessione sul tema della restituzione culturale e dell’identità diasporica. Il 16 marzo si terrà il seminario Riparare e restituire, dedicato alla funzione redistributiva delle istituzioni museali, mentre l’11 aprile la serata di musica e performance Doppia radice offrirà una prospettiva sonora sulle tematiche affrontate.

Le opere

L’artista

Belinda_Kazeem-Kamiński_2023©Lea_Sonderegger

I lavori di Belinda Kazeem-Kamiński sono stati esposti in istituzioni di primo piano, tra cui Galerie für zeitgenössische Kunst Leipzig (2024), Phileas (2024), Camera Austria Graz (2022) e Kunsthalle Wien (2021). L’artista ha anche partecipato a importanti mostre collettive: IMMA Irish Museum of Modern Art (2024), Liverpool Biennale (2023), Art X Lagos (2023), Les Rencontres d’Arles (2022), e Museum der Moderne Salzburg (2021). La pratica artistica di Belinda Kazeem-Kamiński si è aggiudicata premi internazionali, tra cui Otto Mauer Award (2023), Art X Prize for the African Diaspora (2022), e Camera Austria Award (2021). Le sue opere fanno parte di collezioni internazionali come il mumok | Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien, il Belvedere, e il Centre National des Arts Plastiques.

Info

Belinda Kazeem-Kamiński – Aerolectics
A cura di Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi
Fino al 9 giugno 2025

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